Mese: Aprile 2012

Ruby, da Berlusconi, 257mila euro a tre testi,Ghedini: «Tutto lecito», di Claudia Fusani

La notizia è di per sé clamorosa: tra luglio e ottobre 2011, in piena crisi economica e politica maancora tenacemente premier, Silvio Berlusconi ha versato 127mila euro, in quattro diverse tranche, a tre testimoni del processo Ruby dove è imputato per concussione e prostituzione minorile. A tre ragazze, Nicole Minetti e le gemelline De Vivo, protagoniste delle serate di Arcore. La spiegazione della notizia, data dall’avvocato Niccolò Ghedini legale di Berlusconi, è ancora più clamorosa: «Nulla di men che lecito», che a ben pensare fa il paio, tre anni dopo, con «l’utilizzatore finale» dei tempi della D’Addario. «È assai usuale e non desta alcuna problematica – spiega l’onorevole avvocato in una nota – che vi siano rapporti economici intercorrenti fra soggetti indagati o imputati e testimoni. In realtà il presidente Berlusconi con la consueta generosità ha ritenuto di aiutare, in totale trasparenza e proprio mediante palese bonifico bancario, delle persone che, a cagione del clamore mediatico creato su inesistenti vicende processuali, stanno vivendo momenti di grande difficoltà familiare, professionale ed economica». Tra la notizia e …

"Le carrette da fermare" di Giovanni Valentini

SE è vero che il mare copre il settanta per cento del pianeta, ed è fondamentale per l’equilibrio ecologico e per la vita dell’uomo, dovremmo preoccuparci di difenderlo meglio. Per tutelare innanzitutto la nostra stessa salute. E invece, lo consideriamo troppo spesso una pattumiera o addirittura una discarica a cielo aperto. Per un disastro ambientale evitato, come sembra fortunatamente accaduto ieri nel porto di Taranto, la verità è che tanti altri ne rischiamo ogni giorno intorno alla Penisola. Il mare è il più grande bene comune di cui dispone l’umanità ed esige senz’altro una vigilanza più adeguata: tanto più da parte di un Paese che, isole comprese, ha circa 7.500 chilometri di coste da salvaguardare. Una risorsa naturale, ma anche turistica ed economica, da cui dipende direttamente la sopravvivenza materiale di una buona parte della comunità nazionale. Abbiamo ancora sotto gli occhi, purtroppo, il naufragio della Costa Concordia davanti al Giglio per non lanciare di nuovo l’allarme. Lì si trattava di una gigantesca nave da crociera, nient’affatto marina, una città galleggiante di dimensioni spropositate che …

Il governo: "Gli esodati sono solo 65 mila" Per l´Inps sono 130.000, per i sindacati 350.000. Cgil polemica: "Dati sballati", di Valentina Conte

Gli “esodati” sono 65 mila e le risorse del governo adeguate. Problema risolto. Dopo settimane di tentennamenti, arrivano le conclusioni del tavolo tecnico tra Inps, Ragioneria, ministero del Lavoro. Ed è subito bufera. A sorpresa, si confermano le stime di dicembre. I lavoratori che rischiano di rimanere senza reddito sono proprio quelli preventivati dalla riforma delle pensioni che ha allungato i requisiti previdenziali e lasciato privi di stipendio, sussidi o pensione migliaia di persone. Non 350 mila, come ipotizzato dai sindacati. Neanche 130 mila, come comunicato alla Camera appena due giorni fa dal direttore generale dell´Inps. Ma 65 mila. Un numero rassicurante per il ministro Fornero, perché già coperto con oltre 5 miliardi in 7 anni (2013-2019) proprio dalla manovra Salva-Italia. Ma che scatena l´ira dei sindacati, oggi in piazza a Roma per il primo sciopero unitario dell´era Monti, a sostegno degli “esodati” e contro le “ricongiunzioni onerose”, dallo slogan quantomai attuale: «Basta promesse». «Dati sballati, il governo scherza col fuoco e nasconde il problema anziché risolverlo», attacca la Cgil, sostenuta dalla Cisl che rincara: …

