Nella roccaforte di Marine Le Pen “Il cuore è rosso, ma la collera nera”, di Marco Castelnuovo
Qui non ci sono picchiatori, uomini neri con la testa rasata, razzisti. Qui non ci sono fascisti. Hénin-Beaumont è il feudo di Marine Le Pen. La donna nera, e non solo perché farà da arbitro al ballottaggio, è una tranquilla cittadina nel Pas de Calais, a settanta chilometri dal confine belga, dove la vita scorreva tranquilla. Nella parte ricca case di mattoncini rossi a un piano, giardino con altalena e barbecue, camino ancora acceso in questa primavera che tarda ad arrivare. Divisa dalla ferrovia che da Lens porta a Lille, la parte più popolare: casermoni del dopoguerra, grigi ma dignitosi, a ospitare i minatori che fino agli anni 70 hanno fatto di questa zona una delle più produttive del Paese. È qui nella parte popolare, sopra un negozio di occhiali, ironia della sorte in rue Rousseau, che Marine ha deciso di rompere con il passato e la figura ingombrante del padre per ricostruire il “suo” Front National. Quello che ha battuto tutti i record, anche quello del 2002 che vide il vecchio Jean-Marie arrivare al …