Giorno: 28 Aprile 2012

Quota 96, domani Bastico e Ghizzoni alla manifestazione di Roma

Bastico e Ghizzoni sono le uniche parlamentari a parlare dal palco di Piazza degli Apostoli. La senatrice Pd Mariangela Bastico e la deputata Pd Manuela Ghizzoni saranno le uniche parlamentari ad intervenire, domani mattina, dal palco di Piazza degli Apostoli, a Roma, nel corso della manifestazione nazionale organizzata dal Comitato civico “Quota 96” per denunciare la situazione di alcune migliaia di lavoratori del mondo della scuola bloccati sulla via della pensione dalla “Riforma Fornero” che non ha tenuto conto delle peculiarità del sistema scolastico nazionale. Domani mattina a Roma, i docenti e il personale della scuola che fanno riferimento al Comitato civico “Quota 96” si ritroveranno in Piazza degli Apostoli per far sentire alta la loro voce. La loro situazione è nota: contestano la parte della riforma Fornero che impedisce a coloro che maturano i requisiti nell’anno scolastico in corso di andare in pensione con le vecchie regole e, anzi, li costringe a posticipare l’uscita dal lavoro di ben sei anni. In sostanza, al contrario di quanto è avvenuto per le riforme precedenti, in questo …

"Quante volte Bossi e Berlusconi hanno parlato come Grillo", di Tommaso Labate

L’esercizio, in fondo, è fin troppo semplice. Basta mettere l’uno accantoagli altri per scoprire come l’uno, Beppe Grillo, e gli altri, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, assomigliano tanto alle classiche due facce di una stessa medaglia. Perché è vero che esiste l’antipolitica di lotta, che ha la cadenza genovese di Grillo. Ma è altrettanto vero che l’Italia della Seconda Repubblica ha sperimentato almeno un decennio di antipolitica di governo. Quella segnata dal tandem Berlusconi-Bossi. Tra il sostenere che «dobbiamo uscire dall’euro perché non possiamo più permettercelo»,comefa Grillo in questi giorni, e il mettere a verbale che «l’euro nonha convinto nessuno», come ha scandito Silvio Berlusconi il 28 ottobre scorso, c’è una sola differenza. Il primo usa i toni ultimativi di chi sta fuori dal ring. Il secondo fa sfoggio della «moderazione» (sic!) di chi comunque si trovava a presiedere il governo di uno dei principali Paesi dell’Eurozona. Che sia di lotta o di governo, l’antipolitica si nutre di bersagli comuni. In questo caso, l’euro. Pazienza se la moneta unica è l’ultimo baluardo prima del baratro. …

Rai, il governo s’arrende il Pd no: «Non votiamo un altro Cda lottizzato», di Natalia Lombardo

Il governo si è arreso, al solo tentativo di mettere mano alla consolidata lottizzazione della Rai e al prraticello mediatico di Berlusconi. Il ministro Giarda ha chiuso l’argomento informando alla Camera che per la riforma della governance, la modifica dei criteri di nomina, «non c’è più tempo», data «l’imminente scadenza del Cda». Si cancella così la promessa di «sorprese» e interventi fatta dal presidente del Consiglio, Mario Monti, alla platea televisiva di Fabio Fazio, a gennaio. Ora si rischia di prorogare l’attuale Cda non solo fin dopo le amministrative, ma magari fino alle elezioni politiche, per la gioia del Pdl (salvo Bonaiuti) che vuole mantenere Lorenza Lei come direttore generale. Oppure il nuovo vertice si dovrebbe rinnovare con i criteri spartitori della legge Gasparri in commissione di Vigilanza. Il presidente, Sergio Zavoli aprirà il seggio dopo l’approvazione del bilancio Rai da parte dell’assemblea degli azionisti (il 4 e l’8 maggio, ma potrebbe slittare). IL PD FUORI DAL TAVOLO Ma sul voto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non cambia idea: «Il Pd non torna …

Sette super prof per la ricerca Profumo sceglie i suoi «garanti», di Alessandra Arachi

