Mese: Marzo 2012

“Il calderone del malaffare”, di Carlo Galli

Che il presidente della Repubblica Napolitano esorti i partiti a rinnovarsi e a prendere atto dell´indifferibilità della questione morale proprio nel giorno in cui si chiudono le celebrazioni del 150° anniversario dell´Unità d´Italia, ha un significato tristemente simbolico. Un significato che rinvia a una questione che il Paese si porta dietro da quando è nato – già nell´Italietta post-unitaria era ben nota, col nome di “faccenderia”, quella che oggi chiamiamo corruzione – ; una questione che ciclicamente si pone, e che costantemente rinvia. Che il premier Monti lo stesso giorno affermi che il primo problema sollevato dai leader stranieri non è più la messa in sicurezza dei conti pubblici ma la nostra riluttanza a varare una nuova ed efficace legge anticorruzione, e che anche da questo nostro ritardo sono frenati gli investimenti esteri in Italia, significa che tutto il mondo ci sta mandando il messaggio che la corruzione è ormai oltre il livello di guardia. E mentre il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio lanciano messaggi che si echeggiano l´uno con l´altro, le …

“I conti alla rinfusa e opachi dei partiti”, di Sergio Rizzo

Trasparenza e controlli: zero. La lezione che impartisce la penosa vicenda dei rimborsi elettorali assegnati alla Margherita e finiti ancora non si sa esattamente dove, eccola. Per troppo tempo si è fatto finta di non vedere che i bilanci dei nostri partiti non rispondono a nessuno dei requisiti cui dovrebbe sottostare chiunque maneggi denaro pubblico. Verifiche esclusivamente formali, ipocrisie procedurali, opacità spesso garantita. Con l’aggravante che tutto questo è consentito da una legge dello Stato, approvata alla fine degli anni 90, alla quale è allegato persino un modello contenente le voci da compilare. Entrate, uscite, debiti, crediti, proprietà… C’è proprio tutto. Ma i controlli? Il solo Partito democratico, dai tempi della segreteria di Walter Veltroni, affida volontariamente l’esame dei propri conti a una primaria società di revisione. Mentre il Fli di Gianfranco Fini ha recentemente introdotto questa disposizione nel suo statuto. Nessun altro partito fa certificare il bilancio: semplicemente perché la legge non li obbliga a farlo. Ai controlli ci pensa un collegio sindacale interno. Il quale è composto normalmente da fedelissimi della segreteria politica …

“I conti alla rinfusa e opachi dei partiti”, di Sergio Rizzo

Trasparenza e controlli: zero. La lezione che impartisce la penosa vicenda dei rimborsi elettorali assegnati alla Margherita e finiti ancora non si sa esattamente dove, eccola. Per troppo tempo si è fatto finta di non vedere che i bilanci dei nostri partiti non rispondono a nessuno dei requisiti cui dovrebbe sottostare chiunque maneggi denaro pubblico. Verifiche esclusivamente formali, ipocrisie procedurali, opacità spesso garantita. Con l’aggravante che tutto questo è consentito da una legge dello Stato, approvata alla fine degli anni 90, alla quale è allegato persino un modello contenente le voci da compilare. Entrate, uscite, debiti, crediti, proprietà… C’è proprio tutto. Ma i controlli? Il solo Partito democratico, dai tempi della segreteria di Walter Veltroni, affida volontariamente l’esame dei propri conti a una primaria società di revisione. Mentre il Fli di Gianfranco Fini ha recentemente introdotto questa disposizione nel suo statuto. Nessun altro partito fa certificare il bilancio: semplicemente perché la legge non li obbliga a farlo. Ai controlli ci pensa un collegio sindacale interno. Il quale è composto normalmente da fedelissimi della segreteria politica …

"I conti alla rinfusa e opachi dei partiti", di Sergio Rizzo

Trasparenza e controlli: zero. La lezione che impartisce la penosa vicenda dei rimborsi elettorali assegnati alla Margherita e finiti ancora non si sa esattamente dove, eccola. Per troppo tempo si è fatto finta di non vedere che i bilanci dei nostri partiti non rispondono a nessuno dei requisiti cui dovrebbe sottostare chiunque maneggi denaro pubblico. Verifiche esclusivamente formali, ipocrisie procedurali, opacità spesso garantita. Con l’aggravante che tutto questo è consentito da una legge dello Stato, approvata alla fine degli anni 90, alla quale è allegato persino un modello contenente le voci da compilare. Entrate, uscite, debiti, crediti, proprietà… C’è proprio tutto. Ma i controlli? Il solo Partito democratico, dai tempi della segreteria di Walter Veltroni, affida volontariamente l’esame dei propri conti a una primaria società di revisione. Mentre il Fli di Gianfranco Fini ha recentemente introdotto questa disposizione nel suo statuto. Nessun altro partito fa certificare il bilancio: semplicemente perché la legge non li obbliga a farlo. Ai controlli ci pensa un collegio sindacale interno. Il quale è composto normalmente da fedelissimi della segreteria politica …

