Mese: Marzo 2012

«Se il governo cede al ricatto di Berlusconi», di Francesco Cundari

Di fronte al moltiplicarsi dei segnali che annunciano il cedimento del governo Monti al ricatto berlusconiano su giustizia, tv e informazione, come conferma per la sua parte anche l’intervista del ministro Passera sul Sole 24 ore di ieri, la prima impressione è che non ci sia voluto poi molto. Considerando la fermezza dimostrata dall’esecutivo con lavoratori e pensionati, si stenta a credere che al Pdl sia bastato così poco: un vertice a Palazzo Chigi annullato, una lettera di protesta un po’ minacciosa per la battuta fuori luogo di un ministro, qualche facile affondo sulla tecnica imperizia dimostrata dal governo nelle gravi vicende indiane e nigeriane. Appena due o tre giorni di tensione in tutto. Ai tassisti, per dire, ne sono occorsi molti di più. La seconda impressione suscitata da questa vicenda è che il governo Monti stia incorrendo in un drammatico errore di sottovalutazione dei problemi politici. Una tendenza che appare piuttosto spiccata in gran parte della compagine ministeriale, e che temiamo sia alla radice di molti dei più gravi infortuni di questi mesi. Sembra …

"La grande fuga dall'università ci va solo il 60% dei diplomati", di Salvo Intravaia

Giovani italiani in fuga dall’università. Mai come quest’anno, lo spread, cioè la differenza, fra i diplomati della scuola superiore e gli immatricolati all’università è stato così alto. A certificarlo è lo stesso ministero dell’Istruzione. Il Ministero, incrociando i dati in suo possesso, ha pubblicato uno studio sul “passaggio dalla scuola secondaria di secondo grado all’università”. Il primo “ad ampio spettro”, dicono da viale Trastevere, sulle scelte di chi prende la maturità. Nel 2011-2012, il numero di immatricolati negli atenei italiani rappresenta poco meno del 60 per cento del totale dei diplomati dell’anno precedente. Un dato che, sfogliando l’XI rapporto del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario italiano, rappresenta il valore più basso degli ultimi trent’anni. Nel 2010-2011 gli immatricolati sono stati il 64,1 per cento dei diplomati e dieci anni prima si superava quota 70 per cento. Penuria di risorse economiche da parte delle famiglie per affrontare le spese relativea tasse, alloggio per gli studenti fuori sede e libri di testo? O semplice sfiducia da parte dei giovani nelle possibilità di trovare un …

“La grande fuga dall’università ci va solo il 60% dei diplomati”, di Salvo Intravaia

Giovani italiani in fuga dall’università. Mai come quest’anno, lo spread, cioè la differenza, fra i diplomati della scuola superiore e gli immatricolati all’università è stato così alto. A certificarlo è lo stesso ministero dell’Istruzione. Il Ministero, incrociando i dati in suo possesso, ha pubblicato uno studio sul “passaggio dalla scuola secondaria di secondo grado all’università”. Il primo “ad ampio spettro”, dicono da viale Trastevere, sulle scelte di chi prende la maturità. Nel 2011-2012, il numero di immatricolati negli atenei italiani rappresenta poco meno del 60 per cento del totale dei diplomati dell’anno precedente. Un dato che, sfogliando l’XI rapporto del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario italiano, rappresenta il valore più basso degli ultimi trent’anni. Nel 2010-2011 gli immatricolati sono stati il 64,1 per cento dei diplomati e dieci anni prima si superava quota 70 per cento. Penuria di risorse economiche da parte delle famiglie per affrontare le spese relativea tasse, alloggio per gli studenti fuori sede e libri di testo? O semplice sfiducia da parte dei giovani nelle possibilità di trovare un …

“La grande fuga dall’università ci va solo il 60% dei diplomati”, di Salvo Intravaia

Giovani italiani in fuga dall’università. Mai come quest’anno, lo spread, cioè la differenza, fra i diplomati della scuola superiore e gli immatricolati all’università è stato così alto. A certificarlo è lo stesso ministero dell’Istruzione. Il Ministero, incrociando i dati in suo possesso, ha pubblicato uno studio sul “passaggio dalla scuola secondaria di secondo grado all’università”. Il primo “ad ampio spettro”, dicono da viale Trastevere, sulle scelte di chi prende la maturità. Nel 2011-2012, il numero di immatricolati negli atenei italiani rappresenta poco meno del 60 per cento del totale dei diplomati dell’anno precedente. Un dato che, sfogliando l’XI rapporto del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario italiano, rappresenta il valore più basso degli ultimi trent’anni. Nel 2010-2011 gli immatricolati sono stati il 64,1 per cento dei diplomati e dieci anni prima si superava quota 70 per cento. Penuria di risorse economiche da parte delle famiglie per affrontare le spese relativea tasse, alloggio per gli studenti fuori sede e libri di testo? O semplice sfiducia da parte dei giovani nelle possibilità di trovare un …