Mese: Aprile 2012

"Francia al voto. La sinistra italiana aspetta il vento di Hollande" di Lucia Annunziata

Nelle urne francesi che si aprono domenica avvertiremo anche un assaggio di elezioni in Italia. François Hollande, unico leader di sinistra rimasto in Europa a dire «qualcosa di sinistra», è ufficialmente l’occasione che la sinistra italiana aspetta, il movimento del pendolo che fa cambiare gli equilibri di forza, una nuova locomotiva europea, cui molti Paesi, a iniziare proprio dall’Italia, potrebbero attaccare i loro vagoncini. Con il suo programma di vigorosa spesa pubblica e ridistribuzione delle risorse, partendo da una patrimoniale ad ampio spettro, Hollande è oggi la speranza per il Pd, ma anche per il Sel e molte altre forze, di poter fare in Europa, coperti dalla Francia, quella battaglia che la sinistra non può fare in Italia, per senso di responsabilità e per timore di dividersi. Solita illusione (e quante volte la sinistra italiana l’ha coltivata nei confronti dei colleghi francesi)? O stavolta qualche spazio c’è perché si apra effettivamente un nuovo gioco in Europa? Le risposte sono molteplici, e dipendono da molte componenti, non ultime le evoluzioni possibili dentro il governo Monti, arrivato …

"La scuola: passato, presente e futuro in un mondo che cambia", di Mila Spicola

Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare. Albert Einstein. La frase di Albert Einstein riassume il contenuto di questo articolo. I ragazzi oggi nelle scuole italiane sono messi nelle condizioni peggiori di sempre per imparare. Parleremo di “ambienti didattici”. Reali, gli edifici scolastici, e virtuali, cioè la didattica. Poichè la didattica è , di fatto, un mondo virtuale. “Se c’è un luogo in cui sarebbe meglio che i nostri figli non entrassero sono le aule”. Così concludeva nel settembre scorso il il IX Rapporto “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, presentato a Roma da Cittadinanzattiva. Ultimo tra i tanti che hanno fotografato negli ultimi anni lo stato reale degli edifici scolastici come metafora dello stato ideale in cui versa la scuola in Italia: uno sfascio. Malmesse, degradate, e negli anni sempre più sovraffollate, le aule scolastiche sono da bocciare senza appello. Ai dati allarmanti si aggiunge l’aumento del numero di studenti per aula che non fa che aggravare la situazione. Dal Rapporto emerge …

"La competition di quelli contro", di Mariantonietta Colimberti

Grillo, Di Pietro e radicali, ma anche Renzi: soffia il vento della protesta. Ai nastri di partenza sono un certo numero: almeno tre in prima fila, ai quali vanno aggiunti singoli personaggi per quota-parte. La gara, anzi l’opa, per la conquista della rappresentanza di quella larga – sempre più larga, stando ai sondaggi – fetta di elettorato a vari gradi delusa, indignata, arrabbiata, schifata dalla politica e dai partiti è in pieno svolgimento. Il più scatenato, almeno quanto a urla vere e ad attivismo comiziesco da campagna elettorale per le prossime amministrative, è Beppe Grillo: 104 liste (dice lui, ma sul sito del Movimento 5 stelle ne abbiamo contate 102) sparse sul territorio ma con una fortissima prevalenza in Veneto, Lombardia e Piemonte, l’ex comico si muove in camper annunciando le soste su Twitter e diffondendo filmati su Youtube. La rete, innanzitutto, dalla quale, dice, emergeranno decisioni collegiali se i sondaggi roboanti che danno in crescita i grillini saranno confermati alle politiche del prossimo anno. Intanto, ogni giorno le spara più grosse: ieri ha proposto …

