attualità, politica italiana

"Dura polemica fra il comico genovese e i partiti che lo sfidano al confronto sul terreno della politica", di M.Ze.

Mentre Beppe Grillo spopola nei Tg e conquista spazio nel giorno della Liberazione attaccando direttamente il presidente della Repubblica ed evocando a sproposito i partigiani, i partiti, dal Pd, all’Udc all’Idv (con moderazione), prendono le distanze dal comico prestato al Movimento a Cinque Stelle.
«Ieri il presidente Napolitano dice il segretario del Pd Bersani durante una conferenza stampa a Como ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti: non si permetta, e non si azzardi a dire cosa direbbero se tornassero i partigiani, che saprebbero cosa dire dell’uomo qualunque». Il comico genovese aveva tirato in ballo i partigiani affermando che oggi, davanti all’attuale crisi politica, «forse riprenderebbero in mano la mitraglia», frase pronunciata durante le celebrazioni del 25 aprile, in coerenza con lo stile oratorio a cui ha abituato il suo popolo.
I PARTIGIANI E LA POLITICA
«I partigiani replica Bersani ci hanno dato una democrazia, una Costituzione che comprende l’articolo 49, quindi i partiti, che devono ripulirsi perché così non va, ma che sono un’ossatura della democrazia». «Attenzione: aggiungenon cederemo a qualunquismi non per noi ma per l’Italia, che non può avere un futuro cercando scorciatoie. Bisogna riforma la politica nel solco della Costituzione». L’ultimo riferimento a Grillo ha tutto il sapore di una provocazione: spieghi, chiede Bersani, perché «non è candidabile, mentre il presidente Napolitano lo sarebbe da domani. Ci spieghi perché, prima di sparare insulti».
Anche Pier Ferdinando Casini sfida Grillo sul terreno della politica: «Piuttosto che fuori, meglio che Grillo sia dentro il Parlamento, così si dovrà confrontare, non con le paro-
le, ma con i fatti. È capitato ad altri movimenti politici di arrivare con grandi aspettative e poi dover fare i conti con la realtà». Sul filo le dichiarazioni di Antonio Di Pietro, la cui sintonia con il comico resta agli atti e ha il suo peso. Prende le distanze, ma solo un po’, dicendo che la differenza tra lui e Grillo è una sola: «Io critico ma voglio costruire un’alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario. Lui invece mira a sfasciare tutto e basta». Ci resta male il comico e fa sapere che mai si sarebbe aspettato una cosa così dal leader Idv. «Caro Beppe tranquillizza Di Pietro te l’ho detto e te lo ripeto: non cadere nel trabocchetto di chi ci vuole mettere uno contro l’altro». Pace fatta?
LA SFIDA DELLE RIFORME
Se Grillo soffia sul fuoco dell’antipolitica e cresce nei sondaggi, ai partiti resta il compito non faciledi riconquistare il terreno perduto tra gli elettori e di riavvicinare l’opinione pubblica, restituendo la credibilità persa e la fiducia messe a durissima prova anche dagli ultimi scandali che hanno travolto i tesorieri di Lega e Margherita.
Bersani anche ieri è tornato sul tema. Il Pd, ha ricordato, ha presentato una sua proposta per il dimezzamento del finanziamento pubblico, mentre in Parlamento c’è una proposta sui bilanci dei partiti, per «metterci in una condizione di pulizia»: riforme che vanno fatte con priorità assoluta non solo per dare un segnale ai cittadini ma perché è la stessa politica ad aver bisogno di una nuova partenza.
Ieri, intanto, la riunione dei capigruppo della Camera ha fissato la road map del prossimo mese: il 14 maggio arriverà in Aula la proposta di legge sulla trasparenza dei bilanci dei partiti firmata da Alfano, Bersani e Casini che però sarà modificata. Su richiesta del capogruppo Pd, Dario Franceschini, infatti, sarà accorpata al testo sui finanziamenti dei partiti (che in precedenza era stato invece abbinato al testo di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione.) Saranno i relatori, Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) a dover rimettere mano al testo dovrebbero presentarne uno base il 3 e non è escluso che la Commissione debba lavorare anche la prossima settimana, a Camera chiusa, per portare il 14 maggio in aula il provvedimento. «La proposta della maggioranza sarà parte spiega Bressa di un testo nuovo di cui dovremo incaricarci. Una proposta semplice per l’attività emendativa».
Il 9 maggio, invece, verrà presentato in commissione Affari costituzionali il testo base di riforma dei partiti, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, che unificherà le proposte di legge depositate in commissione su questa materia. Entro il 14 dovranno essere presentati gli emendamenti che saranno messi al voto dal 15 al 17 maggio, mentre il 24 dovrebbe essere assegnato il mandato al relatore. Ancora non è stata decisa la data di approdo in Aula, dove arriverà soltanto «se ultimato». Critici il radicale Maurizio Turco e il leghista Pierguido Vanalli secondo i quali il testo avrebbe dovuto essere abbinato al finanziamento dei partiti.

l’Unità 27.04.12