Mese: Marzo 2012

"Da Gelmini a Profumo. Il cambiamento tarda ad arrivare", di Mariagrazia Gerina

Doveva essere l’anno del concorsone, l’anno in cui le porte della scuola italiana si riaprivano ai giovani aspiranti insegnanti, perché quelli che sono in cattedra sono troppo vecchi. Parola del ministro Francesco Profumo. Rischia di finire con una conta di nuovi docenti perdenti posto, 10.400 già ad oggi, dopo aver dedicato una vita all’insegnamento. Effetto incrociato delle politiche scolastiche messe in campodal precedente governo e delle nuove politiche pensionistiche introdotte dal governo tecnico. E come se non bastasse, per effetto degli accorpamenti disposti dalla manovra dell’estate scorsa, nelle scuole è scattato un valzer che rischia di far saltare i nervi anche agli insegnanti fino a ieri “blindati” dalla lunga esperienza accumulata. CAOS ACCORPAMENTI Scuole lontane chilometri costrette a formare un solo grande istituto per raggiungere la fatidica quota di mille alunni e il fatidico taglio di 1300 istituti, corretto a 1050. In teoria, il risparmio dovrebbe essere a scapito solo dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi che conteranno alla fine 1050 posti in meno ciascuno. Ma di fatto, anche tra gli insegnanti è scattato …

“Da Gelmini a Profumo. Il cambiamento tarda ad arrivare”, di Mariagrazia Gerina

Doveva essere l’anno del concorsone, l’anno in cui le porte della scuola italiana si riaprivano ai giovani aspiranti insegnanti, perché quelli che sono in cattedra sono troppo vecchi. Parola del ministro Francesco Profumo. Rischia di finire con una conta di nuovi docenti perdenti posto, 10.400 già ad oggi, dopo aver dedicato una vita all’insegnamento. Effetto incrociato delle politiche scolastiche messe in campodal precedente governo e delle nuove politiche pensionistiche introdotte dal governo tecnico. E come se non bastasse, per effetto degli accorpamenti disposti dalla manovra dell’estate scorsa, nelle scuole è scattato un valzer che rischia di far saltare i nervi anche agli insegnanti fino a ieri “blindati” dalla lunga esperienza accumulata. CAOS ACCORPAMENTI Scuole lontane chilometri costrette a formare un solo grande istituto per raggiungere la fatidica quota di mille alunni e il fatidico taglio di 1300 istituti, corretto a 1050. In teoria, il risparmio dovrebbe essere a scapito solo dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi che conteranno alla fine 1050 posti in meno ciascuno. Ma di fatto, anche tra gli insegnanti è scattato …

“Da Gelmini a Profumo. Il cambiamento tarda ad arrivare”, di Mariagrazia Gerina

Doveva essere l’anno del concorsone, l’anno in cui le porte della scuola italiana si riaprivano ai giovani aspiranti insegnanti, perché quelli che sono in cattedra sono troppo vecchi. Parola del ministro Francesco Profumo. Rischia di finire con una conta di nuovi docenti perdenti posto, 10.400 già ad oggi, dopo aver dedicato una vita all’insegnamento. Effetto incrociato delle politiche scolastiche messe in campodal precedente governo e delle nuove politiche pensionistiche introdotte dal governo tecnico. E come se non bastasse, per effetto degli accorpamenti disposti dalla manovra dell’estate scorsa, nelle scuole è scattato un valzer che rischia di far saltare i nervi anche agli insegnanti fino a ieri “blindati” dalla lunga esperienza accumulata. CAOS ACCORPAMENTI Scuole lontane chilometri costrette a formare un solo grande istituto per raggiungere la fatidica quota di mille alunni e il fatidico taglio di 1300 istituti, corretto a 1050. In teoria, il risparmio dovrebbe essere a scapito solo dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi che conteranno alla fine 1050 posti in meno ciascuno. Ma di fatto, anche tra gli insegnanti è scattato …

