Ancora lutti, ancora distruzioni. Case, fabbriche, edifici sono crollati questa volta in Emilia. Qualche mese fa l’acqua e il fango avevano duramente colpito Genova e le Cinque Terre. Poi, a ritroso, altri terremoti, alluvioni, frane.
Viviamo in un Paese straordinario per natura, storia e cultura, ma fragile. Esposto più di altri alle calamità naturali. Tagli irresponsabili delle risorse per la difesa del suolo, malgoverno del territorio, forte urbanizzazione e incuria del patrimonio edilizio storico rendono gli eventi naturali estremi, nell’era dei cambiamenti climatici, più devastanti.
Lo diciamo ancora una volta: la manutenzione del territorio e dei suoi beni è tra le più importanti opere pubbliche, sono infrastrutture per lo sviluppo del Paese e la protezione delle persone. Eppure, in questi giorni si fanno ancora solo elenchi di strade e autostrade. Serve una politica nazionale di prevenzione e protezione dei territori, con un patto tra comuni, regioni e stato, per un governo integrato del suolo, limitandone l’uso a fini insediativi, con strategie condivise di recupero e tutela. È indispensabile ed urgente una politica nazionale per le nostre piccole e grandi città, che non possono essere lasciate sole, con sempre meno risorse e poteri, soprattutto in caso di gravi calamità. Il decreto per il riordino della protezione civile proposto dal Governo, va modificato e ripensato alla luce di un confronto più ampio con le regioni e gli enti locali.
Il finanziamento del sistema degli interventi di emergenza e ricostruzione non può avvenire solo a scala regionale, con altre tasse sulla benzina. L’assicurazione per i danni provocati a persone o cose non può essere un fatto privato e a carico dei singoli. Se viene meno la solidarietà nazionale, sarà più costoso per i cittadini assicurarsi e ricostruire. Più grave sarà l’onere per chi non potrà permetterselo o vive in zone, dove più forte è stata l’incuria dei pubblici poteri. Occorre per questo mantenere una dimensione nazionale degli interventi e dei finanziamenti, istituendo un sistema di assicurazione pubblico, compartecipato anche dai cittadini, magari utilizzando una quota delle tasse che già gravano sugli immobili come l’Imu, che integri i fondi per l’emergenza e garantisca uguali risarcimenti e aiuti, qualunque sia l’area interessata e il censo dei colpiti. Di fronte alle catastrofi naturali siamo tutti uguali e insieme dobbiamo prevenire, proteggere, ricostruire. Prevenzione e recupero Serve un patto tra comuni, regioni e Stato, per un governo integrato del suolo
l’Unità 25.05.12