Mese: Marzo 2012

“Dizionario di un Paese che mi fa commuovere”, di Roberto Benigni

Garibaldi come Lennon, poi Trilussa. l’Unità d’Italia secondo Benigni. Le celebrazioni dei 150 anni d’Italia: l’attore legge brani di Cavour e Mazzini e si commuove per la lettera di una vittima della Resistenza Grazie, buon giorno signor presidente, Donna Clio, presidenti delle Camere, autorità tutte, sono lieto di essere qua. (…) Volevo venire a cavallo ma non mi è stato permesso come a Sanremo, sarebbe stata un’entrata straordinaria in questo che è il palazzo più bello del mondo, il Quirinale. Se lei presidente ha bisogno di me, sostituire un corazziere, fare un settennato tecnico, sono a disposizione. (…) Il presidente Amato mi ha chiamato per dirmi: «Potresti venire a leggere delle cose al Quirinale dall’Unità d’Italia alla Liberazione?». Ho detto sì! Quante ore ho? È una patria meravigliosa, piena di eroi. Vado a ricordare i fratelli Bandiera, Ciro Menotti, Enrico Toti che lancia la stampella contro gli austriaci, che allora i nemici si potevano vedere. Oggi il nemico non si vede, è impalpabile, non si può lanciare una stampella contro lo spread. Allora io ho …

“Dizionario di un Paese che mi fa commuovere”, di Roberto Benigni

Garibaldi come Lennon, poi Trilussa. l’Unità d’Italia secondo Benigni. Le celebrazioni dei 150 anni d’Italia: l’attore legge brani di Cavour e Mazzini e si commuove per la lettera di una vittima della Resistenza Grazie, buon giorno signor presidente, Donna Clio, presidenti delle Camere, autorità tutte, sono lieto di essere qua. (…) Volevo venire a cavallo ma non mi è stato permesso come a Sanremo, sarebbe stata un’entrata straordinaria in questo che è il palazzo più bello del mondo, il Quirinale. Se lei presidente ha bisogno di me, sostituire un corazziere, fare un settennato tecnico, sono a disposizione. (…) Il presidente Amato mi ha chiamato per dirmi: «Potresti venire a leggere delle cose al Quirinale dall’Unità d’Italia alla Liberazione?». Ho detto sì! Quante ore ho? È una patria meravigliosa, piena di eroi. Vado a ricordare i fratelli Bandiera, Ciro Menotti, Enrico Toti che lancia la stampella contro gli austriaci, che allora i nemici si potevano vedere. Oggi il nemico non si vede, è impalpabile, non si può lanciare una stampella contro lo spread. Allora io ho …

"Dizionario di un Paese che mi fa commuovere", di Roberto Benigni

Garibaldi come Lennon, poi Trilussa. l’Unità d’Italia secondo Benigni. Le celebrazioni dei 150 anni d’Italia: l’attore legge brani di Cavour e Mazzini e si commuove per la lettera di una vittima della Resistenza Grazie, buon giorno signor presidente, Donna Clio, presidenti delle Camere, autorità tutte, sono lieto di essere qua. (…) Volevo venire a cavallo ma non mi è stato permesso come a Sanremo, sarebbe stata un’entrata straordinaria in questo che è il palazzo più bello del mondo, il Quirinale. Se lei presidente ha bisogno di me, sostituire un corazziere, fare un settennato tecnico, sono a disposizione. (…) Il presidente Amato mi ha chiamato per dirmi: «Potresti venire a leggere delle cose al Quirinale dall’Unità d’Italia alla Liberazione?». Ho detto sì! Quante ore ho? È una patria meravigliosa, piena di eroi. Vado a ricordare i fratelli Bandiera, Ciro Menotti, Enrico Toti che lancia la stampella contro gli austriaci, che allora i nemici si potevano vedere. Oggi il nemico non si vede, è impalpabile, non si può lanciare una stampella contro lo spread. Allora io ho …

“Manifesto della nuova Europa. Bersani: «Destra al capolinea»”, di Simone Collini

