Mese: Marzo 2012

“Monti chiama e i partiti rispondono, accordo lampo sulle grandi riforme”, di Francesco Lo Sardo

In parallelo modifiche costituzionali e abrogazione del Porcellum: decolla il “lodo Napolitano”. Non solo fibrillazioni e fisiologiche tensioni, come sulla delicata partita dell’articolo 18: la maggioranza parlamentare che sostiene l’esecutivo Monti regge all’urto, sigla un’intesa lampo sulle riforme istituzionali ed elettorale e dissolve i fantasmi di crisi e di voto anticipato. A Mario Monti che due giorni fa da Seul, in Corea, aveva “richiamato” i partiti, i tre segretari di Pdl, Pd e Udc hanno risposto ieri dalla cosiddetta Corea di Montecitorio, il grande corridoio parallelo al Transatlantico: dallo studio di Berlusconi. Un vertice deciso a tambur battente: ordine del giorno preciso, zero sbavature: poco più di un’ora di colloquio tra Alfano, Bersani e Casini, assistiti da La Russa, Quagliariello, Violante, Adornato e Bocchino per siglare un protocollo congiunto sulle riforme istituzionali possibili in questo scorcio di legislatura da far marciare – e qui è la novità – in parallelo con una riforma elettorale che consenta, cancellando il Porcellum, la scelta dei parlamentari da parte di chi vota e la fine dell’obbligo di coalizione. Sembra …

“Monti chiama e i partiti rispondono, accordo lampo sulle grandi riforme”, di Francesco Lo Sardo

In parallelo modifiche costituzionali e abrogazione del Porcellum: decolla il “lodo Napolitano”. Non solo fibrillazioni e fisiologiche tensioni, come sulla delicata partita dell’articolo 18: la maggioranza parlamentare che sostiene l’esecutivo Monti regge all’urto, sigla un’intesa lampo sulle riforme istituzionali ed elettorale e dissolve i fantasmi di crisi e di voto anticipato. A Mario Monti che due giorni fa da Seul, in Corea, aveva “richiamato” i partiti, i tre segretari di Pdl, Pd e Udc hanno risposto ieri dalla cosiddetta Corea di Montecitorio, il grande corridoio parallelo al Transatlantico: dallo studio di Berlusconi. Un vertice deciso a tambur battente: ordine del giorno preciso, zero sbavature: poco più di un’ora di colloquio tra Alfano, Bersani e Casini, assistiti da La Russa, Quagliariello, Violante, Adornato e Bocchino per siglare un protocollo congiunto sulle riforme istituzionali possibili in questo scorcio di legislatura da far marciare – e qui è la novità – in parallelo con una riforma elettorale che consenta, cancellando il Porcellum, la scelta dei parlamentari da parte di chi vota e la fine dell’obbligo di coalizione. Sembra …

"Precari, i limiti del Piano Fornero", di Franco Scarpelli*

Le regole del mercato del lavoro hanno molte funzioni, più o meno evidenti a seconda dei casi: incidono sulle condizioni di concorrenza tra le imprese, da un lato, comportano conseguenze di maggiore o minore protezione sociale per i lavoratori (occupati o disoccupati), dall’altro. Una cosa però fanno, sempre: determinano gli equilibri di potere sociale e contrattuale tra i soggetti coinvolti, sia nella dimensione individuale (il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro) sia in quella collettiva (le condizioni di radicamento delle organizzazioni sindacali). Da un governo tecnico, sostenuto da una maggioranza trasversale, ci si attenderebbe che questi delicatissimi equilibri siano modificati il meno possibile, puntando soprattutto a interventi di razionalizzazione ed efficienza o che, almeno, le loro modifiche fossero compensate da interventi di riequilibrio su altri aspetti. Sorprende davvero che quasi nessuno abbia notato in questi giorni il grave intervento previsto sui contratti a termine. Si parla molto, e giustamente, della riforma sull’art. 18, che sposta il potere contrattuale a favore dell’impresa indebolendo la sanzione di un licenziamento che risulti privo di una seria giustificazione. …

