Mese: Marzo 2012

"Il velo strappato", di Massimo Giannini

«Niente birra e panini al numero 10 di Downing Street», era il motto di Margareth Thatcher ai tempi della storica vertenza con i minatori inglesi. Nella Gran Bretagna di Iron Lady con i sindacati non si trattava. Trent´anni dopo, nell´Italia di Mario Monti le porte di Palazzo Chigi sono aperte: con le parti sociali si tratta, e si è trattato a lungo in questi giorni e in queste settimane. Ma il risultato pratico è lo stesso. Se i «corpi intermedi» della società condividono le scelte, tanto meglio. In caso contrario, il governo va avanti comunque. Lo strappo si è dunque compiuto. Il presidente del Consiglio ha deciso di scrivere la sua riforma del mercato del lavoro sacrificando la Cgil. Un sacrificio pesante, e gravido di conseguenze. È ancora una volta l´articolo 18 a segnare un decisivo cambio di fase, che modifica strutturalmente non solo le relazioni industriali, ma anche le consuetudini politiche del Paese. Dietro alla rottura tra Monti e Camusso c´è molto di più di un dissenso sulle nuove norme che regolano i licenziamenti. …

Il Pd non ha un piano B «Monti faccia l’accordo», di Simone Collini

Senza intesa «rischia di aprirsi un conflitto di tutti contro tutti. Ma l’Italia non può permetterselo, davanti a una recessione così grave»
L’Idv attacca tutti, Fornero e partiti. Sel tace a tutela della Camusso. L’accordo è indispensabile». Pier Luigi Bersani lo ha ripetuto sia a Mario Monti che ai vertici delle parti sociali. Il Pd non ha giocato il ruolo di mediatore nella partita della riforma del mercato del lavoro. Ma da un lato ha chiesto al governo di mettere all’angolo spinte che pure sono arrivate dal suo interno affinché si procedesse senza preoccuparsi di raggiungere un’intesa pur di dare un segnale ai mercati (in questo senso sono apparse sospette alcune uscite del ministro Corrado Passera). Dall’altro, dal Pd è partita la sollecitazione nei confronti di leader sindacali e dirigenti di Confindustria e delle altre associazioni di imprenditori a presentarsi al tavolo con una posizione comune. «Non esiste un accordo separato è il ragionamento di Bersani questo è uno schema che poteva andar bene per il precedente governo, non oggi». Il timore del leader Pd è …

Profumo: «La scuola deve gestire l’inclusione dei nuovi cittadini», di Federica Fantozzi

Il ministro: «Basta riforme, bisogna far funzionare il sistema. Troppe norme e circolari» D’Alema punzecchia il governo: «Deve dare più peso al rapporto tra istruzione e lavoro». Una scuola in difficoltà, senza risorse e resa più povera dalla crisi, eppure con in sé la forza per ripartire. Una scuola che, per fronteggiare la società accelerata, deve fornire ai ragazzi nozioni ma soprattutto strumenti per aggiornarle da soli, per diventare “resilienti” e capaci di «rigenerarsi ». Una scuola che per 150 anni è stata «il vero elemento su cui si è costruito il Paese», ha «tramandato i valori fondanti dell’identità italiana», ma adesso è chiamata a una nuova sfida: gestire l’inclusione dei nuovi cittadini provenienti daaltri Paesi. Incasellare il multiculturalismo in «un sistema di valori condivisi». Sono le linee del convegno di Italianieuropei sull’istruzione pubblica, con il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, il professor Giulio Ferroni e Massimo d’Alema. Profumo, pur avvisando che l’ultima cosa che serve è l’ennesima riforma (anzi, basta norme e circolari in eccesso) annuncia il suo programma che punta a incentivare nei giovani …

