«Se il governo cede al ricatto di Berlusconi», di Francesco Cundari
Di fronte al moltiplicarsi dei segnali che annunciano il cedimento del governo Monti al ricatto berlusconiano su giustizia, tv e informazione, come conferma per la sua parte anche l’intervista del ministro Passera sul Sole 24 ore di ieri, la prima impressione è che non ci sia voluto poi molto. Considerando la fermezza dimostrata dall’esecutivo con lavoratori e pensionati, si stenta a credere che al Pdl sia bastato così poco: un vertice a Palazzo Chigi annullato, una lettera di protesta un po’ minacciosa per la battuta fuori luogo di un ministro, qualche facile affondo sulla tecnica imperizia dimostrata dal governo nelle gravi vicende indiane e nigeriane. Appena due o tre giorni di tensione in tutto. Ai tassisti, per dire, ne sono occorsi molti di più. La seconda impressione suscitata da questa vicenda è che il governo Monti stia incorrendo in un drammatico errore di sottovalutazione dei problemi politici. Una tendenza che appare piuttosto spiccata in gran parte della compagine ministeriale, e che temiamo sia alla radice di molti dei più gravi infortuni di questi mesi. Sembra …