Mese: Maggio 2012

"Da Pacelli a Ratzinger la lunga crisi della chiesa" di Eugenio Scalfari

La vecchia Italia affondò durante una giornata gonfia di tempesta e di presagi, nell´autunno del 1958: Papa Pio XII moriva in mezzo a una corte disfatta di cardinali decrepiti, di astuti procacciatori d´affari, di monache fanatiche, di nipoti parassiti. Nel palazzo papale di Castel Gandolfo, mentre il temporale gonfiava le acque del lago e lo scirocco spalancava le imposte e si ingolfava tra le tende e nei corridoi, dignitari laici ed ecclesiastici si preparavano a sgombrare. Ciascuno cercava di portar via, anche fisicamente, quanto più poteva; ma soprattutto ciascuno brigava per conservare qualche beneficio; una carica lucrosa, una fetta, per piccola che fosse, di quel potere che fino a quel momento da oltre dieci anni era stato amministrato senza scrupoli e senza concorrenze. L´affanno era visibile dovunque, nelle sale di ricevimento, nelle anticamere e fino intorno al letto del moribondo che, già in agonia, veniva impudicamente fotografato dal suo medico e dalla sua suora assistente, con la cannula dell´ossigeno in bocca, e i tratti del volto devastati dalle ombre della morte. Non era l´affanno della …

Bersani: «Parlerò ai progressisti, ai riformatori e ai moderati», di Mariantonietta Colimberti

La prima direzione dem dopo i ballottaggi. Si terrà martedì prossimo, ma il segretario non vuole presentarsi semplicemente col bottino, sia pure positivo, dei risultati elettorali che hanno confermato il Pd non solo primo partito, ma di fatto l’unico su piazza. La crisi economica incalza, il dramma greco è in pieno svolgimento, le giravolte berlusconiane rischiano di rimettere in discussione anche l’accordo sulla riforma elettorale: il segretario vuole rivolgersi al paese, a quella vasta area di «progressisti, riformatori e moderati» decisa a voltare pagina definitivamente rispetto al berlusconismo senza cadere nei nuovi populismi. Bersani sa che questo non è il momento di stare fermi, tra le diverse e confuse proposte politiche e discese in campo annunciate. Sa anche, però, che troppe sono le incognite dei prossimi mesi. Allora, vuole intanto mettere un punto fermo, parlare a chi già è nel perimetro di un’alleanza progressista, ma anche aprire le porte, oltre la foto di Vasto. Che quella foto sia tornata attuale è evidente e forse inevitabile: nella stragrande maggioranza dei comuni dove il Pd ha vinto …

"Gli statali vengono già licenziati. Le norme ci sono" di Massimo Franchi

Licenziare i dipendenti pubblici, naturalmente fannulloni, era il sogno di Renato Brunetta. Passato Berlusconi, giovedì il fuoco alla miccia l’ha riacceso il ministro sbagliato, Elsa Fornero, colei che non ha competenze sui lavoratori della Pubblica amministrazione. Ma sia Brunetta che Fornero non sanno, o fanno finta di ignorare, che licenziare dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato in Italia è possibile. Di più. Accade a centinaia di persone. Stime precise sono quasi impossibili. I più esperti in materia parlano di circa duecento licenziamenti negli ultimi cinque anni. Persone che hanno perso cause giudiziarie, spesso come tali diventate eclatanti. L’unico dato preciso e certificato è fornito direttamente dalla Ragioneria generale dello Stato. E riguarda i cosiddetti “cessati”, lavoratori che hanno lasciato la Pubblica amministrazione, al netto di chi si è dimesso. Ebbene, il Conto annuale del 2010 alla voce “Altre cause” ne conta ben 39.458 nell’intero settore pubblico (scuola, università, forze armate ed enti di ricerca inclusi) di cui 16.811 nella Pubblica amministrazione strettamente intesa. Si tratta dunque della cosiddetta mobilità in uscita. Quella che smentisce la …