“Precari, i limiti del Piano Fornero”, di Franco Scarpelli*

Le regole del mercato del lavoro hanno molte funzioni, più o meno evidenti a seconda dei casi: incidono sulle condizioni di concorrenza tra le imprese, da un lato, comportano conseguenze di maggiore o minore protezione sociale per i lavoratori (occupati o disoccupati), dall’altro. Una cosa però fanno, sempre: determinano gli equilibri di potere sociale e contrattuale tra i soggetti coinvolti, sia nella dimensione individuale (il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro) sia in quella collettiva (le condizioni di radicamento delle organizzazioni sindacali). Da un governo tecnico, sostenuto da una maggioranza trasversale, ci si attenderebbe che questi delicatissimi equilibri siano modificati il meno possibile, puntando soprattutto a interventi di razionalizzazione ed efficienza o che, almeno, le loro modifiche fossero compensate da interventi di riequilibrio su altri aspetti. Sorprende davvero che quasi nessuno abbia notato in questi giorni il grave intervento previsto sui contratti a termine. Si parla molto, e giustamente, della riforma sull’art. 18, che sposta il potere contrattuale a favore dell’impresa indebolendo la sanzione di un licenziamento che risulti privo di una seria giustificazione. …

“Precari, i limiti del Piano Fornero”, di Franco Scarpelli*

Le regole del mercato del lavoro hanno molte funzioni, più o meno evidenti a seconda dei casi: incidono sulle condizioni di concorrenza tra le imprese, da un lato, comportano conseguenze di maggiore o minore protezione sociale per i lavoratori (occupati o disoccupati), dall’altro. Una cosa però fanno, sempre: determinano gli equilibri di potere sociale e contrattuale tra i soggetti coinvolti, sia nella dimensione individuale (il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro) sia in quella collettiva (le condizioni di radicamento delle organizzazioni sindacali). Da un governo tecnico, sostenuto da una maggioranza trasversale, ci si attenderebbe che questi delicatissimi equilibri siano modificati il meno possibile, puntando soprattutto a interventi di razionalizzazione ed efficienza o che, almeno, le loro modifiche fossero compensate da interventi di riequilibrio su altri aspetti. Sorprende davvero che quasi nessuno abbia notato in questi giorni il grave intervento previsto sui contratti a termine. Si parla molto, e giustamente, della riforma sull’art. 18, che sposta il potere contrattuale a favore dell’impresa indebolendo la sanzione di un licenziamento che risulti privo di una seria giustificazione. …

“L’errore del bruco”, di Barbara Spinelli

C´è qualcosa che zoppica molto, nel giudizio che il Premier dà dell´Italia, della sua preparazione ad accettare le volontà del governo. Sostiene Mario Monti che «se il Paese non è pronto» lui se ne va, non sta aggrappato alla poltrona come i vecchi politici. Ma lo vede, il Paese? E sullo sfondo vede davvero l´Europa, come promette, o percepisce solo l´austerità sollecitata in agosto dall´Unione? In realtà l´Italia sarebbe più che pronta, se solo le si dicesse la direzione in cui si va, l´Europa diversa che si vuol costruire, la democrazia da rifondare a casa ma anche fuori: lì dove si sta decidendo, ben poco democraticamente, la mutazione delle nostre economie, delle nostre tutele sociali, del lavoro. È qui che manca prontezza: nei governi, non nei Paesi. Che manca il riformismo autentico: quello che non cambia le cose con rivoluzioni, ma le cambia pur sempre. La modifica dell´articolo 18 e altre misure d´austerità hanno senso se inserite in una mutazione al tempo stesso economica, democratica, geopolitica. Se non son parte di un New Deal nazionale …

"L'errore del bruco", di Barbara Spinelli

C´è qualcosa che zoppica molto, nel giudizio che il Premier dà dell´Italia, della sua preparazione ad accettare le volontà del governo. Sostiene Mario Monti che «se il Paese non è pronto» lui se ne va, non sta aggrappato alla poltrona come i vecchi politici. Ma lo vede, il Paese? E sullo sfondo vede davvero l´Europa, come promette, o percepisce solo l´austerità sollecitata in agosto dall´Unione? In realtà l´Italia sarebbe più che pronta, se solo le si dicesse la direzione in cui si va, l´Europa diversa che si vuol costruire, la democrazia da rifondare a casa ma anche fuori: lì dove si sta decidendo, ben poco democraticamente, la mutazione delle nostre economie, delle nostre tutele sociali, del lavoro. È qui che manca prontezza: nei governi, non nei Paesi. Che manca il riformismo autentico: quello che non cambia le cose con rivoluzioni, ma le cambia pur sempre. La modifica dell´articolo 18 e altre misure d´austerità hanno senso se inserite in una mutazione al tempo stesso economica, democratica, geopolitica. Se non son parte di un New Deal nazionale …