Giorno: 18 Maggio 2012

Sempre precari. Quando non basta il «pezzo di carta», di Massimo Franchi

Un tour nei luoghi del precariato piu subdolo, quello dei professionisti. La Cgil prende l’autobus e va alla ricerca di finte partite Iva e praticanti sfruttati da tutelare. Una mattina di sole estivo per fare proselitismo tra i giovani, per metterli al corrente dei loro diritti e del fatto che il sindacato vuole rappresentarli, farsi carico dei loro problemi. Si parte con il double-decker londinese scoperto che parcheggia davanti alla Sapienza e srotola il frullatore e la lavatrice, simboli della situazione in cui vivono i giovani precari, che campeggiano sui manifesti della campagna conilcontratto. it, provocando la curiosita di tanti studenti. Assieme alle loro organizzazioni (Udu e Link) si va a volantinare ≪per far sapere a tutte le migliaia di studenti di Giurisprudenza all’ultimo anno che potrebbero iniziare il loro tirocinio di 18 mesi utilizzando gli ultimi 6 mesi all’universita, ma che per farlo serve un protocollo con il rettorato che ancora non c’e≫. Una delle caratteristiche comune a questa galassia e infatti quella che tutto resta sulla carta, prima fra tutti i diritti. Cosi …

"Una democrazia porosa salverà l'Europa", di Andrea Manzella

Il discorso sulle riforme della Costituzione prosegue al Senato: estenuato dalle attese, condizionato dagli 8-9 mesi che appena mancano alla fine naturale della legislatura. Ma forse, sotto la spinta propulsiva del Capo dello Stato, il tempo c´è per fare due, tre cose essenziali al rifunzionamento del meccanismo istituzionale, in risposta alle domande più pressanti dell´opinione pubblica. Vi è però la necessità che in quel discorso sia anche presente quello che è divenuto il punto focale della politica. Il punto è che la vera questione costituzionale del nostro tempo è ora il rapporto tra la democrazia statuale e l´economia finanziaria. Da problema tecnico che sembrava all´inizio della Grande Crisi, esso ha preso impetuosamente il centro della scena. Anzi, ha reso irrilevante ogni posizione politica e istituzionale che ad esso non si richiami più o meno direttamente. Ogni giorno di più le cifre del disavanzo, dello spread, del debito si sono tradotte in parole incisive e decisive sulla vita della gente: sulla scuola, sul lavoro, sul futuro. E, dunque, cifre e parole preponderanti nel modo di essere …

"Gli organici disorganici", di Pippo Frisone

Nelle scuole è tempo di organici, vale a dire con quanti docenti dovranno funzionare le scuole. E’ del 29 marzo la Circolare che anticipa le poche novità contenute nello schema di decreto interministeriale, emanato di concerto tra ministro dell’istruzione e ministro dell’economia. Una procedura complessa quella sugli organici, divenuta negli anni un ginepraio di norme, leggi, regolamenti, ordinamenti, circolari, intese e via complicando. Infatti occorrono tre pagine del decreto interministeriali per richiamare ben 28 norme di leggi o regolamenti, non sempre in totale sintonia tra loro, come quelle sul tempo pieno nella primaria o sulla sicurezza. L’obiettivo è sempre lo stesso: razionalizzare la spesa sul personale ovvero tagliare più che si può. La catena di comando sugli organici rimane ancor oggi ancorata al più rigido centralismo burocratico, formalmente nelle mani del Miur ma sostanzialmente in quelle del Tesoro. I vincoli di spesa contenuti negli annuali DPEF e le clausole di salvaguardia fanno il resto. In tale ottica gli organici vengono determinati annualmente a “budget”. Per il 2012/13 è stata confermata la stessa dotazione del 2011/12 …

"La lunga storia dei soldi padani", di Alberto Statera

“Aja vara nagott/ Sti due fioo.” Traduzione dal dialetto lombardo: “Non valgono niente questi due ragazzi”. Umberto Bossi agli albori della carriera politica amava verseggiare in dialetto e questo è l´incipit di una sua poesia di quegli anni, che si rivela adesso lungimirante per le gesta dei suoi figli scioperati: Renzo il Trota e Riccardo, aspirante pilota detto Sfasciamacchine. Che ricevevano, tra molto d´altro, una paghetta di 5 mila euro mensili ciascuno, attinti dal finanziamento pubblico con mandati firmati dal papà. L´ode bossiana, nella libera traduzione in italiano, prosegue così: “Buttali nel laghetto/ Con le scatole vuote dei pomodori e le carte del burro/ Cinquant´anni in due non sono pochi/ I pioppi ogni otto anni sono abbattuti dal padrone”. Insieme ai due fioo, abbattuto nel laghetto tra i pomodori marci è ora finito anche il monarca napoleonico della Lega Nord, principe del reame italico del familismo amorale. Gli sviluppi dell´inchiesta, che sembrano lasciare non molti dubbi sul fatto che il Senatùr fosse al corrente della distrazione di milioni di euro pubblici a favore suo e …

