Mese: Marzo 2012

“Per una buona modifica dell’art.18”, appello del comitato direttivo della rivista «Lavoro e diritto» *

L’appello è rivolto al presidente del Consiglio, al ministro del lavoro, ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, al presidente di Confindustria, di Rete-impresa e delle associazioni che partecipano al confronto sulla riforma del mercato del lavoro. L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ha un significato al tempo stesso reale e simbolico. Il significato reale consiste nell’estendere ai contratti di lavoro la stessa sanzione prevista per l’illegittimità di qualsiasi atto commesso tra privati. Se un licenziamento è illegittimo l’articolo18 dispone che l’atto sia rimosso, come accade quando si fa abbattere l’opera costruita da un vicino lesiva del diritto di proprietà del confinante (…) Nel diritto del lavoro tale rimozione si chiama «reintegrazione». Questa semplice previsione (annullare il licenziamento illegittimo, reintegrare il lavoratore e risarcirlo del danno subito) esercita una rilevante forza deterrente, e rende praticabili i diritti dei lavoratori nel concreto svolgersi dei rapporti di lavoro, a partire da quelli sindacali. Chi sa di poter fruire di una tutela contro il licenziamento illegittimo ha infatti molte più possibilità di agire per rendere effettivi i suoi …

"Per una buona modifica dell'art.18", appello del comitato direttivo della rivista «Lavoro e diritto» *

L’appello è rivolto al presidente del Consiglio, al ministro del lavoro, ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, al presidente di Confindustria, di Rete-impresa e delle associazioni che partecipano al confronto sulla riforma del mercato del lavoro. L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ha un significato al tempo stesso reale e simbolico. Il significato reale consiste nell’estendere ai contratti di lavoro la stessa sanzione prevista per l’illegittimità di qualsiasi atto commesso tra privati. Se un licenziamento è illegittimo l’articolo18 dispone che l’atto sia rimosso, come accade quando si fa abbattere l’opera costruita da un vicino lesiva del diritto di proprietà del confinante (…) Nel diritto del lavoro tale rimozione si chiama «reintegrazione». Questa semplice previsione (annullare il licenziamento illegittimo, reintegrare il lavoratore e risarcirlo del danno subito) esercita una rilevante forza deterrente, e rende praticabili i diritti dei lavoratori nel concreto svolgersi dei rapporti di lavoro, a partire da quelli sindacali. Chi sa di poter fruire di una tutela contro il licenziamento illegittimo ha infatti molte più possibilità di agire per rendere effettivi i suoi …

"La riforma. Articolo 18 e ammortizzatori sociali corsa ad ostacoli per imprese e sindacati" di Paolo Griseri

Le Pmi preoccupate dell´impatto che la riforma può avere in un periodo di crisi e forti ristrutturazioni. Cgil e Uil chiedono norme chiare per il giudice chiamato a decidere sull´allontanamento del lavoratore Dopo il vertice di ieri alla Fiera di Milano il dossier sul mercato del lavoro si è aggiornato. E cambierà ancora mano a mano che si avvicina la data in cui Monti ha annunciato l´intenzione di chiudere la partita. Ieri all´ora di pranzo i tre capitoli principali del confronto sono stati affrontati dai segretari dei sindacati, dalla presidente di Confindustria e dal ministro Fornero. L´osso più duro resta l´articolo 18. Più semplice invece una soluzione su ammortizzatori sociali e contratti atipici. Per le aziende la mobilità non va cancellata subito I sindacati Sono contrari alla prevista abolizione della cassa integrazione straordinaria e della mobilità. Sostengono che sostituire la prima con l´indennità di disoccupazione (la cosiddetta “Aspi”) sia un grave errore soprattutto in periodo di crisi perché spinge le aziende a liberarsi di lavoratori e professionalità che potrebbero invece diventare utili al momento della …

“La riforma. Articolo 18 e ammortizzatori sociali corsa ad ostacoli per imprese e sindacati” di Paolo Griseri

