Mese: Marzo 2012

"L'errore del bruco", di Barbara Spinelli

C´è qualcosa che zoppica molto, nel giudizio che il Premier dà dell´Italia, della sua preparazione ad accettare le volontà del governo. Sostiene Mario Monti che «se il Paese non è pronto» lui se ne va, non sta aggrappato alla poltrona come i vecchi politici. Ma lo vede, il Paese? E sullo sfondo vede davvero l´Europa, come promette, o percepisce solo l´austerità sollecitata in agosto dall´Unione? In realtà l´Italia sarebbe più che pronta, se solo le si dicesse la direzione in cui si va, l´Europa diversa che si vuol costruire, la democrazia da rifondare a casa ma anche fuori: lì dove si sta decidendo, ben poco democraticamente, la mutazione delle nostre economie, delle nostre tutele sociali, del lavoro. È qui che manca prontezza: nei governi, non nei Paesi. Che manca il riformismo autentico: quello che non cambia le cose con rivoluzioni, ma le cambia pur sempre. La modifica dell´articolo 18 e altre misure d´austerità hanno senso se inserite in una mutazione al tempo stesso economica, democratica, geopolitica. Se non son parte di un New Deal nazionale …

Revisione Isee: la Fish invia un documento di analisi e proposte a Fornero e Guerra

Viene chiesto di considerare anche il rischio di impoverimento a causa di disabilità e non autosufficienza, di definire i livelli essenziali di assistenza sociale e di non considerare reddito le indennità per i disabili gravi. Uno dei prossimi punti nell’agenda del Governo Monti è la ridefinizione dell’Isee, cioè lo strumento di calcolo della disponibilità economica dei nuclei familiari. Il Governo, infatti, in forza dell’articolo 5 della Manovra Monti (Legge 214/2011) dovrà rivedere sia le modalità di determinazione che i campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). La Federazione nazionale superamento handicap ha inviato al ministro Elsa Fornero e al sottosegretario Cecilia Guerra, in previsione dell’elaborazione del nuovo decreto, un articolato documento di analisi e di proposta per la revisione dell’Isee. Nel documento emerge con forza la necessità di tenere in considerazione, oltre al reddito e al patrimonio, anche il rischio di impoverimento a causa della disabilità e della non autosufficienza. Viene sottolineata l’importanza di definire, prima di applicare in modo stringente l’Isee, i livelli essenziali dell’assistenza sociale ancora assenti nel nostro impianto normativo. …

“Il messaggio sbagliato”, di Francesco Cundari

Da qualche giorno sui più autorevoli quotidiani finanziari del mondo la riforma del mercato del lavoro viene descritta come il terreno di scontro decisivo tra governo e sindacati, tra Mario Monti il modernizzatore e i recalcitranti rappresentanti della vecchia sinistra, tra le riforme necessarie a salvare il Paese e il baratro della bancarotta. Molti, proseguendo così un’antichissima tradizione nazionale, portano questi lugubri responsi a sostegno e giustificazione della linea dura scelta da Palazzo Chigi. La voce tonante dei quotidiani della City e di Wall Street confermerebbe il fatto che prima di ogni altra considerazione, se vogliamo evitare il fallimento, viene l’esigenza di mandare un «messaggio ai mercati». È un argomento che può però essere facilmente rovesciato. Perché il punto è proprio questo: quale messaggio il governo ha scelto di mandare ai mercati, quando ha deciso di far saltare l’accordo sul modello tedesco, per ingaggiare un’insensata prova di forza con il maggiore sindacato e con buona parte della sua stessa maggioranza parlamentare. Poteva ottenere una riforma storica, che sui licenziamenti prendeva a modello la regolazione adottata …

“Il messaggio sbagliato”, di Francesco Cundari

Da qualche giorno sui più autorevoli quotidiani finanziari del mondo la riforma del mercato del lavoro viene descritta come il terreno di scontro decisivo tra governo e sindacati, tra Mario Monti il modernizzatore e i recalcitranti rappresentanti della vecchia sinistra, tra le riforme necessarie a salvare il Paese e il baratro della bancarotta. Molti, proseguendo così un’antichissima tradizione nazionale, portano questi lugubri responsi a sostegno e giustificazione della linea dura scelta da Palazzo Chigi. La voce tonante dei quotidiani della City e di Wall Street confermerebbe il fatto che prima di ogni altra considerazione, se vogliamo evitare il fallimento, viene l’esigenza di mandare un «messaggio ai mercati». È un argomento che può però essere facilmente rovesciato. Perché il punto è proprio questo: quale messaggio il governo ha scelto di mandare ai mercati, quando ha deciso di far saltare l’accordo sul modello tedesco, per ingaggiare un’insensata prova di forza con il maggiore sindacato e con buona parte della sua stessa maggioranza parlamentare. Poteva ottenere una riforma storica, che sui licenziamenti prendeva a modello la regolazione adottata …

