Doccia fredda sui circa seimila dirigenti scolastici, docenti e personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario che, maturando entro la fine dell’anno scolastico 2011/2012 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente l’entrata in vigore della riforma Fornero, speravano in una deroga alle disposizioni contenute nel predetto articolo che consentisse loro di accedere al trattamento pensionistico a decorrere dal 1° settembre 2012.
Il governo, attraverso le parole del vice ministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone, pronunciate in sede di risposta ad una apposita interrogazione parlamentare sulla disciplina previdenziale del personale del comparto scuola, ha precisato che tutte le deroghe in materia sono state previste a protezione dei soggetti che, con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, si sarebbero trovati privi di retribuzione e di pensione. Non sussistono invece specificità di carattere previdenziale del comparto scuola tali da giustificare una regolamentazione differenziata rispetto alla generalità dei lavoratori, a parte l’obbligo di accedere al pensionamento il 1° settembre di ogni anno.
L’eventuale slittamento al 31 agosto 2012 dei tempi per la maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione richiesti dalla previgente normativa (per la pensione di vecchiaia degli uomini, 65 anni di età e 61 anni per le donne entrambi con almeno 20 anni di contribuzione; per la pensione anticipata la quota 96), risulterebbe inoltre, stando al significato letterale delle parole pronunciate dal vice ministro, asistematico e necessiterebbe di una specifica iniziativa legislativa con individuazione di idonea copertura finanziaria.
da ItaliaOggi 30.05.12
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