Mese: Marzo 2012

“Quando i candidati locali contano più dei partiti”, di Carlo Galli

Per le prossime elezioni amministrative si annuncia un moltiplicarsi di formazioni e simboli nuovi dovuto alla crisi degli schieramenti tradizionali. La politica moderna ha come dimensione appropriata non la città, ma lo stato. La differenza di scala comporta anche un salto di qualità. Ma può accadere anche che i cittadini per entusiasmo o disperazione si rimbocchino le maniche e si mobilitino. È implicito, nel concetto di lista civica, che il rapporto fra politica e città sia problematico. Quel rapporto dovrebbe essere di piena adeguazione – dopo tutto, le due parole sono l´una figlia dell´altra, poiché politica è l´insieme delle cose pubbliche che riguardano la città –; e invece la lista civica si contrappone a liste elettorali non civiche, o almeno non percepite come tali. A liste che esprimono la disgiunzione fra politica e città. Com´è stato possibile ciò? E com´è possibile che una lista civica vi possa porre rimedio? La politica moderna ha come dimensione più appropriata non la città ma lo Stato; non il libero Comune ma l´intera società civile nella sua vastità e …

"Quando i candidati locali contano più dei partiti", di Carlo Galli

Per le prossime elezioni amministrative si annuncia un moltiplicarsi di formazioni e simboli nuovi dovuto alla crisi degli schieramenti tradizionali. La politica moderna ha come dimensione appropriata non la città, ma lo stato. La differenza di scala comporta anche un salto di qualità. Ma può accadere anche che i cittadini per entusiasmo o disperazione si rimbocchino le maniche e si mobilitino. È implicito, nel concetto di lista civica, che il rapporto fra politica e città sia problematico. Quel rapporto dovrebbe essere di piena adeguazione – dopo tutto, le due parole sono l´una figlia dell´altra, poiché politica è l´insieme delle cose pubbliche che riguardano la città –; e invece la lista civica si contrappone a liste elettorali non civiche, o almeno non percepite come tali. A liste che esprimono la disgiunzione fra politica e città. Com´è stato possibile ciò? E com´è possibile che una lista civica vi possa porre rimedio? La politica moderna ha come dimensione più appropriata non la città ma lo Stato; non il libero Comune ma l´intera società civile nella sua vastità e …

“Quando i candidati locali contano più dei partiti”, di Carlo Galli

Per le prossime elezioni amministrative si annuncia un moltiplicarsi di formazioni e simboli nuovi dovuto alla crisi degli schieramenti tradizionali. La politica moderna ha come dimensione appropriata non la città, ma lo stato. La differenza di scala comporta anche un salto di qualità. Ma può accadere anche che i cittadini per entusiasmo o disperazione si rimbocchino le maniche e si mobilitino. È implicito, nel concetto di lista civica, che il rapporto fra politica e città sia problematico. Quel rapporto dovrebbe essere di piena adeguazione – dopo tutto, le due parole sono l´una figlia dell´altra, poiché politica è l´insieme delle cose pubbliche che riguardano la città –; e invece la lista civica si contrappone a liste elettorali non civiche, o almeno non percepite come tali. A liste che esprimono la disgiunzione fra politica e città. Com´è stato possibile ciò? E com´è possibile che una lista civica vi possa porre rimedio? La politica moderna ha come dimensione più appropriata non la città ma lo Stato; non il libero Comune ma l´intera società civile nella sua vastità e …

“Restituiamo senso al voto”, di Gianclaudio Bressa

La legge elettorale serve a perseguire alcuni obiettivi di fondo: la legittimazione democratica degli eletti e delle assemblee rappresentative, la responsabilità degli elettori nella scelta degli eletti e la stabilità delle camere e dunque l’efficienza del governo. Ciò avviene promuovendo e non stravolgendo il ruolo dei partiti, che la nostra Costituzione definisce infatti come le cinghie di trasmissione fra il popolo, detentore della sovranità popolare, e le assemblee rappresentative. Per riportare al centro questi obiettivi fondamentali, va superata prima di tutto la personalizzazione della politica, che ha portato con sé la ben più perversa nascita di partiti personali, e una territorializzazione fine a se stessa del conflitto politico, che ha comportato la nascita di forze localistiche. È dunque necessario farla finita con le formazioni politiche artificiali e, fattore ancora più dannoso perché subdolo, con le alleanze elettorali forzose, poiché servono solo ad accrescere il potere di ricatto delle forze più piccole, al prezzo di una vittoria che non consente poi di governare, come ci mostra l’esperienza inconcludente e dolorosa di questi ultimi quindici anni di …

