"Che imbarazzo in Europa per l'omofobia italica", intervista a Ignazio Marino di Claudia Arletti
Di unioni civili in Italia non si parla (ovvero, si parla e basta), e così la sortita di Angelino Alfano – che si è esercitato nell`antico vaticinio della «sinistra pronta a fare i matrimoni gay alla Zapatero» – ha avuto almeno il merito di increspare la palude. Poi, di nuovo tutto fermo, stagnante e silenzioso. «Era un discorso di una certa rozzezza» dice Ignazio Marino, «citava le unioni tra uomini, ignorando quelle tra donne». Il senatore del PD – padre di famiglia, cattolico, impegnato sul fronte dei diritti e adesso in libreria con Credere e conoscere, scritto col cardinale Carlo Maria Martini (che «apre» alle ragioni dei gay) è convinto che debba e possa essere il Parlamento, questo Parlamento, ad agire. Ammetterà, però, che non è aria. «Ci rendiamo ridicoli in Europa. È capitato anche a me, di non sapere dove girarmi». Racconti. «Fine 2011, ero a un incontro della commissione sui diritti civili, per fare il punto sull`applicazione, nella Ue, delle leggi nazionali sull`aborto. Lo sa, no, che l`Italia è nella black listi». Anche …