Mese: Aprile 2012

"Ieri il compleanno della senatrice Nobel per la medicina. Gli auguri del Presidente Napolitano", di Chiara Valerio

Rita Levi Montalcini ha compiuto ieri 103 anni. Giorgio Napolitano le ha mandato i più affettuosi auguri di compleanno. Lei ha festeggiato con un brindisi insieme ai suoi più stretti collaboratori. 103 è un numero intero positivo, è un «numero primo», il ventisettesimo per la precisione, ed è anche un «numero felice», il che significa che la somma dei quadrati delle sue cifre dà uno. Non che, da matematico, io sia particolarmente legata alla definizione di numero felice, tuttavia, poiché 103 sono gli anni compiuti ieri Rita Levi Montalcini, mi sento di poter festeggiare fin dalla definizione. 103 dunque è un «numero felice», molto. Ho incontrato Rita Levi Montalcini una sola volta, il 21 aprile del 2009, nella sua casa romana. Silvia Bencivelli, Costanza Confessore, Marco Motta e io l’allora redazione di Radio3 Scienza siamo andati a farle un’intervista in occasione dei suoi cento anni. Insieme a Rossella Panarese, il curatore della striscia quotidiana di scienza su Radio3, avevamo costruito la puntata (Voglio una Rita spericolata) intorno all’idea di un secolo di primati divisi tra …

"Giovani oltre i limiti- Fra sogni e trasgressioni a caccia d’identità", di Carlo Buttaroni*

Si affacciano alla vita scoprendone i drammatici conflitti e gli inevitabili negoziati, insieme alla distanza che separa le loro aspirazioni dalla realtà che si gli apre davanti. All’inizio li orienta la volontà di vivere svincolati da qualsiasi condizionamento, la pulsione a emanciparsi dalla condizione pre-adolescenziale; poi il bisogno di scoprirsi entità autonome, pensanti; infine la scoperta che la vita non può essere che un compromesso tra desideri e necessità. L’altra faccia drammatica della crisi è quella dei giovani che inciampano fra i detriti di sogni troppo precocemente infranti. Avvolti da un’atmosfera rarefatta, senza più alcun punto di riferimento, rassegnati a un deficit di speranza che li porta a vivere un eterno presente dove per usare le parole di Sartre bisogna scegliere tra non essere nulla o fingere quello che si è. In questo habitat malinconico, in cui l’interlocuzione con il prossimo sembra passare quasi esclusivamente attraverso i social network, i giovani provano a muovere i primi passi, alcune volte troppo timidi per essere efficaci, altre volte sotto forma di salti nel buio alimentati dalla crescente …

"L'antipolitica già al potere", di Michele Prospero

Ci sarà un esito antipolitico alla crisi italiana? La furiosa contestazione delle élites di solito apre le danze, mobilitando chi invoca spazi nuovi di agire sociale liberati dagli apparati logori. Poi però compare chi propone di chiudere le operazioni con la macabra esibizione muscolare della destra. Una destra trionfante, peraltro, che celebra la riscoperta di arcane pratiche di dominio personale.Quando si avvicina una crisi di sistema occorre per questo sempre preoccuparsi di scongiurare che i crampi della politica si intreccino con il disagio sociale. Oggi l’Italia è molto vicina a una grande crisi di legittimità che accompagna un oscuro passaggio di fase. Tutto può saltare quando si realizza una saldatura tra questi elementi: lo smarrimento di forze economiche che perdono referenti solidi, lo spaesamento di strati che cedono posizioni di ricchezza e prestigio serbando un grande rancore contro le classi dirigenti percepitecome responsabili del loro declino, la comparsa di metafore anti-convenzionali amplificate dai media, la crisi paralizzante dei soggetti politici tradizionali. Se la sinistra si lascia sorprendere da un cortocircuito culturale e da un allentamento …

"Le imprecisioni del Ministro (o del Ministero)", di Reginaldo Palermo

Colpisce, nel discorso che il Ministro ha pronunciato a Torino al Convegno promosso dalla CEI, la scarsa precisione. Eppure è solo con dati precisi che si possono attivare programmi credibili e realizzabili. Un breve commento alle dichiarazioni del ministro Profumo di cui diamo conto in un apposito articolo è quasi inevitabile. Ci sono diversi punti del discorso del Ministro che non convincono del tutto. Intanto i dati sul numero delle scuole: Francesco Profumo parla di 10mila sedi, ma forse avrebbe fatto bene a precisare a quali ordini di scuole intendeva riferirsi perché secondo i dati più recenti riferiti al 2009/2010 la situazione è questa qui la tabella In qualunque modo si aggreghino i numeri non si riesce a trovare un totale di 10mila sedi. C’è poi la questione dei concorsi. Tralasciando ogni valutazione di carattere politico-sindacale resta il fatto che se davvero il Ministro vuole percorrere questa strada è bene che acceleri (e molto) i tempi. Emanare un bando di concorso non è una operazione semplice, soprattutto per i tempi necessari ad ottenere il visto …