"Restituiamo senso al voto", di Gianclaudio Bressa

La legge elettorale serve a perseguire alcuni obiettivi di fondo: la legittimazione democratica degli eletti e delle assemblee rappresentative, la responsabilità degli elettori nella scelta degli eletti e la stabilità delle camere e dunque l’efficienza del governo. Ciò avviene promuovendo e non stravolgendo il ruolo dei partiti, che la nostra Costituzione definisce infatti come le cinghie di trasmissione fra il popolo, detentore della sovranità popolare, e le assemblee rappresentative. Per riportare al centro questi obiettivi fondamentali, va superata prima di tutto la personalizzazione della politica, che ha portato con sé la ben più perversa nascita di partiti personali, e una territorializzazione fine a se stessa del conflitto politico, che ha comportato la nascita di forze localistiche. È dunque necessario farla finita con le formazioni politiche artificiali e, fattore ancora più dannoso perché subdolo, con le alleanze elettorali forzose, poiché servono solo ad accrescere il potere di ricatto delle forze più piccole, al prezzo di una vittoria che non consente poi di governare, come ci mostra l’esperienza inconcludente e dolorosa di questi ultimi quindici anni di …

"Un esercito di lavoratori beffati senz´assegno o senza contributi e ora il governo studia un sussidio", di Luisa Grion

Il ricongiungimento all´Inps non è più gratuito E c´è chi dovrebbe pagare centinaia di migliaia di euro per realizzarlo. Palazzo Chigi lavora a un assegno sul modello dell´Aspi. Ma ci sono dei dubbi sui tempi ed anche sulla copertura economica. Da una parte ci sono i “beffati” dalla regole sulle nuove pensioni, dall´altra i “dannati” dei contributi. E su queste due categorie che si concentrerà la manifestazione unitaria fissata dai sindacati per il 13 aprile: i cosiddetti “esodati” da una parte e i “ricongiungimenti onerosi”, dall´altra. I primi rischiano di restare per anni senza ammortizzatori e senza pensione; i secondi di percepire assegni dimezzati rispetto a quanto avevano calcolato in base ai contributi versati. A meno che non si preparino a sborsare all´Inps centinaia di migliaia di euro. La questione degli “esodati” riguarda – stima non ufficiale, ma plausibile – circa 350 mila lavoratori. Si tratta di quei dipendenti che sono stati incentivati ad uscire dall´azienda con la prospettiva di una copertura da mobilità e disoccupazione fino al raggiungimento dell´età pensionabile. I calcoli però erano …

“Un esercito di lavoratori beffati senz´assegno o senza contributi e ora il governo studia un sussidio”, di Luisa Grion

Il ricongiungimento all´Inps non è più gratuito E c´è chi dovrebbe pagare centinaia di migliaia di euro per realizzarlo. Palazzo Chigi lavora a un assegno sul modello dell´Aspi. Ma ci sono dei dubbi sui tempi ed anche sulla copertura economica. Da una parte ci sono i “beffati” dalla regole sulle nuove pensioni, dall´altra i “dannati” dei contributi. E su queste due categorie che si concentrerà la manifestazione unitaria fissata dai sindacati per il 13 aprile: i cosiddetti “esodati” da una parte e i “ricongiungimenti onerosi”, dall´altra. I primi rischiano di restare per anni senza ammortizzatori e senza pensione; i secondi di percepire assegni dimezzati rispetto a quanto avevano calcolato in base ai contributi versati. A meno che non si preparino a sborsare all´Inps centinaia di migliaia di euro. La questione degli “esodati” riguarda – stima non ufficiale, ma plausibile – circa 350 mila lavoratori. Si tratta di quei dipendenti che sono stati incentivati ad uscire dall´azienda con la prospettiva di una copertura da mobilità e disoccupazione fino al raggiungimento dell´età pensionabile. I calcoli però erano …