Giorno: 25 Maggio 2012

"Bersani: il rinnovamento del Pd è gia iniziato", di Giovanna Casadio

Bersani, com´è ovvio, non ci sta. Finire sotto processo avendo vinto nella stragrande maggioranza dei comuni al voto, irrita il segretario dei Democratici. E se gli si chiede: «Allora, il Pd ha paura del rinnovamento?». La risposta è secca: «Il nuovo noi l´abbiamo già, basta scoprirli i giovani sindaci, i nuovi amministratori, anche i parlamentari di ultima leva. Non sono affatto messi di lato, forse sono meno visibili perché non vanno nei talk show… ma sono pienamente in campo». Esempi? Il neo sindaco di Alessandria, Rita Rossa. E quello di Asti, Fabrizio Brignolo… Detto questo, Bersani sa bene che la sfida è complicata e che il Pd ha vinto ma non convinto, se l´astensionismo è stato da record, se non è riuscito a drenare voti al centrodestra ormai nel caos, se c´è stato il boom di Grillo. Il tribuno cinquestelle attacca di nuovo il leader del Pd, che evita questa volta di rispondergli: «Dica pure… «, lo liquida. Però i grillini non possono essere sottovalutati né ignorati. Di tutto questo, ma soprattutto delle preoccupazioni per …

"La sfida del Pd riguarda i giovani", di Alfredo Reichlin

Sbaglia chi sottovaluta l’importanza della nostra vittoria elettorale. Capisco tutti i «se» e tutti i «ma» ma certi fatti sono impressionanti. Per esempio il fatto che tutte (o quasi) le città del Nord, il famoso Nord delle partite Iva e del triangolo industriale nel quale si diceva che la sinistra (questa sinistra così stupida, così antipatica, così inesistente) non poteva più mettere piede, sono governate dal Pd. Cambia qualcosa del volto dell’Italia. Vedo anche che questo Pd, così stupido, così antipatico, così inesistente, si colloca ormai al centro della situazione politica in quanto è il solo in grado di aggregare le forze democratiche e può portarle nella nuova corrente riformista che finalmente si sta formando in Europa e che ricomincia a vincere. Per cui cambiare diventa possibile. Vedo tutto questo. Ma il risultato elettorale suscita in me anche altri pensieri. Il principale è se noi siamo all’altezza della situazione. In altre parole, se siamo in grado di rispondere all’interrogativo cruciale, davvero drammatico che si è riaperto a questo punto della nostra storia repubblicana. Dove va …

"La grande rovina di Villa Adriana", di Francesco Merlo

Trovo più facilmente la discarica di Corcolle che Villa Adriana. I pochi segnali stradali mi mandano sia a destra sia a sinistra ma finisco davanti a un muro cieco, dietro il quale non c´è ovviamente Villa Adriana ma ancora e sempre spazzatura. «Non vogliamo i rifiuti di Roma» annunzia il primo cartello veramente chiaro in questa giungla stradale che è fatta per perdersi, per non arrivare mai. Anche i presìdi di rivolta dei tivolesi non sembrano accampamenti ordinati a difesa delle vestigia dell´imperatore, ma una rimessa di rancori contro la metropoli che prima li ha espulsi e poi li ha chiamati burini: «Roma Zozzona, Tivoli non perdona». Di sicuro, adesso che è stata decisa, quasi tutti scaricano la discarica: il sindaco, la Regione… e anche il ministro Ornaghi che non si riconosce nella figura di Ponzio Pilato ma, proprio come il procuratore della Giudea, minaccia le dimissioni invece di darle. L´Italia, come si sa, è una discarica di dimissioni minacciate e mercoledì scorso Ornaghi, invece di visitare con Monti e con la Cancellieri le macerie …

"Il terremoto in Emilia: perché una politica di tutela del territorio", di Vanni Bulgarelli e Sergio Gentili