Le Pmi preoccupate dell´impatto che la riforma può avere in un periodo di crisi e forti ristrutturazioni. Cgil e Uil chiedono norme chiare per il giudice chiamato a decidere sull´allontanamento del lavoratore Dopo il vertice di ieri alla Fiera di Milano il dossier sul mercato del lavoro si è aggiornato. E cambierà ancora mano a mano che si avvicina la data in cui Monti ha annunciato l´intenzione di chiudere la partita. Ieri all´ora di pranzo i tre capitoli principali del confronto sono stati affrontati dai segretari dei sindacati, dalla presidente di Confindustria e dal ministro Fornero. L´osso più duro resta l´articolo 18. Più semplice invece una soluzione su ammortizzatori sociali e contratti atipici. Per le aziende la mobilità non va cancellata subito I sindacati Sono contrari alla prevista abolizione della cassa integrazione straordinaria e della mobilità. Sostengono che sostituire la prima con l´indennità di disoccupazione (la cosiddetta “Aspi”) sia un grave errore soprattutto in periodo di crisi perché spinge le aziende a liberarsi di lavoratori e professionalità che potrebbero invece diventare utili al momento della …

“La riforma. Articolo 18 e ammortizzatori sociali corsa ad ostacoli per imprese e sindacati” di Paolo Griseri

Le Pmi preoccupate dell´impatto che la riforma può avere in un periodo di crisi e forti ristrutturazioni. Cgil e Uil chiedono norme chiare per il giudice chiamato a decidere sull´allontanamento del lavoratore Dopo il vertice di ieri alla Fiera di Milano il dossier sul mercato del lavoro si è aggiornato. E cambierà ancora mano a mano che si avvicina la data in cui Monti ha annunciato l´intenzione di chiudere la partita. Ieri all´ora di pranzo i tre capitoli principali del confronto sono stati affrontati dai segretari dei sindacati, dalla presidente di Confindustria e dal ministro Fornero. L´osso più duro resta l´articolo 18. Più semplice invece una soluzione su ammortizzatori sociali e contratti atipici. Per le aziende la mobilità non va cancellata subito I sindacati Sono contrari alla prevista abolizione della cassa integrazione straordinaria e della mobilità. Sostengono che sostituire la prima con l´indennità di disoccupazione (la cosiddetta “Aspi”) sia un grave errore soprattutto in periodo di crisi perché spinge le aziende a liberarsi di lavoratori e professionalità che potrebbero invece diventare utili al momento della …

“Ornaghi, perché L’Aquila non viene ricostruita?”, di Tomaso Montanari

Uno spettro non si aggira per l’Aquila. È l’ombra-ministro per i Beni culturali, il professor Lorenzo Ornaghi. Chissà se questo prudente assenteismo si deve al fatto che uno degli uomini più discussi della ‘ricostruzione’, il vicecommissario Antonio Cicchetti (il gentiluomo di Sua Santità che – come ha raccontato da ultimo Gian Antonio Stella – si è costruito, tra le macerie, un super-resort di lusso) è stato a lungo il direttore amministrativo di quell’Università Cattolica di cui Ornaghi è ancora il rettore, anche se temporaneamente in sonno. Fosse andato all’Aquila, il ministro avrebbe capito in una frazione di secondo che tutte le ciance sui Leonardi perduti, sulle costituenti della cultura-che-fattura, sul ‘brand Italia’ e sulle sponsorizzazioni del Colosseo sono solo diversivi indecorosi, e che l’unico atto simbolico che in questo momento avrebbe un senso sarebbe trasferire la sede del Ministero all’Aquila, e mettersi a combattere in prima linea per la città martire del patrimonio storico e artistico della nazione italiana. La situazione dell’Aquila supera, infatti, anche la più catastrofica immaginazione. Il centro storico è una città …

“Ornaghi, perché L’Aquila non viene ricostruita?”, di Tomaso Montanari

Uno spettro non si aggira per l’Aquila. È l’ombra-ministro per i Beni culturali, il professor Lorenzo Ornaghi. Chissà se questo prudente assenteismo si deve al fatto che uno degli uomini più discussi della ‘ricostruzione’, il vicecommissario Antonio Cicchetti (il gentiluomo di Sua Santità che – come ha raccontato da ultimo Gian Antonio Stella – si è costruito, tra le macerie, un super-resort di lusso) è stato a lungo il direttore amministrativo di quell’Università Cattolica di cui Ornaghi è ancora il rettore, anche se temporaneamente in sonno. Fosse andato all’Aquila, il ministro avrebbe capito in una frazione di secondo che tutte le ciance sui Leonardi perduti, sulle costituenti della cultura-che-fattura, sul ‘brand Italia’ e sulle sponsorizzazioni del Colosseo sono solo diversivi indecorosi, e che l’unico atto simbolico che in questo momento avrebbe un senso sarebbe trasferire la sede del Ministero all’Aquila, e mettersi a combattere in prima linea per la città martire del patrimonio storico e artistico della nazione italiana. La situazione dell’Aquila supera, infatti, anche la più catastrofica immaginazione. Il centro storico è una città …