"Le scelte non più rimandabili", di Stefano Lepri

Ormai ce lo sanno dire tutti. Tutto il mondo sa che cosa l’area euro dovrebbe fare per uscire da questa nuova stretta. Consigli analoghi vengono dal Presidente degli Stati Uniti, dal Primo ministro britannico, dal Fmi; manca solo che ci si metta anche la Cina. Nelle ultime ore qualcosa sembra muoversi, in Germania. Ma non c’è più tempo per caute correzioni di rotta. Il momento per decidere è ora. Non è un tracollo dell’euro quello che rischiamo, questo no. L’unione monetaria sopravvivrà; ma dalle scelte che si faranno nei prossimi giorni dipende se al risultato ci arriveremo con affanno e a costi elevati, spinti dall’urgenza di elevare barriere contro un crack della Grecia, o se lo otterremo prima, senza passare per questo trauma, evitando la scia di risentimenti che ci imprimerebbe nella memoria. Speriamo che non sia già troppo tardi per arrestare la frana. Forse è esagerato il timore che ad affossare la Grecia siano già prima delle nuove elezioni i greci stessi. Greci che hanno svuotato le loro banche, inzeppando i materassi di banconote …

Lo spiraglio tedesco "Ora serve unità" di Claudio Tito

«Nessuno di noi può correre il rischio di presentarsi e presentare l´Europa disunita. Né al prossimo G8 di Camp David, né ai prossimi vertici di Bruxelles». Le espressioni di ottimismo sono state lasciate in un angolo. Per tutti la situazione è «difficilissima». La tensione alle stelle. E anche la Conference Call che ha riunito i quattro soci fondatori dell´Unione europea, l´allarme è stato costantemente altissimo. Del resto, la drammatica crisi in Grecia, i dati delle borse continentali e quelli ancor più preoccupanti degli spread con il bund tedesco non potevano rappresentare un segno di incoraggiamento. L´indice di Milano ha toccato il minimo storico dal 2009 e la distanza tra i btp italiani e i buoni di Berlino sono di nuovo schizzati oltre quota 450. Ma per la prima volta Angela Merkel ha aperto un piccolo spiraglio di fiducia. Una disponibilità a valutare se e come allentare i vincoli sugli investimenti; e a rafforzare progetti come quelli sull´agenda digitale che al momento prevede tappe di lungo periodo fino al 2020. Quella frase pronunciata al termine del …

"Nella strage del 1995 furono risparmiate solo le donne. Che oggi, mentre Mladic è sotto processo all´Aja, raccontano. Ma non chiedono vendetta", di Adriano Sofri

Srebrenica è un paesino, lo è sempre stata, tranne che in quel 1995, quando vi si erano ammucchiati a decine di migliaia gli sfollati bosniaco-musulmani. Sarebbe il paesino più triste del mondo, se non vi si arrivasse dopo aver già attraversato al contrario il percorso delle stragi di quei giorni di luglio: Kravica e il magazzino del mattatoio, e Potocari e i capannoni dismessi delle truppe olandesi in cui cercarono invano rifugio i disperati, e l´immenso cimitero memoriale. L´11 luglio di ogni anno arrivano decine di migliaia di pellegrini, famigliari che si raccolgono attorno alle tombe, persone che vengono a capire e ricordare – gli italiani sono i più numerosi. Oggi è un giorno qualunque, e Srebrenica è un paesino scadente, di case brutte, le diroccate e le nuove. In alto c´è la chiesa ortodossa ricostruita. Più giù, dalla moschea ricostruita al margine di una piazza sconclusionata, escono gruppi di donne anziane e qualche uomo che hanno appena partecipato a una cerimonia funebre. Facciamo un giro, andiamo a cercare il locale in cui le donne …