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"Diecimila insegnanti in esubero riconvertiti sul sostegno. Ed è polemica", di Salvo Intravaia

Taglio di 10 mila posti in arrivo attraverso la riconversione su sostegno degli insegnanti in esubero. Ma le associazioni di precari e di genitori non ci stanno. Lo scorso 16 aprile, il ministero dell’Istruzione ha emanato il decreto che consentirà a oltre 10 mila insegnanti in esubero – senza più una cattedra sulla quale insegnare a causa del megataglio di 87 mila posti operato dalla gestione Gelmini/Tremonti – di acquisire la specializzazione prevista per insegnare agli alunni portatori di handicap ed allontanare lo spettro della mobilità forzosa e del licenziamento.

Ma per la Flc Cgil “non è così che si risolve il problema degli esuberi”. Lo scorso mese di dicembre, sembrava tutto pronto ma poi l’Ansas – l’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica – preferì ritirare il bando per il reclutamento dei tutor per i corsi di riconversione che organizzeranno le università. A spingere il ministero a una pausa di riflessione sono state le proteste delle associazioni di disabili, Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) in testa, che non ritenevano sufficiente un corso di appena 120 ore per trasformare docenti in esubero in insegnanti di sostegno.

Ma dopo una revisione del bando che prevede un corso di 426 ore strutturato in tre livelli – base, intermedio e avanzato – il mese scorso è stato pubblicato il decreto che lancia i corsi. “Riteniamo che il tema esuberi per il comparto scuola – spiega Domenico Pantaleo – non possa essere archiviato stabilendo una riconversione su sostegno, volontaria, ma che nei fatti si traduce in scelta obbligata, essendo allo stato l’unica scelta possibile”. Entro il 25 maggio, i direttori scolastici regionali dovranno comunicare al ministero i nominativi di coloro che intendono seguire i corsi di riconversione e subito dopo partiranno le lezioni.

I docenti in esubero sono attualmente 10.443 e parecchi stanno aderendo alla proposta del ministero di riconvertirsi. Ma “è evidente – continua Pantaleo – che l’effetto di tutto ciò determinerà una ulteriore perdita di posti per i docenti a tempo determinato, innescando l’ennesima contrapposizione tra il personale”. I precari che lavorano su sostegno, alcuni da anni, sono almeno 40 mila e saranno proprio loro i primi a fare le spese della riconversione dei colleghi in esubero perché il decreto che istituisce i corsi prevede che basterà superare la prova finale del livello base per essere “utilizzati su posto di sostegno”.

Basterà seguire cioè 120 ore di corso per entrare in classe e lavorare con gli alunni disabili. Ma i precari non ci stanno. Pochi giorni fa, un gruppo di supplenti di Reggio Calabria ha scritto al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, manifestando tutte le loro perplessità. “Vogliamo sottolineare che tali corsi generano una disparità di trattamento fra docenti, in quanto il titolo verrà conseguito con modalità diverse rispetto a quelle richieste al personale oggi in servizio, innescando una poco costruttiva ‘guerra fra poveri’, arrecano un notevole danno agli studenti”.

I precari, per ottenere la specializzazione su sostegno, hanno seguito corsi di due anni (per 800/1.600 ore) mentre ai docenti in esubero ne basteranno appena 120. “I percorsi di riconversione, che si effettueranno in modo affrettato e quindi superficiale, saranno frequentati da docenti, per la maggior parte, demotivati e poco inclini a tale tipo di insegnamento, considerato solo un ripiego per evitare la mobilità forzata o addirittura il licenziamento. Noi , precari di sostegno siamo fantasmi per la scuola, ma fantasmi che hanno lottato per acquisire la propria professionalità, che hanno affrontato anni di studio, che hanno coperto sedi disagiate, che hanno affiancato allievi con le più diverse patologie, che si sono aggiornati a loro spese”. E invitano Profumo “ad analizzare bene la situazione” per evitare di “essere privato del proprio lavoro e della propria dignità”, di diventare “figli di un Dio minore” a quarant’anni ed oltre.

da repubblica.it