Mese: Marzo 2012

"Il dolore che non si può sopportare", di Ferdinando Camon

Non ci sono gradazioni alla disperazione, perché la disperazione è lo stadio estremo del dolore. Ma se ci fosse una gradazione, questo sarebbe il vertice: un’ecatombe di bambini sui 12 anni, vitali e festosi, che rientrano a casa dopo una settimana bianca, in pullman, e vengono falciati in un incidente assurdo. Ventidue muoiono sul colpo, altri vanno in coma, altri ancora sono feriti gravi. È una di quelle scene che non hanno risposte sulla Terra, e ti fanno alzare gli occhi al cielo. L’uomo non è fatto per sopravvivere alla morte di un figlio, la morte di un figlio è un capovolgimento della natura. E qui è avvenuto un capovolgimento innaturale della vita di decine di famiglie, e delle famiglie a loro collegate. Non è umanamente possibile reggere questa piena di dolore. Nessuna delle esistenze toccate da questa tragedia potrà continuare come prima. Tutte le vite subiranno una deviazione, una stortura. Compiendosi in un attimo, la tragedia avrà conseguenze per sempre. Quando si dice «figlio» non si dice tutto, perché un figlio cambia di significato …

"Il necessario patto sociale", di Claudio Sardo

Al tavolo sul mercato del lavoro si decide assai più di una misura d’emergenza odi una politica settoriale. È in gioco il profilo stesso del governo. Anzi, il segno sociale di questa transizione. Solo chi ha perso il senso della realtà può immaginare scambi politici tra l’articolo 18 e la legge anticorruzione, oppure la riforma della Rai.Il tema cruciale è la capacità del Paese di rispondere con coesione alla sfida della crisi e della competitività. Il «patto sociale» – cioè la partecipazione alle scelte e l’assunzione di responsabilità dei sindacati e dei corpi intermedi – non è un dettaglio. È una condizione di credibilità per l’Italia. Come fu al tempo del governo Ciampi nel ’93, anche oggi è questa la credenziale migliore per il governo Monti, oltre che un punto di forza in Europa. Nondia retta il premier alle tante sirene che consigliano la rottura, ora sostenendo che i sindacati sono per loro natura inadatti a rappresentare l’interesse generale, ora argomentando che i mercati vogliono vedere il sangue dei lavoratori. Sono i cattivi maestri. EMonti …

“Il necessario patto sociale”, di Claudio Sardo

Al tavolo sul mercato del lavoro si decide assai più di una misura d’emergenza odi una politica settoriale. È in gioco il profilo stesso del governo. Anzi, il segno sociale di questa transizione. Solo chi ha perso il senso della realtà può immaginare scambi politici tra l’articolo 18 e la legge anticorruzione, oppure la riforma della Rai.Il tema cruciale è la capacità del Paese di rispondere con coesione alla sfida della crisi e della competitività. Il «patto sociale» – cioè la partecipazione alle scelte e l’assunzione di responsabilità dei sindacati e dei corpi intermedi – non è un dettaglio. È una condizione di credibilità per l’Italia. Come fu al tempo del governo Ciampi nel ’93, anche oggi è questa la credenziale migliore per il governo Monti, oltre che un punto di forza in Europa. Nondia retta il premier alle tante sirene che consigliano la rottura, ora sostenendo che i sindacati sono per loro natura inadatti a rappresentare l’interesse generale, ora argomentando che i mercati vogliono vedere il sangue dei lavoratori. Sono i cattivi maestri. EMonti …

“Accordo vicino Ipotesi decreto per un testo blindato”, di Alessandro Barbera

«Mai stata poco fiduciosa, l’accordo è realizzabile entro la prossima settimana». Per far cambiare direzione alla trattativa sulla riforma del mercato del lavoro sono bastate 24 ore e un incontro a quattr’occhi. Attorno al tavolo della sala riunioni del ministero del Welfare si sono incontrati Elsa Fornero e i leader dei principali sindacati. La battuta di martedì del ministro – «non metteremo a disposizione una paccata di miliardi senza il sì delle sigle» – aveva creato tensioni, ma rendeva bene lo stato delle cose. Per garantire una riforma graduale (e più onerosa del previsto) della riforma degli ammortizzatori, il ministro chiedeva ai sindacati altrettante garanzie sul punto più controverso: il sì ad una modifica dell’articolo 18 e delle norme sui licenziamenti. Ci sono ancora tasselli da sistemare, ma in buona sostanza lo scambio è pronto: il governo allunga l’entrata in vigore della riforma, i sindacati dicono sì ai licenziamenti per motivi economici e disciplinari e alla fine del reintegro obbligatorio. L’incontro va così bene che nel pomeriggio, durante la registrazione di una intervista a «La …