"Il messaggio sbagliato", di Francesco Cundari

Da qualche giorno sui più autorevoli quotidiani finanziari del mondo la riforma del mercato del lavoro viene descritta come il terreno di scontro decisivo tra governo e sindacati, tra Mario Monti il modernizzatore e i recalcitranti rappresentanti della vecchia sinistra, tra le riforme necessarie a salvare il Paese e il baratro della bancarotta. Molti, proseguendo così un’antichissima tradizione nazionale, portano questi lugubri responsi a sostegno e giustificazione della linea dura scelta da Palazzo Chigi. La voce tonante dei quotidiani della City e di Wall Street confermerebbe il fatto che prima di ogni altra considerazione, se vogliamo evitare il fallimento, viene l’esigenza di mandare un «messaggio ai mercati». È un argomento che può però essere facilmente rovesciato. Perché il punto è proprio questo: quale messaggio il governo ha scelto di mandare ai mercati, quando ha deciso di far saltare l’accordo sul modello tedesco, per ingaggiare un’insensata prova di forza con il maggiore sindacato e con buona parte della sua stessa maggioranza parlamentare. Poteva ottenere una riforma storica, che sui licenziamenti prendeva a modello la regolazione adottata …

“Nuovo Governo delle Istituzioni scolastiche ma l’Autonomia è ancora debole”, di Gian Carlo Sacchi

L’autonomia scolastica è l’orizzonte in cui si colloca il governo del sistema scolastico italiano, dopo i decreti delegati del 1974 che istituivano la “partecipazione” della comunità alla vita della scuola e tanti anni di sperimentazione che cercavano di collegare la funzione formativa della stessa con lo sviluppo del territorio. Questa nuova prospettiva è contenuta nella riforma degli enti locali del 1990 (L. 142), della Pubblica Amministrazione del 1997 (L. 59), che ha iniziato una azione di decentramento delle competenze statali verso gli enti locali (D.Leg.vo 112/1998) e ha dato il via alla costruzione dell’impalcatura della scuola autonoma (DPR 275/1999), con il conferimento della personalità giuridica alle scuole nell’ambito di un’azione di programmazione territoriale (DPR 233/1998). Questo impianto, anche se ancora lontano dall’essere compiutamente realizzato ha già subito cambiamenti (L. 111/2011), ma comunque non ha perso valore in quanto sancito dalla modifica del titolo quinto della Costituzione (anch’esso però non ancora applicato) (L.C. n. 3/2001) ed è in qualche modo confermato dalla normativa sul così detto federalismo fiscale (L. 42/2009 e D.Leg.vo 68/2011) nonché dai recenti …

“Nuovo Governo delle Istituzioni scolastiche ma l’Autonomia è ancora debole”, di Gian Carlo Sacchi

L’autonomia scolastica è l’orizzonte in cui si colloca il governo del sistema scolastico italiano, dopo i decreti delegati del 1974 che istituivano la “partecipazione” della comunità alla vita della scuola e tanti anni di sperimentazione che cercavano di collegare la funzione formativa della stessa con lo sviluppo del territorio. Questa nuova prospettiva è contenuta nella riforma degli enti locali del 1990 (L. 142), della Pubblica Amministrazione del 1997 (L. 59), che ha iniziato una azione di decentramento delle competenze statali verso gli enti locali (D.Leg.vo 112/1998) e ha dato il via alla costruzione dell’impalcatura della scuola autonoma (DPR 275/1999), con il conferimento della personalità giuridica alle scuole nell’ambito di un’azione di programmazione territoriale (DPR 233/1998). Questo impianto, anche se ancora lontano dall’essere compiutamente realizzato ha già subito cambiamenti (L. 111/2011), ma comunque non ha perso valore in quanto sancito dalla modifica del titolo quinto della Costituzione (anch’esso però non ancora applicato) (L.C. n. 3/2001) ed è in qualche modo confermato dalla normativa sul così detto federalismo fiscale (L. 42/2009 e D.Leg.vo 68/2011) nonché dai recenti …