Oltre l’Ocse, a dirlo sarebbe pure uno studio, commissionato dall’ex ministra Gelmini, che dichiarerebbe l’arretratezza della scuole paritarie. Nonostante rette e finanziamenti sarebbero in ritardo di ben 10 anni rispetto alle pubbliche. Repubblica, che ha esaminato il primo monitoraggio sullo stato della riforma Gelmini nel primo ciclo, pubblicato il 2 aprile dal ministero dell’Istruzione, lancia la notizia, sottolineando che “il quadro che emerge dal report di viale Trastevere sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado” è desolante e scaglia granate di cifre, sfatando così pure l’antica litania della destra che per le scuole private ha avuto sempre un debole particolare.
Mentre il 99,3% delle scuole pubbliche – tra quelle dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – è dotata di laboratori tecnologici e multimediali, la percentuale crolla al 48,6% per quelle paritarie. Le scuole private sono anche meno connesse con Adsl rispetto alle pubbliche: 78% contro 90%.
Le paritarie sono indietro anche per le lavagne interattive multimediali (lim), solo una su cinque ne è dotata, rispetto all’82% di quelle pubbliche. Ma anche sotto altri aspetti le scuole paritarie sono indietro, nonostante i finanziamenti pubblici, in nome di quella “libertà di insegnamento e di educazione”su cui i privati hanno sempre puntato.
Tuttavia anche dal rapporto della Fondazione Agnelli, che ha seguito i risultati delle matricole a conclusione del primo anno di università, è emerso che le scuole private, relativamente alla secondaria superiore, stentano rispetto alle pubbliche
La Tecnica della Scuola 06.04.12