Giorno: 29 Marzo 2012

De Mauro: “L’istruzione verso la distruzione”, di Matteo Nucci

Il grande linguista, scrittore ed ex ministro festeggia sabato 80 anni e parla della situazione della scuola, della cultura e della ricerca in Italia. «A inizio Novecento, Giolitti capì che il Paese aveva bisogno di istruzione. Da Presidente del Consiglio, scelse un ministro forte, Vittorio Emanuele Orlando, e nacque la scuola elementare italiana. Oggi, avremmo bisogno di un capo del governo del genere, uno che in prima persona voglia reimpostare la politica scolastica e culturale del Paese. Per puntare davvero sulla produttività. Mi pare però che ne siamo ben lontani». Tullio De Mauro compie sabato 80 anni (domani la Sapienza gli dedica una giornata di studio dalle 9 alle ex vetrerie Sciarra di via dei Volsci 122) e festeggia facendo quel che ha sempre fatto. Massimo linguista italiano, Ministro dell’istruzione per tredici mesi, non ha mai smesso di riflettere sullo stato di salute del sistema scolastico e universitario italiano. E oggi dice: «La scuola può salvarsi. L’Università l’hanno fatta a pezzi. Della ricerca è quasi inutile parlare. È evidente a moltissimi esperti di economia che …

De Mauro: “L’istruzione verso la distruzione”, di Matteo Nucci

Il grande linguista, scrittore ed ex ministro festeggia sabato 80 anni e parla della situazione della scuola, della cultura e della ricerca in Italia. «A inizio Novecento, Giolitti capì che il Paese aveva bisogno di istruzione. Da Presidente del Consiglio, scelse un ministro forte, Vittorio Emanuele Orlando, e nacque la scuola elementare italiana. Oggi, avremmo bisogno di un capo del governo del genere, uno che in prima persona voglia reimpostare la politica scolastica e culturale del Paese. Per puntare davvero sulla produttività. Mi pare però che ne siamo ben lontani». Tullio De Mauro compie sabato 80 anni (domani la Sapienza gli dedica una giornata di studio dalle 9 alle ex vetrerie Sciarra di via dei Volsci 122) e festeggia facendo quel che ha sempre fatto. Massimo linguista italiano, Ministro dell’istruzione per tredici mesi, non ha mai smesso di riflettere sullo stato di salute del sistema scolastico e universitario italiano. E oggi dice: «La scuola può salvarsi. L’Università l’hanno fatta a pezzi. Della ricerca è quasi inutile parlare. È evidente a moltissimi esperti di economia che …

De Mauro: "L'istruzione verso la distruzione", di Matteo Nucci

Il grande linguista, scrittore ed ex ministro festeggia sabato 80 anni e parla della situazione della scuola, della cultura e della ricerca in Italia. «A inizio Novecento, Giolitti capì che il Paese aveva bisogno di istruzione. Da Presidente del Consiglio, scelse un ministro forte, Vittorio Emanuele Orlando, e nacque la scuola elementare italiana. Oggi, avremmo bisogno di un capo del governo del genere, uno che in prima persona voglia reimpostare la politica scolastica e culturale del Paese. Per puntare davvero sulla produttività. Mi pare però che ne siamo ben lontani». Tullio De Mauro compie sabato 80 anni (domani la Sapienza gli dedica una giornata di studio dalle 9 alle ex vetrerie Sciarra di via dei Volsci 122) e festeggia facendo quel che ha sempre fatto. Massimo linguista italiano, Ministro dell’istruzione per tredici mesi, non ha mai smesso di riflettere sullo stato di salute del sistema scolastico e universitario italiano. E oggi dice: «La scuola può salvarsi. L’Università l’hanno fatta a pezzi. Della ricerca è quasi inutile parlare. È evidente a moltissimi esperti di economia che …