Sono sette professori in tutto. Due sono donne, uno è straniero. A loro in mano le sorti dei finanziamenti della nostra ricerca. Li ha nominati ieri Francesco Profumo: il ministro dell’Istruzione ha dato così il via libera (con un decreto che andrà ora alla Corte dei Conti) al primo comitato nazionale dei garanti per la ricerca. Con qualche decennio di ritardo rispetto all’Europa. «Sull’Europa abbiamo molto da recuperare», dice il ministro Profumo. E spiega: «Basti questo dato: nel settimo programma quadro (in corso) il contributo del nostro paese in Europa è del 14,5%. A fronte di questo la quota che le nostre aziende, le università e gli enti di ricerca riportano indietro è dell’8,5%. Ovvero con una perdita secca di 500 milioni ogni anno. Abbiamo avuto difficoltà proprio nei sistemi di valutazione, ma anche nei team, nei laboratori. Adesso abbiamo possibilità di attivare una palestra italiana per allinearci all’Europa. L’obiettivo è arrivare preparati alla partenza di Horizon 2020, l’ottavo programma quadro, nella primavera del 2014: prevede 80 miliardi europei. I nostri investimenti per enti di …

"Se i genitori sono più istruiti dei loro figli", di Beppe Severgnini

Gli Stati Uniti d’America, se le università perdono iscritti e smalto, rischiano il futuro. Noi rischiamo subito: lo dicono il buon senso, l’osservazione e i numeri. Gli americani nati nel 1980, quando hanno compiuto 30 anni nel 2010, avevano studiato soltanto otto mesi più dei genitori. Un’inezia, destinata presto a scomparire. Claudia Goldin e Lawrence Katz, gli economisti di Harvard University autori della ricerca, sostengono che questa tendenza avrà conseguenze pesanti. In un mercato globale competitivo, gli Stati Uniti si troveranno presto in difficoltà. «La ricchezza delle nazioni non dipende più dalle materie prime. O dal capitale fisico. Sta nel capitale umano» afferma Ms. Goldin. Alcuni dei motivi del declino nell’istruzione appaiono decisamente americani: i costi del college (primo livello universitario); la scelta degli studenti di non indebitarsi, com’è stata finora la regola. Altre ragioni sembrano comuni a tutto l’Occidente, con poche fortunate eccezioni: il numero crescente di ragazzi che lasciano (drop out) durante le scuole superiori; il fatto che lunghi studi non garantiscano più maggiori guadagni; la fragilità psicologica di una generazione cresciuta in …

"Per fermare i femminicidi", di Lorella Zanardo

Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio del 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di unastrada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. È ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Questeviolenze sono crimini, omicidi, anzi femminicidi. È tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano interi volti, parole e storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace di accettare la loro libertà. Così inizia il comunicato stampa che Se non Ora Quando insieme a noi del Corpo delle Donne, Loredana Lipperini e moltissime altre …

"L'evasione: scoperti 2.200 imprenditori fantasma sei miliardi di redditi sottratti al fisco", di Valentina Conte

Hanno tutti una caratteristica in comune: non aver pagato le tasse per almeno un anno. La Guardia di Finanza li ha stanati così: 2.192 evasori totali scoperti nei primi quattro mesi del 2012, quasi una ventina al giorno, per oltre 6 miliardi di euro occultati, 650 milioni di Iva non dichiarata, 853 denunciati per non aver presentato la dichiarazione e altri 350 per occultamento o distruzione della contabilità. Invisibili al Fisco, in realtà «facevano la “bella vita” a scapito degli imprenditori leali e rispettosi delle regole – scrive il Comando generale nel comunicato ufficiale – ostentando macchine di grossa cilindrata, ville da sogno e ricchezze accumulate in anni e anni di collaudata disonestà, mentre usufruivano di servizi che non avevano mai contribuito a pagare». Picchi di evasione sono stati riscontrati nel settore del commercio (25% del totale) e in quello delle costruzioni (22%). A seguire, attività manifatturiere (11%), professioni (5,7%), alloggio e ristorazione (5,5%). Per aggirare la scaltrezza di questi evasori totali – che studiano «ogni tecnica per evitare di lasciare tracce» e privilegiano il …