Mese: Aprile 2012

"Il Pd in Europa. Un fronte più ampio dei progressisti" di Luciano Vecchi

Bene ha fatto il responsabile della politica estera del Partito democratico, Lapo Pistelli, a puntualizzare – su l’Unità del 5 aprile – come l’iniziativa internazionale ed europea del Partito democratico stia riscontrando un grande e generale apprezzamento da parte delle forze progressiste proprio perché si pone l’obiettivo di contribuire a costruire una agenda per il nuovo mondo, allargando il fronte delle forze che possono, se alleate e convergenti, disegnare un nuovo ordine internazionale. D’altronde è questo un elemento costitutivo e, persino, identitario del Partito democratico. «Il processo di unificazione europeo è ancora frenato dalle forti resistenze degli egoismi nazionalistici, che il Partito democratico vuole contrastare per realizzare una compiuta integrazione politica e democratica: tale processo va accelerato, rafforzando la legittimazione e le basi democratiche dell’Unione. Il Partito democratico intende contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centrosinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche e progressiste e promuovendone l’azione comune». Si tratta di uno dei passaggi più significativi del “Manifesto dei …

"Addio Miriam, libera e battagliera."La nostra politica si è fatta storia", di Alfredo Reichlin

Mi è molto difficile dire addio a Miriam Mafai, cara amica, rara. È triste, perfino angoscioso, per me almeno, scrivere queste righe nell’Italia volgare e corrotta di oggi. E avendo nella mente l’immagine fulgente di quella ragazza di allora: come io la conobbi. In un’altra Italia. Nella Roma che usciva dalla guerra povera e affamata nel senso letterale della parola. Ma piena di slancio, di speranze, e soprattutto di fiducia: l’enorme fiducia nell’avvenire di noi ragazzi che avevamo preso le armi. Libertà e giustizia erano lì alla nostra portata. E non parlo solo della libertà politica ma quella di essere se stessi, di crescere, di pensare. Tante cose di quel tempo io ho dimenticato ma non l’ebbrezza della felicità: l’immensa felicità della politica che si fa storia. È lì che conobbi Miriam: bella e ridente, la sua travolgente risata. Era una donna vera. E si portava dietro tante cose: una famiglia straordinaria, il padre Mario Mafai pittore grandissimo e la madre Antonietta Rafael scultrice, misteriosa, l’immagine stessa dell’artista che viene non si sa da dove …

"Come aiutare le imprese a fare sviluppo", di Stefano Fassina

Per capire la discussione e le scelte sul mercato del lavoro italiano va accantonato il marketing sulle condizioni delle generazioni più giovani o sull’attrazione degli investimenti esteri. Per capire, vanno considerati i problemi veri della moneta unica e la ricetta di politica economica definita a Berlino, Bruxelles e Francoforte. La sopravvivenza dell`euro è minata dagli andamenti divergenti della competitività tra le sue diverse aree economiche. L`aumento dei debiti pubblici è conseguenza, non causa, dei problemi dell`euro. L`indicatore primario da guardare è il saldo della bilancia commerciale, non quello del bilancio pubblico. Per aggredire il «problema esistenziale» della moneta unica, la ricetta dettata a Berlino dai conservatori prevede, per ciascun Paese in deficit di bilancia commerciale, la «svalutazione interna»: contrazione della domanda, attraverso politiche di bilancio soffocanti, per ridurre l`import; riduzione del costo del lavoro, attraverso l`ulteriore indebolimento del potere contrattuale dei lavoratori e delle lavoratrici, per aumentare l`export. Qui sta, per l`Italia, la ragione dell`ossessione verso l`articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In Spagna, dove per i licenziamenti illegittimi vigeva già il solo compenso monetario, …

"Base lacerata, la Lega divora se stessa. Dalla foto di gruppo nessuno si salva", di Francesco Lo Sardo