“E i ministri dissidenti attaccano la Fornero”, di Francesco Bei

Non è andata liscia come al solito. Per la prima volta la “sala professori” si è animata di una discussione tutt´altro che accademica. E nemmeno la E proprio Barca è il primo a sollevare obiezioni a Fornero, per non aver ancora preparato «un vero articolato» da sottoporre all´esame del Consiglio limitandosi a consegnare quella «bozza generica» già letta alle parti sociali. Un rilievo condiviso anche da Piero Giarda. Ma il problema è anche di merito, in particolare sull´articolo 18. Del resto era stato proprio Barca l´unico ministro a esternare in pubblico, qualche giorno fa, il suo dissenso: «Cosa fa un lavoratore per il quale è stato chiesto il licenziamento per motivi economici se invece ritiene di essere stato discriminato? Come tutelerà il proprio diritto? Penso anche ai lavoratori iscritti alla Fiom. Questa è la domanda cruciale». Barca apre un varco e ci si infilano anche altri. Andrea Riccardi, poi Renato Balduzzi. Il ministro della Salute è l´unico costituzionalista della compagnia e sono due giorni che si arrovella sulla riforma Fornero. Tra le altre cose fa …

"E i ministri dissidenti attaccano la Fornero", di Francesco Bei

Non è andata liscia come al solito. Per la prima volta la “sala professori” si è animata di una discussione tutt´altro che accademica. E nemmeno la E proprio Barca è il primo a sollevare obiezioni a Fornero, per non aver ancora preparato «un vero articolato» da sottoporre all´esame del Consiglio limitandosi a consegnare quella «bozza generica» già letta alle parti sociali. Un rilievo condiviso anche da Piero Giarda. Ma il problema è anche di merito, in particolare sull´articolo 18. Del resto era stato proprio Barca l´unico ministro a esternare in pubblico, qualche giorno fa, il suo dissenso: «Cosa fa un lavoratore per il quale è stato chiesto il licenziamento per motivi economici se invece ritiene di essere stato discriminato? Come tutelerà il proprio diritto? Penso anche ai lavoratori iscritti alla Fiom. Questa è la domanda cruciale». Barca apre un varco e ci si infilano anche altri. Andrea Riccardi, poi Renato Balduzzi. Il ministro della Salute è l´unico costituzionalista della compagnia e sono due giorni che si arrovella sulla riforma Fornero. Tra le altre cose fa …

“E i ministri dissidenti attaccano la Fornero”, di Francesco Bei

Non è andata liscia come al solito. Per la prima volta la “sala professori” si è animata di una discussione tutt´altro che accademica. E nemmeno la E proprio Barca è il primo a sollevare obiezioni a Fornero, per non aver ancora preparato «un vero articolato» da sottoporre all´esame del Consiglio limitandosi a consegnare quella «bozza generica» già letta alle parti sociali. Un rilievo condiviso anche da Piero Giarda. Ma il problema è anche di merito, in particolare sull´articolo 18. Del resto era stato proprio Barca l´unico ministro a esternare in pubblico, qualche giorno fa, il suo dissenso: «Cosa fa un lavoratore per il quale è stato chiesto il licenziamento per motivi economici se invece ritiene di essere stato discriminato? Come tutelerà il proprio diritto? Penso anche ai lavoratori iscritti alla Fiom. Questa è la domanda cruciale». Barca apre un varco e ci si infilano anche altri. Andrea Riccardi, poi Renato Balduzzi. Il ministro della Salute è l´unico costituzionalista della compagnia e sono due giorni che si arrovella sulla riforma Fornero. Tra le altre cose fa …

Il nuovo art.18. Nella Scuola si, no, anzi vedremo”, di Pippo Frisone

Dopo la mezza retromarcia del Min. della Funzione Pubblica Patroni Griffi, rimane il giallo dell’applicabilità dell’art.18, nella nuova riformulazione voluta dal governo Monti, agli statali e quindi anche al personale della Scuola. In attesa di conoscere il testo definitivo dell’art.18 che varerà il consiglio dei ministri, il fronte dei critici e degli scettici dell’ultima ora s’infoltisce sempre più. La Cgil della Camusso ha proclamato 18 ore di scioperi, assemblee e mobilitazioni , seguite da iniziative spontanee, a volte unitarie delle RSU e dei lavoratori, soprattutto nelle fabbriche del nord. Forti perplessità, dopo le voci di immediata estensione della nuova normativa dell’art.18 a tutto il pubblico impiego, l’hanno manifestata la CISL di Bonanni e l’UGL, mentre la UIL non si pronuncia in attesa di conoscere il testo finale. Anche la Cei si è detta perplessa contro la mercificazione del lavoro. Mentre il PD si ricompatta e chiede sostanziali modifiche in Parlamento, il PDL insiste per lasciare il testo così com’è , sollecitando addirittura un decreto legge sull’intera normativa che riguarda il mercato del lavoro. Se il …