"Accordo vicino Ipotesi decreto per un testo blindato", di Alessandro Barbera

«Mai stata poco fiduciosa, l’accordo è realizzabile entro la prossima settimana». Per far cambiare direzione alla trattativa sulla riforma del mercato del lavoro sono bastate 24 ore e un incontro a quattr’occhi. Attorno al tavolo della sala riunioni del ministero del Welfare si sono incontrati Elsa Fornero e i leader dei principali sindacati. La battuta di martedì del ministro – «non metteremo a disposizione una paccata di miliardi senza il sì delle sigle» – aveva creato tensioni, ma rendeva bene lo stato delle cose. Per garantire una riforma graduale (e più onerosa del previsto) della riforma degli ammortizzatori, il ministro chiedeva ai sindacati altrettante garanzie sul punto più controverso: il sì ad una modifica dell’articolo 18 e delle norme sui licenziamenti. Ci sono ancora tasselli da sistemare, ma in buona sostanza lo scambio è pronto: il governo allunga l’entrata in vigore della riforma, i sindacati dicono sì ai licenziamenti per motivi economici e disciplinari e alla fine del reintegro obbligatorio. L’incontro va così bene che nel pomeriggio, durante la registrazione di una intervista a «La …

“Accordo vicino Ipotesi decreto per un testo blindato”, di Alessandro Barbera

«Mai stata poco fiduciosa, l’accordo è realizzabile entro la prossima settimana». Per far cambiare direzione alla trattativa sulla riforma del mercato del lavoro sono bastate 24 ore e un incontro a quattr’occhi. Attorno al tavolo della sala riunioni del ministero del Welfare si sono incontrati Elsa Fornero e i leader dei principali sindacati. La battuta di martedì del ministro – «non metteremo a disposizione una paccata di miliardi senza il sì delle sigle» – aveva creato tensioni, ma rendeva bene lo stato delle cose. Per garantire una riforma graduale (e più onerosa del previsto) della riforma degli ammortizzatori, il ministro chiedeva ai sindacati altrettante garanzie sul punto più controverso: il sì ad una modifica dell’articolo 18 e delle norme sui licenziamenti. Ci sono ancora tasselli da sistemare, ma in buona sostanza lo scambio è pronto: il governo allunga l’entrata in vigore della riforma, i sindacati dicono sì ai licenziamenti per motivi economici e disciplinari e alla fine del reintegro obbligatorio. L’incontro va così bene che nel pomeriggio, durante la registrazione di una intervista a «La …

“Profumo nella palude dell’università”, di Tito Boeri

Un tecnico al governo diventa inevitabilmente un politico. Ma dovrebbe essere un politico che non ha l´ansia di essere rieletto, che perciò guarda molto più in là delle prossime elezioni, preoccupandosi di lasciare in eredità al Paese riforme che daranno i loro frutti fra cinque, dieci, anche vent´anni. Ci auguriamo tutti, in Italia e fuori (l´editoriale del Financial Times di ieri era dedicato proprio all´ Italian Job) che la riforma del lavoro abbia queste caratteristiche. Speriamo che pensi davvero anche a chi non è oggi rappresentato al tavolo della trattativa, a partire dai giovani del cosiddetto parasubordinato. L´unico modo per proteggerli e valorizzare al contempo il loro capitale umano è trasformare i loro contratti in rapporti di lavoro subordinato non solo nella sostanza, ma anche nella forma. Solo così saranno coperti contro il rischio di licenziamento, quale che sia la riforma degli ammortizzatori, e potranno ricevere la formazione che normalmente viene fornita ai giovani sul posto di lavoro. Ma c´è anche un altro terreno su cui è fondamentale allungare gli orizzonti dell´azione di governo e …