"L’Atto di indirizzo per il 2012 del ministro Profumo" di Osvaldo Roman

Il Ministro Profumo ha formulato ai primi di aprile un “Atto di indirizzo concernente le priorità politiche del MIUR per l’anno 2012”. Con tale Atto egli , oltre che integrare le indicazioni emanate ai primi di novembre 2011 dal ministro Gelmini e raccordarsi alla “Nota integrativa al bilancio di previsione 2012-14”, descrive le priorità politiche in materia di innovazione tecnologica conferitagli come delega nel dicembre 2011. Il Ministro ha dovuto conciliare l’ovvio rispetto delle scelte compiute dal precedente governo in materia di “riforma” (tragico ridimensionamento) del primo e del secondo ciclo di istruzione con la formulazione di alcune linee di intervento di fatto pressoché ignorate nella predente gestione. Tali infatti mi sembrano quelle riguardanti l’impegno di perseguire, nell’ambito di un percorso condiviso con le Regioni, l’attuazione, in materia di istruzione, del Titolo V della Costituzione; la realizzazione di un potenziamento dell’Autonomia scolastica; la sottolineatura di un nuovo approccio, anche sotto il profilo del risparmio energetico, all’Edilizia scolastica; l’insistenza sul tema del nuovo reclutamento dei docenti. In realtà su tutte queste materie, enunciate come finalità, fino …

Scuole per tutti i bambini del mondo "Saranno la forza che aiuta la natura", di Marc Augè

Non si può garantire il futuro dell´uomo dimenticando una parte di individui. L´istruzione è un´arma efficace per padroneggiare i molti aspetti della crescita.Le contraddizioni fra i paesi sviluppati e gli altri, poveri o emergenti, sono una realtà da cui non si può prescindere Bisogna smettere di pensare allo sviluppo solo come produzione di ricchezza senza guardare ai divari sociali. Non sono un esperto di scienze naturali e non posso fare altro che preoccuparmi, come tutte le persone di buon senso, per il modo in cui stiamo maltrattando il nostro ambiente: sia il nostro ambiente immediato e quotidiano che il pianeta in generale, l´atmosfera, l´aria e le acque. Non ho nessuna competenza specifica per dire che cosa si debba fare dal punto di vista tecnico, ma posso cercare di individuare i punti di contatto fra problemi ecologici e problemi sociali. Cominciamo a preoccuparci per il futuro del pianeta. È un sentimento nobile perché riguarda l´avvenire dell´umanità in generale e di quella parte di essere umano in senso lato che è presente in ciascuno di noi. Un …

"Cinque milioni di italiani sono senza lavoro", di T.M.

Cinque milioni di persone in Italia non hanno un lavoro. E il problema è che oltre la metà ha rinunciato anche a cercarlo. Attraverso i dati che fotografano il mercato del lavoro nel 2011, l’Istat ha reso noto ieri che il nostro Paese è afflitto da un numero abnorme di cosiddetti inattivi. Quasi tre milioni di persone che, contrariamente ai disoccupati, non cercano lavoro ma sarebbero disponibili ad accettarne uno. In questo siamo anche, tristemente, campioni europei: un terzo degli inattivi della Ue a 27 vive in Italia. Rapportati alle forze di lavoro, gli inattivi sono l’11,6 per cento, un dato più che triplo rispetto alla media europea di 3,6 per cento. E in crescita rispetto al 2010, quando erano l’11,1 per cento del totale. In tutto, sono 2,897 milioni, in crescita del 4,8 per cento (di 133 mila persone) rispetto al 2010. Si tratta anche del dato più alto dal 2004. E complessivamente abbiamo l’agghiacciante primato di ospitare circa un terzo di tutti gli inattivi d’Europa a 27: 2,897 milioni contro gli 8,566 milioni …

"Lavoro, in tre milioni non ci credono più. Donne le più rassegnate", di Giuseppe Vespo

Christine Lagarde parla di «generazione perduta», mentre l’Istat conta in Italia tre milioni di «inattivi», quelli che vorrebbero un lavoro ma non hanno più voglia o possibilità di cercarlo. «È una mia grande preoccupazione», dice la presidente del Fondo monetario internazionale a proposito del rischio che una bella fetta di europei manchi l’appuntamento con l’occupazione, almeno così come l’abbiamo conosciuta finora. L’ex ministro francese parla della Spagnama pensa all’Italia, e non solo. A chi le domanda come mai il Fmi sia così «severo» con il nostro Paese – ha visto le stime di crescita al ribasso – Lagarde ha risposto che non si tratta di severità,«vogliamo solo che torni l’equilibrio e che il Paese cammini con le proprie gambe». La ricetta si conosce, è sempre la stessa: conti e crescita. Ma tenere a bada i primi e spingere la seconda non è facile, anzi. La realtà, almeno quella di casa nostra, conta tre milioni di persone che vorrebbero lavorare, ma hanno smesso di cercare un’occupazione. Pesano sul totale della forza lavoro per l’11,6 per cento, …