Presentato a Parigi il documento dei progressisti. Sul palco Hollande, Bersani, Gabriel. Il segretario dei democratici: «L’austerità non basta». D’Alema: «Ora serve un riequilibrio sociale» Un nuovo ciclo nelle politiche europee. Arrivati a Parigi per sostenere la corsa di François Hollande all’Eliseo, i leader di tutti i maggiori partiti progressisti lanciano il loro manifesto: un programma comune per l’Europa Sotto la volta del Cirque d’Hiver sventolano bandiere col nome di François Hollande ma gli applausi sono anche per gli altri leader delle forze progressiste, per questa sorta di gemellaggio europeista. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e quello della Spd Sigmar Gabriel sono arrivati a Parigi per sostenere la candidatura del leader socialista francese alle presidenziali di maggio, ma anche per firmare una piattaforma programmatica comune. A metterla a punto sono state la Fondazione europea per gli studi progressisti (Feps) e altre fondazioni vicine al Pd (Italianieuropei), al Ps (Jean Jaurès) e ai socialdemocratici tedeschi (Friedrich Ebert Stiftung). Ma i leader politici dei tre partiti hanno concordato sulla necessità di dare un seguito non …

"Manifesto della nuova Europa. Bersani: «Destra al capolinea»", di Simone Collini

Presentato a Parigi il documento dei progressisti. Sul palco Hollande, Bersani, Gabriel. Il segretario dei democratici: «L’austerità non basta». D’Alema: «Ora serve un riequilibrio sociale» Un nuovo ciclo nelle politiche europee. Arrivati a Parigi per sostenere la corsa di François Hollande all’Eliseo, i leader di tutti i maggiori partiti progressisti lanciano il loro manifesto: un programma comune per l’Europa Sotto la volta del Cirque d’Hiver sventolano bandiere col nome di François Hollande ma gli applausi sono anche per gli altri leader delle forze progressiste, per questa sorta di gemellaggio europeista. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e quello della Spd Sigmar Gabriel sono arrivati a Parigi per sostenere la candidatura del leader socialista francese alle presidenziali di maggio, ma anche per firmare una piattaforma programmatica comune. A metterla a punto sono state la Fondazione europea per gli studi progressisti (Feps) e altre fondazioni vicine al Pd (Italianieuropei), al Ps (Jean Jaurès) e ai socialdemocratici tedeschi (Friedrich Ebert Stiftung). Ma i leader politici dei tre partiti hanno concordato sulla necessità di dare un seguito non …

“Manifesto della nuova Europa. Bersani: «Destra al capolinea»”, di Simone Collini

Presentato a Parigi il documento dei progressisti. Sul palco Hollande, Bersani, Gabriel. Il segretario dei democratici: «L’austerità non basta». D’Alema: «Ora serve un riequilibrio sociale» Un nuovo ciclo nelle politiche europee. Arrivati a Parigi per sostenere la corsa di François Hollande all’Eliseo, i leader di tutti i maggiori partiti progressisti lanciano il loro manifesto: un programma comune per l’Europa Sotto la volta del Cirque d’Hiver sventolano bandiere col nome di François Hollande ma gli applausi sono anche per gli altri leader delle forze progressiste, per questa sorta di gemellaggio europeista. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e quello della Spd Sigmar Gabriel sono arrivati a Parigi per sostenere la candidatura del leader socialista francese alle presidenziali di maggio, ma anche per firmare una piattaforma programmatica comune. A metterla a punto sono state la Fondazione europea per gli studi progressisti (Feps) e altre fondazioni vicine al Pd (Italianieuropei), al Ps (Jean Jaurès) e ai socialdemocratici tedeschi (Friedrich Ebert Stiftung). Ma i leader politici dei tre partiti hanno concordato sulla necessità di dare un seguito non …

“Alla festa è mancato il futuro”, di Massimo Gramellini

Siamo più o meno italiani di un anno fa? Siamo più poveri, più arrabbiati, più disorientati. Ma forse, e con qualche sorpresa, anche più italiani. Non era affatto scontato, il 17 marzo 2011. La ricorrenza dei Centocinquanta planò su un Paese distratto e cinico, ripiegato nel suo «particulare» e poco propenso a farsi sedurre dal fascino retorico della Patria. L’anniversario pareva eccitare solo gli animi dei faziosi, che ne trassero spunto per riaprire vecchie e mai chiuse ferite (in Italia i cerotti della memoria sono di pessima fattura e si staccano al primo venticello bilioso). Cavurriani contro garibaldini, borbonici contro sabaudi, secessionisti padani e autonomisti meridionali uniti nella lotta per sfasciare quel poco di coesione nazionale che in un secolo e mezzo eravamo riusciti a costruire, nonostante una dittatura, una guerra civile, le stragi di Stato, il terrorismo, la mafia e le mani leste dei tangentocrati. Le premesse per un autogol della Storia c’erano tutte e invece, incredibilmente, i cittadini del Paese meno nazionalista del mondo hanno partecipato alla festa. Più al Nord che al …