Manifestazione in piazza Santi Apostoli: tutti coetanei,contro lo «scalone». Presenti due parlamentari del Pd. Una protesta senza precedenti: tutti coetanei. Tutti insegnanti nati nel 1952, con i loro cartelli diretti al ministro Elsa Fornero («La scuola non finisce a dicembre», «La pensione è un diritto, non un privilegio», «Nonna, voglio stare con te»), le magliette con su scritto l’anno di nascita, vignette e disegni sul contestatissimo «scalone». Sono stati circa 300, da tutta Italia, i partecipanti alla manifestazione organizzata dal Comitato civico quota 96 in piazza Santi Apostoli, dalle 10 alle 14 di domenica 29 aprile.
«SONO DISPERATA» – La quota 96, data dalla somma tra età anagrafici e requisiti contributivi troncata dalla riforma Fornero, è stata invocata da tutti i presenti. Molti gli insegnanti in preda allo sconforto. «Mi mancavano tre mesi, ora dovrò lavorare altri 4 anni. Tutti i miei progetti di vita sono stati stravolti», dice Maria Giovanna, da Gallarate, docente in una scuola d’infanzia. È stato il presidente del comitato, Giuseppe Grasso, insegnante di letteratura francese a Roma, a introdurre il dibattito, dopo un breve concerto del Santa Cecilia jazz collective.
L’ANNO SPEZZATO – Principale contestazione: aver previsto che può andare in pensione con le vecchie regole solo chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2011. «Ricordo che, per il mondo della scuola, le cadenze lavorative e pensionistiche sono regolate non secondo l’anno solare – ha detto il professor Grasso – ma secondo quello scolastico, per il quale esiste un’unica “finestra” di uscita: il primo settembre di ogni anno. La legge Fornero, invece, ha dimenticato clamorosamente la peculiarità del comparto e spezzato l’anno in due».
AUTO-ORGANIZZATI – Alla manifestazione, nata spontaneamente grazie al tam-tam sul web, non sono intevenuti rappresentanti sindacali. Dalla maggioranza segnali di solidarietà sono arrivati dal senatore Candido De Angelis (Fli), che ha mandato un messaggio, e dalle parlamentari del Pd Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico, invitate sul palco. «L’assenza di una gradualità nell’innalzamento dell’età pensionabile è figlia – ha aggiunto il professor Grasso – di una insensibilità cieca e irriguardosa, di una disumanità, spiace dirlo, senza precedenti. Non si possono cambiare le regole del gioco a ogni piè sospinto e ignorare le aspettative di chi, alla soglia del meritato e sospirato riposo, se l’è visto soffiare dalle mani». Poi, la stoccata al premier: «Professor Monti, con lei sembra avverarsi la temibile profezia di John Galbraith, e cioè che la politica è la scelta tra il disastroso e lo spiacevole». Per finire, pizza e acqua minerale per tutti, sulle note di Roberto Vecchioni. E anche un piccolo rimborso per i professori della classe ’52 venuti da fuori Roma.
da www.corriere. it Roma
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