"Pulizia e giochi di potere" di Michele Brambilla

La giustizia sommaria ha questo di bello: che ti porta a parteggiare per il condannato. Ieri ad esempio ci ha costretti a simpatizzare per Rosi Mauro, alla quale avevamo chiesto, non più tardi di qualche giorno fa, di lasciare la vicepresidenza del Senato. Restiamo dell’idea che la signora avrebbe dovuto lasciarla, quella vicepresidenza: quanto era emerso dall’inchiesta sull’utilizzo dei rimborsi elettorali della Lega la metteva in grave imbarazzo, e chi è vicario della seconda carica dello Stato non può permettersi neanche un’ombra di sospetto. Ma il modo in cui la Lega, ieri, l’ha mandata sul rogo come una strega, ci costringe a solidarizzare con lei. Espulsa dal partito in cui militava da una vita, partendo dai ruoli più umili (c’è chi sostiene che abbia cominciato facendo la portinaia della prima sede milanese, quella di via Arbe). Espulsa dal partito nel quale fino a poche settimane fa aveva un posto di primissimo piano. Cancellata. Indicata al pubblico disprezzo di quei militanti che la osannavano ogni volta che, dal palco di Pontida o da quello di Venezia, …

"Una patrimoniale per trovare le risorse", di Susanna Camusso

La manifestazione nazionale di oggi è la manifestazione di tanti, troppi, che si sono trovati senza un futuro, e senza un presente, perché il governo ha deciso che tagliare sulle pensioni era la via più semplice per fare cassa. Una scelta contrabbandata come giusta per i giovani, ma che ha prodotto infinite ingiustizie, ansie e sofferenze, a tutti coloro che si sono trovati senza lavoro, senza ammortizzatori e senza pensione. A quelli che hanno scoperto che dovevano, per effetto delle ricongiunzioni onerose, ripagarsi i contributi, fino a valutare la scelta di rimanere senza pensione. A coloro, infine, che hanno scoperto che non facevano un lavoro usurante o che i loro contributi per la cassa integrazione straordinaria o la mobilità non valevano ai fini di evitare ulteriori penalizzazioni. Da mesi tante persone vivono in uno stato di incertezza e di paura, senza che né l’Inps, in modo irresponsabile, né il ministero del Lavoro siano stati in grado, in tutto questo tempo, di quantificare il fenomeno, continuando a rinviare il momento in cui affrontare concretamente il problema. …

Bersani: «Questa non è una riformina. E basta gettare fango su tutti», di Simone Collini

Bersani respinge la campagna contro il finanziamento pubblico: «Non accetto che si getti fango su tutto, non tutti i partiti utilizzano i rimborsi per ristrutturare case». Si discute sull’ultima tranche di 100 milioni. «Non accetto che venga gettato fango su tutti». Pier Luigi Bersani vede montare attorno ai partiti una campagna dai contenuti tutt’altro che inediti e dagli esiti ampiamente prevedibili. Grandi gruppi editoriali che mettono in discussione l’opportunità del finanziamento pubblico ai partiti, forze politiche (dall’Idv a Fli, dai grillini a pezzi del Pdl) che ne chiedono la cancellazione. «Non tutti i partiti utilizzano i fondi pubblici per ristrutturare case si sfoga il leader del Pd con chi lo avvicina mentre è in corso la riunione degli sherpa per disegnare le nuove regole serve qualsiasi forma la più stringente per controllare i bilanci ma non accetto che la Lega riesca a distruggere il sistema della democrazia, come era nella sua intenzione originaria. Dai tempi di Pericle, la democrazia ha sempre funzionato con il sostegno pubblico per evitare che il più ricco e il più …

Roma – Manifestazione Comitato Civico "Quota 96"

Roma Piazza Santi Apostoli Il Comitato Civico «Quota 96», costituitosi il 7 marzo scorso, contesta la parte della riforma pensionistica (cosiddetta Fornero) che impedisce a quei lavoratori della scuola che maturano i requisiti nel corso dell’anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione con le regole previgenti alla stessa riforma e li costringe a rimanere in servizio per altri sei lunghi anni. Per il mondo della scuola le cadenze lavorative e pensionistiche sono regolate non secondo l’anno solare, come per tutti gli altri dipendenti pubblici, ma secondo l’anno scolastico. Per esso esiste un’unica ‘finestra’ di uscita: il primo settembre di ogni anno. La legge Fornero, invece, decretando che può andare in pensione nel 2012 con le vecchie regole solo chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre del 2011, ha dimenticato, clamorosamente, la peculiarità del comparto scuola e ha spezzato l’a. s. in due. Le precedenti riforme previdenziali avevano tutte previsto un’apposita normativa volta a salvaguardare tale specificità. La data del 31 dicembre 2011, quindi, non ha alcun senso per i lavoratori scolastici, anzi suona …