"Francia, tutto può ancora succedere", di Cesare Martinetti

Marine Le Pen è la sola a cantare vittoria e lo fa usando uno slogan del ’68: «Ce n’est qu’un debut, continuons le combat», è solo l’inizio, la battaglia continua. Il padre, Jean-Marie, vecchio combattente della Francia nera di Vichy non avrebbe mai nemmeno pensato di citare gli studenti del Maggio parigino: è il cambio di generazione, da quella post-bellica a quella post-ideologica. E quasi un francese su cinque ha votato per questa signora bionda che promette di far «esplodere i due partiti della finanza e delle banche». I due partiti, o meglio i due capi di quei partiti, sono Nicolas Sarkozy e François Hollande, presidente e sfidante socialista, che ieri hanno avuto il primo verdetto dopo quasi un anno di campagna elettorale: ha vinto Hollande (28,50%), ma meno di quanto si pensava. Sarkozy (27,09%) è l’unico presidente della Quinta repubblica a uscire battuto al primo turno. Ma nel caso di sconfitta tra quindici giorni non sarebbe il primo a non venire riconfermato: è capitato a Giscard d’Estaing nell’81 di fronte a Mitterrand. Anche Hollande, …

"Formazione permanente e certificazione fanno paura al padrone", di Fabrizio Dacrema

La Confindustria ha chiesto lo stralcio dei quattro articoli sull’apprendimento permanente contenuti nel disegno di legge del Governo “sulla riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”. Una presa di posizione talmente arcaica da far tornare alla mente slogan degli anni settanta in cui gli imprenditori erano chiamati padroni. Sebbene poco commentata dagli osservatori la notizia è infatti rivelatrice degli “spiriti animali” che prevalgono nel mondo imprenditoriale italiano nei momenti decisivi. Confindustria si oppone all’introduzione, finalmente anche in Italia, di una normativa ispirata alla strategia europea di lifelong learning: mentre si fa paladina della flexsicurity ne rifiuta così uno dei presupposti essenziali. La flessibilità del lavoro (in entrata, in uscita, nell’organizzazione produttiva) senza sistemi tesi ad accrescere e valorizzare le conoscenze e le competenze delle persone che lavorano (e che cambiano lavoro) sarà sempre e solo una cattiva flessibilità perché si traduce in precarietà e sfruttamento. Gli articoli che agitano Confindustria prevedono la costruzione di un sistema nazionale per l’apprendimento permanente: definizione del concetto di apprendimento permanente e dei soggetti che concorrono alla …

"Sberleffi e striscioni Partigiano contestato in un liceo romano", di Mariagrazia Gerina

Al liceo romano Avogadro un gruppo di studenti legati a Forza Nuova, organizzazione di estrema destra, contesta pesantemente il partigiano Mario Bottazzi. Solidarietà del mondo politico. «Beffato partigiano al liceo Avogadro», hanno rivendicato sul loro gruppo facebook, subito dopo il blitz. Una irruzione durante una assemblea organizzata dal collettivo studentesco del liceo Avogadro di Roma per ricordare il 25 aprile. Per l’occasione, gli studenti del collettivo avevano invitato nella loro scuola il presidente del vicino circolo Anpi, Mario Bottazzi, ex partigiano, che combattè nelle montagne attorno a Piacenza. LA PROVOCAZIONE Iniziativa che a quelli di Lotta studentesca, organizzazione giovanile di Forza Nuova, non è piaciuta per niente. Si sono presentati in tre o quattro, con uno striscione: «Papà castoro raccontaci una storia», lo hanno srotolato, durante l’assemblea, a irridere il testimone della Resistenza, che aveva appena finito di parlare. Favole, secondo loro. «Parlaci piuttosto dei preti cattolici ammazzati dopo la Liberazione», ha chiesto uno di loro. «È chiaro che era una provocazione, meditata e preparata, nel modo più meschino», ricostruisce la scena Mario Bottazzi: «Lo …