Mese: Aprile 2012

"L'evasione: scoperti 2.200 imprenditori fantasma sei miliardi di redditi sottratti al fisco", di Valentina Conte

Hanno tutti una caratteristica in comune: non aver pagato le tasse per almeno un anno. La Guardia di Finanza li ha stanati così: 2.192 evasori totali scoperti nei primi quattro mesi del 2012, quasi una ventina al giorno, per oltre 6 miliardi di euro occultati, 650 milioni di Iva non dichiarata, 853 denunciati per non aver presentato la dichiarazione e altri 350 per occultamento o distruzione della contabilità. Invisibili al Fisco, in realtà «facevano la “bella vita” a scapito degli imprenditori leali e rispettosi delle regole – scrive il Comando generale nel comunicato ufficiale – ostentando macchine di grossa cilindrata, ville da sogno e ricchezze accumulate in anni e anni di collaudata disonestà, mentre usufruivano di servizi che non avevano mai contribuito a pagare». Picchi di evasione sono stati riscontrati nel settore del commercio (25% del totale) e in quello delle costruzioni (22%). A seguire, attività manifatturiere (11%), professioni (5,7%), alloggio e ristorazione (5,5%). Per aggirare la scaltrezza di questi evasori totali – che studiano «ogni tecnica per evitare di lasciare tracce» e privilegiano il …

"È finita la favola della Fiducia", di Paul Krugman

Innanzitutto la buona notizia: si ammette finalmente che le misure di austerità non funzionano. Ma ecco quella cattiva: almeno a breve termine, le prospettive di cambiamento appaiono quanto mai scarse. È in quest´ultimo mese che la favola della fiducia è morta. Negli anni scorsi, gran parte dei politici europei, al pari di molti dei loro omologhi ed esperti americani, sono stati prigionieri di una dottrina economica distruttiva: una teoria secondo la quale i governi avrebbero dovuto fronteggiare la depressione economica non già aumentando la spesa per compensare il calo della domanda privata, come indicano i trattati di riferimento, ma attraverso il rigore fiscale e l´abbattimento della spesa pubblica, in nome dell´equilibrio di bilancio. I critici hanno detto fin dall´inizio che in una fase depressiva l´austerità non avrebbe fatto che aggravare la situazione; ma i rigoristi sostenevano il contrario, puntando sul fattore fiducia. «Le politiche atte a ispirare fiducia non saranno certo di ostacolo alla ripresa economica, anzi la promuoveranno», dichiarava allora Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca centrale europea; una tesi riecheggiata al Congresso di …

"Il Paese delle piccole città", di Irene Tinagli

È un’interessante fotografia del nostro Paese quella che sta emergendo dai primi risultati del Censimento 2011. Interessante non solo per ciò che cambia, ma anche (e forse ancora di più) per ciò che invece resta uguale a se stesso, magari anche in controtendenza con quel che avviene nel resto del mondo. È questo il caso della distribuzione geografica della popolazione sul territorio, che resta molto frammentata. Il 66,4% degli italiani vive in città piccole o medie, con meno di 50.000 abitanti, e solo il 22,8% vive nelle 45 città italiane con oltre 100.000 abitanti. Non solo, ma questo dato fa parte di un trend che va rafforzandosi. I Comuni di dimensione medio-piccola (tra 5 mila e 20 mila abitanti) hanno aumentato la popolazione dell’8,1% (un valore quasi doppio rispetto a quello nazionale). Quelli di medie dimensioni del 5,2%, mentre nei Comuni grandi la popolazione è rimasta pressoché stazionaria (0,2%). Le grandi città, in sostanza, perdono abitanti mentre sono quelle medie e piccole ad attrarne. Come indica il documento Istat, nei sei Comuni più grandi (Roma, …

"Se avanza il partito anti-moneta unica", di Gad Lerner

Da sapiente veterano dello show-business, Beppe Grillo ha atteso gli ultimi giorni di campagna elettorale per scaraventarvi dentro un argomento incendiario: l´uscita dell´Italia dall´euro. Bisognerà rispondergli nel merito, con i pro e i contro del caso, senza inutili scomuniche. Perché appare chiaro che un tale argomento incendiario era lì pronto, in attesa del primo imprenditore politico abbastanza temerario da impugnarlo, non più giullare ma attrezzato per ergersi a guida nel caos della grande depressione. Il no-euro ha la forza dell´ambiguità. È al tempo stesso un obiettivo e una profezia che rischia di avverarsi. Lo stesso Grillo non maledice in sé l´idea di una moneta comune fra i popoli del continente. Si limita a sostenere che oggi non siamo in grado di permettercela. Non ha bisogno del nazionalismo protezionista di Marine Le Pen, o dell´anticapitalismo radicale dei comunisti greci, per sostenere la loro medesima volontà di spaccare l´eurozona. Gli basta solleticare la nostalgia popolare per il tempo meno cupo della lira; e pazienza se nel passaggio gestito irresponsabilmente dieci anni fa dalla lira all´euro, come ci …

