"Un nuovo patto", di Nadia Urbinati
C´è ancora spazio per una politica progettuale in Occidente? Dopo la stagione riformatrice guidata dalla terna Clinton-Prodi-Blair sarà la volta di Obama-Hollande-Monti? L´analogia tra i due tempi del riformismo occidentale ha fatto timidamente capolino in alcuni blog stranieri in coincidenza con il recente summit di Chicago che ha, da un lato, rilanciato il ruolo internazionale del nostro paese e, dall´altro, decretato la sconfitta dell´austerità senza espansione. Il bisogno di immaginare una nuova strada dove sicurezza sociale e libertà riprendano a marciare insieme non è solo dell´Europa. Gli Usa non ne hanno meno bisogno. Senza giri di parole, soprattutto dopo la vittoria di Hollande e le sconfitte elettorali del partito della Merkel, un nuovo New Deal sembra meno utopistico oggi di quanto non lo fosse qualche mese o poche settimane fa. L´opinione pubblica è sempre più convinta che i governi debbano riprendere in mano la progettualità sociale ed economica e soprattutto togliere alla agenzie private di rating il potere arbitrario della reputazione (e della sfiducia). I governi sembrano meno entusiasti dell´opinione dei loro paesi ma non …