“L´Europa antisemita”, di Marek Halter

Quando accadono tragedie come quelle di Tolosa, mi chiedo se si possono ancora considerare gli ebrei come i capri espiatori della Storia. Ebbene, la risposta è sì. Mi torna in mente quella barzelletta triste di quei due amici che s´incontrano al bar e cominciano a parlare di crisi, disoccupazione, miseria. A un certo punto uno dice all´altro: «È tutta colpa degli ebrei e dei ciclisti!». E l´altro gli risponde: «E perché mai dei ciclisti?». Ora, in questi tempi di ristrettezze sta crescendo in Francia la rabbia verso gli “arabi”, perché sono visti come quelli che ci mangiano nel piatto, e parallelamente aumenta l´antisemitismo. Appena la società si rivolta contro una minoranza, a pagarne le conseguenze sono anche gli ebrei, che però non sono minoranza, poiché da secoli gli ebrei francesi sono cittadini francesi come gli ebrei italiani sono cittadini italiani. Ma da duemila anni sono loro i “colpevoli” di tutti mali. Primo tra tutti, quello di aver ucciso Cristo. Appena si punta il dito contro un popolo accusandolo di un peccato qualsiasi, purtroppo si pensa …

"L´Europa antisemita", di Marek Halter

Quando accadono tragedie come quelle di Tolosa, mi chiedo se si possono ancora considerare gli ebrei come i capri espiatori della Storia. Ebbene, la risposta è sì. Mi torna in mente quella barzelletta triste di quei due amici che s´incontrano al bar e cominciano a parlare di crisi, disoccupazione, miseria. A un certo punto uno dice all´altro: «È tutta colpa degli ebrei e dei ciclisti!». E l´altro gli risponde: «E perché mai dei ciclisti?». Ora, in questi tempi di ristrettezze sta crescendo in Francia la rabbia verso gli “arabi”, perché sono visti come quelli che ci mangiano nel piatto, e parallelamente aumenta l´antisemitismo. Appena la società si rivolta contro una minoranza, a pagarne le conseguenze sono anche gli ebrei, che però non sono minoranza, poiché da secoli gli ebrei francesi sono cittadini francesi come gli ebrei italiani sono cittadini italiani. Ma da duemila anni sono loro i “colpevoli” di tutti mali. Primo tra tutti, quello di aver ucciso Cristo. Appena si punta il dito contro un popolo accusandolo di un peccato qualsiasi, purtroppo si pensa …

“No al manuale Cencelli della ricerca”, di Giovanna dall’Ongaro

Intervista a Guido Martinelli. Il direttore della Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste teme che le alleanze fra atenei per ottenere i fondi saranno basate sulle quote disponibili e non sul merito dei progetti. E poi un appello: meno burocrazia. Se valesse il criterio del «purché sene parli», il ministro Francesco Profumo potrebbe ritenersi soddisfatto: le novità che interessano il settore della ricerca non sono certo passate sotto silenzio. Il bando Prin 2010 (Programmi di Ricerca di Interesse Nazionale), con i nuovi e macchinosi criteri per la distribuzione di un finanziamento di 175 milioni di euro alla ricerca di base, tiene ancora impegnati in complesse analisi tanto i blogger pluridiplomati quanto i professori universitari. L’imponente macchina della Valutazione della Qualità della Ricerca, in procinto di partire sotto la guida dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), ha puntati addosso gli occhi dell’intero mondo accademico che torna, per la prima volta dopo sette anni, dalla parte di chi viene esaminato e teme il voto in pagella. Bene o male, di entrambe …

"No al manuale Cencelli della ricerca", di Giovanna dall'Ongaro

Intervista a Guido Martinelli. Il direttore della Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste teme che le alleanze fra atenei per ottenere i fondi saranno basate sulle quote disponibili e non sul merito dei progetti. E poi un appello: meno burocrazia. Se valesse il criterio del «purché sene parli», il ministro Francesco Profumo potrebbe ritenersi soddisfatto: le novità che interessano il settore della ricerca non sono certo passate sotto silenzio. Il bando Prin 2010 (Programmi di Ricerca di Interesse Nazionale), con i nuovi e macchinosi criteri per la distribuzione di un finanziamento di 175 milioni di euro alla ricerca di base, tiene ancora impegnati in complesse analisi tanto i blogger pluridiplomati quanto i professori universitari. L’imponente macchina della Valutazione della Qualità della Ricerca, in procinto di partire sotto la guida dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), ha puntati addosso gli occhi dell’intero mondo accademico che torna, per la prima volta dopo sette anni, dalla parte di chi viene esaminato e teme il voto in pagella. Bene o male, di entrambe …