Sindacati sul piede di guerra per le prove che iniziano oggi. Ma il ministro Profumo li difende: “Serve una cultura della valutazione”. E dal prossimo anno in arrivo nuove sperimentazioni. Tra polemiche e “novità” annunciate partono i test Invalsi. Da oggi, due milioni e mezzo di alunni italiani si cimenteranno nei test di Italiano e Matematica, ma come avviene ormai dall’anno scorso la prova è oggetto di mille polemiche: i Cobas e gli studenti la boicottano, mentre Flc Cgil e la Gilda denunciano le pressioni dei capi d’istituto perché le cose vadano per il verso giusto nei giorni in cui è prevista la somministrazione delle prove.
Ma il ministro dell’istruzione Francesco Profumo difende il test nazionale. “L’Italia – dice Profumo – ha bisogno della valutazione: solo guardandosi allo specchio il paese può migliorarsi. La carenza di cultura della valutazione” di cui soffre il paese “ci sta penalizzando nei confronti internazionali”.
Oggi, sarà la volta dei bambini di seconda e quinta elementare alle prese con la prova di Lettura e di Italiano. Domani, gli studenti della prima media affronteranno i test di Italiano e Matematica e dopodomani sarà di nuovo la volta dei bambini dell’elementare, alle prese con la prova di Matematica. La tornata di prove prosegue il 16 maggio con gli studenti del secondo anno delle superiori e si chiude il 18 giugno con le prove per i ragazzini della terza media.
Intanto i Cobas hanno proclamato tre giorni di sciopero. “I Signori Invalsi e il ministero – si legge in una nota del sindacato di base – dopo aver ripetutamente modificato le date dei loro ridicoli quiz, stanno spingendo la grande maggioranza dei presidi ad
esercitare minacce e illegali pressioni su docenti e studenti affinché non si sottraggano alla distruttiva farsa degli indovinelli Invalsi”. E l’Unione degli studenti – al grido di “valutati, non schedati” – invita i ragazzi delle scuole superiori a boicottare i test consegnando la scheda bianca.
Per gli studenti i test “non valutano le buone esperienze educative prodotte nelle classi né fanno emergere i limiti della scuola italiana” e sono inutilmente costosi: “Nel 2011, mentre non si stanziava un euro per finanziare il diritto allo studio o l’edilizia scolastica, si sprecavano 8 milioni” per i test Invalsi.
Ma Profumo è di un altro parere: “C’è un’indicazione forte da parte dell’Europa per tutti i settori. Dalla ricerca, all’università, all’istruzione. L’Italia, pur essendo ricca di eccellenze, oggi si trova in difficoltà nei confronti internazionali proprio a causa della carenza di una cultura della valutazione, che, invece, deve diventare strategica per il futuro”.
La priorità dei test, rassicura Profumo, “non è quella di punire o premiare”. E gli insegnanti che minacciano di aderire allo sciopero? “Chiudersi non serve a nessuno, agli insegnanti dico che solo attraverso una fotografia corretta e trasparente della situazione attuale possiamo cercare di migliorare la scuola. Per questo li invito a partecipare, contribuendo a migliorare il processo di valutazione con le loro osservazioni, fornendoci il loro feedback per avviare un processo migliorativo”.
Intanto, la Flc Cgil ha scritto al ministro per invitarlo ad “intervenire sulle prove Invalsi, al fine di evitare una situazione di crescente tensione e contenziosi legali infiniti. Vi sono istituzioni scolastiche – spiega Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil – in cui i collegi dei docenti hanno espresso pareri contrari e altri dove i dirigenti scolastici non hanno ritenuto obbligatorio chiedere il loro pronunciamento e che ora pretendono di imporre ai docenti di provvedere alla somministrazione delle prove e agli altri adempimenti correlati. La cultura della valutazione non ha bisogno di autoritarismo, ma di processi partecipativi a partire dal pieno coinvolgimento dei collegi dei docenti”.
Anche la Gilda ha stigmatizzato il comportamento del ministero affermando, senza troppi giri di parole che il lavoro riguardante la somministrazione e la tabulazione dei risultati dei test “non spetta ai docenti”. Il perché è presto detto: “Oltre a invadere l’ambito della professione docente – spiega il sindacato – la somministrazione e la tabulazione meccanica non rientra in alcun modo tra le competenze che attengono agli insegnanti perché si tratta di attività riguardanti una valutazione esterna che non spetta ai docenti”. Ma viale Trastevere va avanti e annuncia anche le novità per l’anno prossimo.
Paolo Sestito, commissario straordinario dell’Invalsi, e Roberto Ricci, responsabile del servizio di valutazione, alcuni giorni fa hanno annunciato che le prove si svolgeranno non più su schede cartacee ma con l’ausilio dei computer e verranno lanciate verifiche sperimentali anche sulla conoscenza della lingua inglese e sulle competenze scientifiche nella scuola media. L’Invalsi vorrebbe estendere le prove campionarie ad altri ambiti disciplinari e ad altre classi dell’elementare e della scuola superiore, ma prima occorre una lunga fase di validazione delle prove prima di avviare la sperimentazione
da repubblica.it
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