Ancora lutti, ancora distruzioni. Case, fabbriche, edifici sono crollati questa volta in Emilia. Qualche mese fa l’acqua e il fango avevano duramente colpito Genova e le Cinque Terre. Poi, a ritroso, altri terremoti, alluvioni, frane. Viviamo in un Paese straordinario per natura, storia e cultura, ma fragile. Esposto più di altri alle calamità naturali. Tagli irresponsabili delle risorse per la difesa del suolo, malgoverno del territorio, forte urbanizzazione e incuria del patrimonio edilizio storico rendono gli eventi naturali estremi, nell’era dei cambiamenti climatici, più devastanti. Lo diciamo ancora una volta: la manutenzione del territorio e dei suoi beni è tra le più importanti opere pubbliche, sono infrastrutture per lo sviluppo del Paese e la protezione delle persone. Eppure, in questi giorni si fanno ancora solo elenchi di strade e autostrade. Serve una politica nazionale di prevenzione e protezione dei territori, con un patto tra comuni, regioni e stato, per un governo integrato del suolo, limitandone l’uso a fini insediativi, con strategie condivise di recupero e tutela. È indispensabile ed urgente una politica nazionale per le …

"Quanto è "tech" la scuola italiana? Studenti promossi, prof rimandati" da repubblica.it

In una scuola, quella italiana, dove solo il 7% delle classi è coperto da una qualche connessione internet (in Inghilterra cento ogni cento, tutte sotto la banda larga), un sondaggio Ipsos commissionato dal Pd scuola rivela che i nostri insegnanti vorrebbero più tecnologia fra i banchi e sovrastimano le loro (basse) competenze digitali. Ancora, gli studenti pure vorrebbero più tecnologia a scuola, ma raccontano ai sondaggisti la verità sulle loro (alte) competenze digitali. I maestri e i professori italiani intervistati hanno consapevolezza che con il multimediale in classe le lezioni sarebbero più stimolanti, il loro status crescerebbe e dopo una decina di anni di sottovalutazione da parte della politica scelgono di rispondere difendendosi: siamo bravi, siamo pronti per la scuola 2.0. Un Invalsi della tecnologia, un test a controllare le loro attitudini e soprattutto l’applicazione di internet alla loro didattica, in verità potrebbe diventare una Waterloo per la classe insegnante. Nello stesso sondaggio Ipsos, non è un caso, sono gli studenti a ridurre le potenzialità tecnologiche dei loro “prof”: se il 93% dei docenti si …

"Le astuzie dei falsi riformatori" di Ugo De Siervo

Come era immaginabile, l’adozione della nuova legge elettorale non solo ritarda, ma rischia di non avvenire, sia perché continuano a succedersi proposte eterogenee di nuovi sistemi elettorali (fatte e disfatte a seconda di quelle che sembrano le momentanee tendenze elettorali), sia perché l’opportuna riduzione del numero dei parlamentari comporta che si modifichino due articoli della Costituzione, dovendosi pertanto seguire una procedura più lenta. In verità, anche la modifica della legge elettorale esige che la sua approvazione avvenga per tempo: volendo essere ottimisti, per applicare un nuovo sistema elettorale occorrono quanto meno quattro/cinque mesi per l’impegnativo lavoro di ridisegnare i confini dei nuovi collegi elettorali (le importanti circoscrizioni entro cui si svolge il confronto elettorale). Ciò vuol dire che la legge elettorale dovrebbe essere adottata non oltre la fine del prossimo autunno; di conseguenza la riforma costituzionale che abbassa il numero dei parlamentari deve entrare in vigore poco dopo la ripresa dei lavori parlamentari. In realtà quindi i tempi sono strettissimi. Occorre che il Senato, che ha appena iniziato nella commissione Affari Costituzionali l’esame del disegno …

"Il PD dopo lo tsunami", di Miguel Gotor

Il partito democratico ha vinto queste elezioni amministrative, ma… Ma da questo dato bisogna cominciare a ragionare, evitando di sopravvalutare le dimensioni del successo e soffermandosi sul contesto in cui esso è maturato e sulla fluidità del suo valore politico. Il Pd è sopravvissuto a uno tsunami e ora si trova nella poco invidiabile situazione di aggirarsi in un panorama di desolanti macerie, da solo contro tutti. Anzitutto è necessario concentrarsi sugli errori da non commettere. Il primo è quello di sottovalutare il dato impressionante dell´astensionismo che rivela l´esistenza di una maggioranza di italiani ancora in attesa di decidere. Inutile nascondersi dietro a un dito: se il centrosinistra vuole vincere le elezioni politiche del 2013 dovrà porsi l´obiettivo di conquistare la fiducia di questo elettorato rimasto alla finestra. Alcuni dati invitano a relativizzare anche le vittorie a prima vista migliori. Prendiamo il caso di Genova: in una città con 500 mila elettori, Doria ha vinto le primarie con 11 mila voti, è diventato sindaco conquistando la fiducia di 114 mila cittadini e, tra il primo …