"La Repubblica provvisoria", di Ilvo Diamanti
È finita un´epoca. Ripeterlo, come un mantra, serve a evitare di appiattirsi sulla cronaca (giudiziaria o di colore). Che ogni giorno riserva novità. Ieri le dimissioni del figlio del Capo – Renzo Bossi – dal Consiglio regionale della Lombardia. Oggi chissà. Ma gli scandali che hanno travolto il milieu familiare – forse meglio: familista – di Bossi, insieme alla leadership della Lega (in parte coincidenti), rammentano quanto già si conosceva. Che la Lega è divenuta, da tempo, un partito come gli altri. Per alcuni versi: più esposto degli altri alle logiche di sotto-governo. Perché ha occupato una catena infinita di posti di potere, centrale e locale, in tempi molto rapidi. E la sua classe politica è stata reclutata in base a criteri di fedeltà ai leader, non di coerenza con la “missione” del partito. Tanto meno di qualità. Tuttavia la Lega non è – o almeno: non era – un partito come gli altri. È il soggetto politico che ha rovesciato la “Questione nazionale”, storicamente identificata con il Mezzogiorno – l´area dello “sviluppo dipendente”. Ha, …