"Obama e i gay, idealismo e calcolo politico" di Gianni Riotta
Il sì ai matrimoni omosessuali è il primo atto storico di Barack Obama. In piena campagna elettorale per la Casa Bianca 2012, schiera il Partito democratico in quello che è oggi, con l’aborto, il più urticante scisma culturale tra progressisti e conservatori, 50% a favore, 48% contro. Il Presidente ha detto: «È per me importante affermare che le coppie omosessuali debbano potersi anche sposare», subito schermando la sua decisione dietro Marines gay al fronte; funzionari del suo staff «monogami e fedeli, con bambini» clandestini perché non eterosessuali; le figlie Malia e Sasha con compagne di scuola figlie di gay. Obama ha cambiato parere da quando, in campagna per il Senato 2004, disse: «Per la mia fede religiosa credo che il matrimonio sia sacramento che lega un uomo a una donna». Nel saggio «L’audacia della speranza», 2006, farà un passo in avanti, nel suo stile cerebrale: «Non è impossibile che la mia scelta di non voler sostenere i matrimoni gay sia fuori rotta». Infine il sì netto. Ci sono nella svolta di Obama una dose di …