"Perchè l'Ungheria spaventa l'Europa", di Adriano Sofri
Se l’Italia delle lauree non ride, l’Ungheria piange a dirotto. La sua nuova Costituzione, il principale colpo di mano della “maggioranza introvabile” di Viktor Orbán, porta in calce la firma del presidente Pál Schmitt, dimesso dopo che gli è stato revocato il dottorato dalla facoltà di educazione fisica: aveva copiato 197 pagine su 215 della sua tesi. Ora è una gara a frugare negli archivi per scovare reciproche false lauree. Oggi Orbán proporrà il suo candidato alla successione, i nomi che corrono sono quelli di János Ader, già presidente del Parlamento, o di József Szájer, ligi parlamentari europei. Gáspár Miklos Tamás, autorevole professore di filosofia spedito anzitempo in pensione – a 62 anni, con altre migliaia, compresi 200 giudici, da una specie di epurazione governativa – si è augurato una Presidente donna, e tanto meglio se zingara e lesbica: e non scherzava. Ci sono paesi segnati da un vittimismo nazionale: la Serbia, per esempio. Ce ne sono altri attraversati da una quantità di vittimismi, ciascuno dei quali ha qualche buona ragione. È il caso della …