"Ma quel sistema non assicura neanche la «governabilità»", di Michele Prospero

Non si può parlare di presidenzialismo, vale a dire di una organizzazione del potere del tutto difforme da quella ora vigente in Italia e in gran parte delle democrazie europee, in una maniera solo propagandistica, e cioè senza alcun riguardo alla complessità anche tecnica di un problema che ha profonde implicazioni storiche e politiche. Il passaggio da una forma di governo parlamentare flessibile a un regime di tipo presidenziale non solo non avviene mai a freddo, e senza scosse traumatiche nella vita di una nazione, ma contiene una tale potenza simbolica da mutare alla radice la mappa delle culture istituzionali e la geografia dei partiti. La carta che Berlusconi ha deciso di giocare è solo una trovata disperata di chi sa comunque di stendere cortine fumogene e poi ignora persino i termini istituzionali più essenziali della questione. In fondo la sua è una ennesima prova di carenza di ogni senso dello Stato. Dichiara infatti il Cavaliere che a indurlo sul carro della scelta presidenziale è stato lo spettacolo recente vissuto dalla Francia. In gran fretta …

"Fornero bifronte", di Pippo Frisone

Ci mancava anche questa! Nello sfilacciatissimo clima politico-sindacale l’ultima sortita della ministro Fornero non fa altro che gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Dire che “ anche gli statali siano licenziabili ”a pochi giorni dalla firma dell’accordo sul pubblico impiego oltre che un’invasione di campo bella e buona, è uno sgambetto al suo collega e ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi. Mentre il ddl sul mercato del lavoro passa alla Camera, facendo quasi piangere la ministra per l’emozione di veder approvata la “sua riforma”, questo sembra un motivo in più alla battagliera ministro per rinfocolare le polemiche coi dipendenti pubblici e i sindacati, rischiando cosi di far saltare le faticose mediazioni e i fragili equilibrismi contenute in quell’accordo. E’ vero che nell’art.2 del ddl è contenuta una delega alla Funzione Pubblica affinchè le norme sull’art.18 siano armonizzate e adattate anche al settore pubblico. Estendere “tout court” il nuovo art.18 al pubblico impiego come vorrebbe la Fornero , equiparando una volta per tutte il settore pubblico a quello privato, si scontra apertamente con quanto contenuto nel …

Puglisi: "Il Pd promette di rimettere in vetrina i 'gioielli di famiglia' della scuola"

“Quando torneremo a governare rimetteremo in vetrina i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: scuola dell’infanzia, tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze. Vogliamo innovare dal basso la scuola secondaria di primo e secondo grado, quella in cui si manifesta il calo degli apprendimenti e la dispersione degli studenti e delle studentesse italiane, attraverso lo scambio di buone pratiche, l’infrastrutturazione tecnologica delle scuole e la formazione in servizio degli insegnanti. La riforma che serviva l’abbiamo fatta noi e si chiama ‘autonomia scolastica’. Una riforma che per poter essere sviluppata appieno ha bisogno di stabilità di risorse umane e finanziarie. Un organico funzionale stabile per ogni scuola autonoma, con cui poter progettare e sperimentare in libertà l’innovazione didattica che serve ai nostri ragazzi per superare i divari nei livelli di apprendimento, abilità e competenza, rispetto dai propri coetanei europei”. È quanto ha detto Francesca Puglisi Responsabile Scuola della segreteria Pd alla Conferenza nazionale per la scuola dei nativi digitali “Un nuovo alfabeto per l’Italia”, organizzata dal Pd e in corso di svolgimento …

"Guerra dei rifiuti, salva Villa Adriana", di Giovanni Valentini

Siamo obnubilati a tal punto dalla crisi del sistema in cui viviamo che ormai rischiamo di ridurci all´aberrante alternativa fra spazzatura e cultura, rifiuti e beni archeologici, monnezza e patrimonio mondiale dell´umanità. Una discarica non può valere per nessuna ragione un “unicum” come Villa Adriana. E perciò le dimissioni del prefetto e “commissario delegato” Giuseppe Pecoraro, di fronte all´altolà del ministro Clini (Ambiente) e alle ambiguità del ministro Ornaghi (Cultura), sono un atto tanto apprezzabile sul piano personale quanto dovuto sul piano politico. Quella di realizzare la nuova discarica di Roma a Corcolle, ad appena un paio di chilometri dalla storica Villa dell´imperatore Adriano protetta dall´Unesco, era evidentemente una proposta del tutto “insensata”, come l´hanno bollata gli eco-dem Ferrante e Della Seta. Non si può lontanamente immaginare, neppure in un momento di disperazione o di oblio, di trasformare un “luogo dell´anima” ovvero della contemplazione più sublime in un luogo maleodorante della putrefazione. Più che un errore o una scelta sbagliata, sarebbe stato un oltraggio alla nostra storia collettiva; un insulto a quel prezioso deposito di …