"Il dovere della verità" di Massimo Giannini
Corvi in Vaticano, talpe a Palazzo Chigi? Il giallo del disegno di legge sulla riforma dell´organismo disciplinare per l´operato dei magistrati è molto più di un incidente di percorso. Forzatura burocratica, manovra politica. Qualunque sia il movente, è un episodio grave e inquietante, che si verifica nel cuore della struttura di governo e si traduce nella sconfessione pubblica di uno dei suoi uomini più rappresentativi: Antonio Catricalà. La smentita della presidenza del Consiglio è netta: quel testo, anticipato ieri da Repubblica, esiste ed è stato all´attenzione del governo. Ma il premier Monti «aveva già da tempo ritenuto tale iniziativa inopportuna e non percorribile». E il guardasigilli Severino l´aveva bocciato, considerando «impossibile una simile riforma attraverso legge ordinaria anziché costituzionale». A questo punto una domanda si impone: chi e perché lo ha promosso e lo ha portato avanti? La portata tecnicamente eversiva di quel disegno di legge è sotto gli occhi di tutti. Come hanno scritto ieri sul nostro giornale Liana Milella e Gianluigi Pellegrino, con quelle norme si sarebbe stravolto, per via legislativa, un principio …