Oggi show dell’orgoglio padano. Ma i triumviri (tra cui Maroni) già affondano. E coi veneti è gelo. Altro che serata dell’orgoglio leghista ferito, stasera, alla fiera di Bergamo – sede “calderoliana” scelta a suggello del patto di non belligeranza tra le due anatre zoppe Maroni e Calderoli – altro che green pride padano. Perché i fatti raccontano un’altra storia. «Ci hanno lasciato tutti a Kooly Noody», canta il fine bodyguard di Rosy Mauro nella hit del suo album Tra dire e tradire, il cui titolo, gira che ti rigira, condensa la metafora della Lega: che ne ha dette tante e tradite moltissime. Quelli di Cald Alcune pennellate sulla situazione, strappato il velo della favola sulla Lega che rinasce dalle proprie ceneri? Un nuovo tesoriere, Stefano Stefani, senatore con la terza media, già finito nell’inchiesta sul villaggio turistico leghista in Croazia ed ex membro del cda della surreale banca leghista Credieuronord. Il neo-nominato triumviro Roberto Calderoli il cui nome («Quelli di Cald come faccio, come li giustifico?») rispunta nelle intercettazioni sui movimenti di soldi di Belsito …

"La nuova indennità di disoccupazione anche per gli esodati", di Enrico Marro

Se non sarà possibile mandare tutti gli «esodati» in pensione con le vecchie regole, si interverrà con un sostegno al reddito, che potrebbe essere l’Aspi, la nuova indennità di disoccupazione contenuta nella riforma del mercato del lavoro che da domani comincia l’iter parlamentare. Una settimana fa il governo ha promesso che entro sette giorni avrebbe fatto luce su quanti sono gli «esodati», cioè quei lavoratori che a causa di crisi aziendali e dimissioni incentivate rischiano di restare senza stipendio e senza pensione dopo il brusco aumento dei requisiti pensionistici dovuto alla riforma Fornero. Domani dovrebbe essere il giorno della verità. È infatti prevista una riunione al ministero dell’Economia tra i tecnici della Ragioneria generale dello Stato, del ministero del Lavoro e dell’Inps. La sensazione è che il governo voglia meglio circoscrivere la platea rispetto ai 350 mila esodati di cui si è parlato ufficiosamente finora e soprattutto individuare le diverse tipologie, che verranno trattate con strumenti differenti. C’è chi potrà andare con le vecchie regole previdenziali e chi appunto dovrà accontentarsi di un sussidio in …

"Partite Iva e contratti a termine: i cambiamenti sono possibili", di Bianca Di Giovanni

«L’impianto deve restare immutato, ma siamo aperti a nuove idee che vengano dal Parlamento». Così il sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà annuncia l’apertura del governo sulla riforma del lavoro, che oggi sbarca in Senato. Alle 19 la commissione Lavoro di PalazzoMadamastilerà il calendario dell’esame, che potrebbe chiudersi in commissione entro in due settimane. Insomma, il varo a giugno non è impossibile. Salvo intoppi, naturalmente. POSIZIONI DISTANTI A leggere le cronache, le posizioni appaiono molto dure, soprattutto sul fronte dei datori di lavoro. Confindustria e le altre associazioni datoriali (Abi, Ania, Rete imprese Italia e l’associazione delle cooperative) terranno un vertice domani per mettere a punto una strategia durante l’esame del testo. Insomma, sembra proprio che si voglia dare battaglia. Dal canto suo il premier è tornato a difendere il testo anche durante la sua visita a Gerusalemme. «Con la riforma attuata dal nostro governo il mercato del lavoro sarà più flessibile a favore delle imprese e meno dualistico , ha detto Mario Monti nel giorno di Pasqua. E ieri dall’Egitto ha aggiunto: sulla …

"Rosi, è ora di lasciare Roma ladrona", di Michele Brambilla

Anche se la stragrande maggioranza degli italiani non lo immagina neppure, Rosi Mauro è la quarta carica dello Stato. In caso di impedimento di Napolitano, l’Italia sarebbe rappresentata dal presidente del Senato, Schifani; in caso di impedimento anche di Schifani, toccherebbe al presidente della Camera, Fini; ma se a quest’ultimo venisse il colpo della strega, la Patria avrebbe la forma e la figura della signora Rosa Angela Mauro detta Rosi. Alla quale ci sentiamo di rivolgere un cortese ma fermo invito: si dimetta. Lasci quella carica: fosse di partito, non ci permetteremmo. Ma è la vicepresidenza del Senato della Repubblica: rappresenta tutti noi e anche qualche nostro illustre antenato. Lei obietterà di non essere indagata. Ma non tutto si misura con il codice penale. Ci sono comportamenti sconvenienti che non sono reati, ma restano sconvenienti. Gentile signora: l’hanno capito anche due persone cui lei dovrebbe voler bene, Umberto Bossi e suo figlio Renzo. Anche loro non sono indagati. Ma quel che è già emerso dall’inchiesta sul conto di entrambi è bastato a indignare non dico …