"Dura polemica fra il comico genovese e i partiti che lo sfidano al confronto sul terreno della politica", di M.Ze.

Mentre Beppe Grillo spopola nei Tg e conquista spazio nel giorno della Liberazione attaccando direttamente il presidente della Repubblica ed evocando a sproposito i partigiani, i partiti, dal Pd, all’Udc all’Idv (con moderazione), prendono le distanze dal comico prestato al Movimento a Cinque Stelle. «Ieri il presidente Napolitano dice il segretario del Pd Bersani durante una conferenza stampa a Como ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti: non si permetta, e non si azzardi a dire cosa direbbero se tornassero i partigiani, che saprebbero cosa dire dell’uomo qualunque». Il comico genovese aveva tirato in ballo i partigiani affermando che oggi, davanti all’attuale crisi politica, «forse riprenderebbero in mano la mitraglia», frase pronunciata durante le celebrazioni del 25 aprile, in coerenza con lo stile oratorio a cui ha abituato il suo popolo. I PARTIGIANI E LA POLITICA «I partigiani replica Bersani ci hanno dato una democrazia, una Costituzione che comprende l’articolo 49, quindi i partiti, che devono ripulirsi perché così non va, ma che sono un’ossatura della democrazia». «Attenzione: aggiungenon cederemo a …

"Rilancio dell'Unione, un gioco a tre Occasione per Italia, Francia e Germania", di Antonio Puri Purini

È giunto il momento dell’azione. Esistono anche i capricci della fortuna nei percorsi della storia. Vanno colti al volo. Oggi si profila per l’Europa la possibilità di arrivare a una sintesi fra rigore e crescita. Per merito di François Hollande, la questione è piombata nel dibattito europeo dopo il primo turno delle elezioni presidenziali francesi. È un’occasione insperata perché l’Europa ritrovi se stessa, l’opinione pubblica capisca che l’unione politica è senza alternative, la politica respinga le soluzioni nazionali (il controllo esterno delle frontiere deve restare responsabilità comune). L’opportunità dischiusasi vale in particolare per Francia, Germania e Italia, Paesi fondatori delle Comunità europee non nello spirito di un rimescolamento delle alleanze ma di un duraturo rapporto a tre. Potrebbero diventare protagonisti di un rilancio dell’Unione capace d’integrare rigore e crescita e, successivamente (ma ogni cosa a suo tempo), riordinare un assetto istituzionale molto confuso. L’Italia che, dal primo incontro di Mario Monti con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy nel dicembre scorso a Strasburgo, ha fatto un cavallo di battaglia del binomio austerità-crescita, può ritrovare in Europa …

"L'argine del Quirinale", di Michele Prospero

C’è un fenomeno scivoloso, e ciclicamente ricorrente in Italia: quello di chi, usando una ideologia regressiva e devastante, intende travolgere i partiti e le rappresentanze. E lo fa in nome di assoluti e indeterminati nuovi inizi da affidare agli scaltri professionisti dell’antipolitica, a digiuno di ogni senso dello Stato. Bene ha fatto, quindi, il Presidente della Repubblica, a coronamento di una riflessione meditata e supportata da una veduta storica ampia, a porsi in esplicita controtendenza rispetto all’oscuro spirito del tempo, che è ormai rigonfio di una brutta antipolitica trionfante anche grazie al cedimento di molti chierici. Il discorso di Pesaro ha posto degli argini robusti. Tutti i pittoreschi personaggi emersi nel ventennio trascorso prima scagliano velenose frecce contro il partito, raffigurato quale simbolo del male assoluto, e poi però ne creano uno del tutto nuovo e lo pongono alle loro esclusive dipendenze personali e familiari, facendone così una creatura davvero bestiale, che si rivela ancora più degenerata e mostruosa di quegli antichi organismi che con sprezzo hanno demolito. Giornali come Il Fatto non l’hanno presa …