“Crisi, anti Merkel 6 italiani su 10”, di Renato Mannheimer

La cancelliera e l’Ue percepite come poco attive per la crescita Negli ultimi giorni, e anche nel suo intervento al convegno di Confindustria, il presidente del Consiglio ha rassicurato gli italiani, affermando che il Paese ha ormai superato i momenti più drammatici della crisi. Effettivamente, l’azione del governo negli ultimi mesi ha migliorato lo stato dell’Italia. I tassi dei Bot sono tornati a livelli accettabili, lo spread con i titoli tedeschi è diminuito e anche l’immagine del nostro Paese all’estero è significativamente mutata in positivo. Ciononostante, il «sentiment» della popolazione e delle imprese del nostro Paese permane pessimista e non pare riflettere questa situazione più rosea. Beninteso, la maggioranza attribuisce all’esecutivo il merito delle iniziative per aiutare il Paese a superare la crisi. Ma metà della popolazione ritiene che «nessuna istituzione sta facendo veramente qualcosa», giudicando quindi negativamente la situazione attuale. Come mostrano gli ultimi dati dell’Eurobarometro, grandi responsabilità vengono attribuite alle politiche attuate dall’Ue e dalla Germania in particolare, ritenute troppo restrittive. Non a caso quasi il 60% degli italiani giudica l’azione della Cancelliera …

“Crisi, anti Merkel 6 italiani su 10”, di Renato Mannheimer

La cancelliera e l’Ue percepite come poco attive per la crescita Negli ultimi giorni, e anche nel suo intervento al convegno di Confindustria, il presidente del Consiglio ha rassicurato gli italiani, affermando che il Paese ha ormai superato i momenti più drammatici della crisi. Effettivamente, l’azione del governo negli ultimi mesi ha migliorato lo stato dell’Italia. I tassi dei Bot sono tornati a livelli accettabili, lo spread con i titoli tedeschi è diminuito e anche l’immagine del nostro Paese all’estero è significativamente mutata in positivo. Ciononostante, il «sentiment» della popolazione e delle imprese del nostro Paese permane pessimista e non pare riflettere questa situazione più rosea. Beninteso, la maggioranza attribuisce all’esecutivo il merito delle iniziative per aiutare il Paese a superare la crisi. Ma metà della popolazione ritiene che «nessuna istituzione sta facendo veramente qualcosa», giudicando quindi negativamente la situazione attuale. Come mostrano gli ultimi dati dell’Eurobarometro, grandi responsabilità vengono attribuite alle politiche attuate dall’Ue e dalla Germania in particolare, ritenute troppo restrittive. Non a caso quasi il 60% degli italiani giudica l’azione della Cancelliera …

"Crisi, anti Merkel 6 italiani su 10", di Renato Mannheimer

La cancelliera e l’Ue percepite come poco attive per la crescita Negli ultimi giorni, e anche nel suo intervento al convegno di Confindustria, il presidente del Consiglio ha rassicurato gli italiani, affermando che il Paese ha ormai superato i momenti più drammatici della crisi. Effettivamente, l’azione del governo negli ultimi mesi ha migliorato lo stato dell’Italia. I tassi dei Bot sono tornati a livelli accettabili, lo spread con i titoli tedeschi è diminuito e anche l’immagine del nostro Paese all’estero è significativamente mutata in positivo. Ciononostante, il «sentiment» della popolazione e delle imprese del nostro Paese permane pessimista e non pare riflettere questa situazione più rosea. Beninteso, la maggioranza attribuisce all’esecutivo il merito delle iniziative per aiutare il Paese a superare la crisi. Ma metà della popolazione ritiene che «nessuna istituzione sta facendo veramente qualcosa», giudicando quindi negativamente la situazione attuale. Come mostrano gli ultimi dati dell’Eurobarometro, grandi responsabilità vengono attribuite alle politiche attuate dall’Ue e dalla Germania in particolare, ritenute troppo restrittive. Non a caso quasi il 60% degli italiani giudica l’azione della Cancelliera …