" Marciare insieme è un bene per tutto il Paese", di Bruno Ugolini

L’appuntamento del 13 aprile potrebbe rappresentare una data decisiva. Tornano in campo, questa volta insieme, i sindacati, dopo tanti distinguo e tante polemiche spesso poco chiare alla moltitudine del mondo del lavoro. Non solo Cgil, Cisl e Uil, stavolta, ma anche l’Ugl. Non è la prova di un superamento delle difficoltà. un nuovo cammino, la consapevolezza che solo stando insieme si può realmente incidere negli equilibri politici e aiutare a trovare soluzioni che garantiscano i diritti dei lavoratori. La motivazione dello sciopero riguarda i cosiddetti «esodati», nonché i lavori usuranti. Il linguaggio burocratico nasconde una drammatica realtà che grida vendetta al cielo. Si tratta, infatti, di donne e di uomini (centinaia di migliaia), non più in tenera età, che avevano accettato di lasciare l’azienda dove avevano trascorso gran parte della propria vita per incamminarsi verso la pensione. Persone che nel ciclone della crisi non possono certo confidare in nuovi lavori. Sono stati condannati dall’ennesima riforma previdenziale. Sono rimasti imprigionati in una tagliola disperante. Non avranno più né lavoro né salario né pensione. Fermi in mezzo …

” Marciare insieme è un bene per tutto il Paese”, di Bruno Ugolini

L’appuntamento del 13 aprile potrebbe rappresentare una data decisiva. Tornano in campo, questa volta insieme, i sindacati, dopo tanti distinguo e tante polemiche spesso poco chiare alla moltitudine del mondo del lavoro. Non solo Cgil, Cisl e Uil, stavolta, ma anche l’Ugl. Non è la prova di un superamento delle difficoltà. un nuovo cammino, la consapevolezza che solo stando insieme si può realmente incidere negli equilibri politici e aiutare a trovare soluzioni che garantiscano i diritti dei lavoratori. La motivazione dello sciopero riguarda i cosiddetti «esodati», nonché i lavori usuranti. Il linguaggio burocratico nasconde una drammatica realtà che grida vendetta al cielo. Si tratta, infatti, di donne e di uomini (centinaia di migliaia), non più in tenera età, che avevano accettato di lasciare l’azienda dove avevano trascorso gran parte della propria vita per incamminarsi verso la pensione. Persone che nel ciclone della crisi non possono certo confidare in nuovi lavori. Sono stati condannati dall’ennesima riforma previdenziale. Sono rimasti imprigionati in una tagliola disperante. Non avranno più né lavoro né salario né pensione. Fermi in mezzo …

” Marciare insieme è un bene per tutto il Paese”, di Bruno Ugolini

L’appuntamento del 13 aprile potrebbe rappresentare una data decisiva. Tornano in campo, questa volta insieme, i sindacati, dopo tanti distinguo e tante polemiche spesso poco chiare alla moltitudine del mondo del lavoro. Non solo Cgil, Cisl e Uil, stavolta, ma anche l’Ugl. Non è la prova di un superamento delle difficoltà. un nuovo cammino, la consapevolezza che solo stando insieme si può realmente incidere negli equilibri politici e aiutare a trovare soluzioni che garantiscano i diritti dei lavoratori. La motivazione dello sciopero riguarda i cosiddetti «esodati», nonché i lavori usuranti. Il linguaggio burocratico nasconde una drammatica realtà che grida vendetta al cielo. Si tratta, infatti, di donne e di uomini (centinaia di migliaia), non più in tenera età, che avevano accettato di lasciare l’azienda dove avevano trascorso gran parte della propria vita per incamminarsi verso la pensione. Persone che nel ciclone della crisi non possono certo confidare in nuovi lavori. Sono stati condannati dall’ennesima riforma previdenziale. Sono rimasti imprigionati in una tagliola disperante. Non avranno più né lavoro né salario né pensione. Fermi in mezzo …

“L´ideologia dei tecnici”, di Gad Lerner

Il disincanto con cui Monti il tecnico si rivolge dall´estero al Paese malato che gli tocca governare – considerandolo impreparato a comprendere del tutto la terapia da lui somministrata, e però ben allertato contro la malapolitica dei partiti – ormai sta assumendo i tratti di una vera e propria ideologia. Poco importa se il premier la lasci trasparire per passione, per stanchezza o per calcolo: anche i tecnici hanno un cuore e, dunque, un credo. Resta da vedere se tale ideologia tecnica, niente affatto neutrale, risulti adeguata a corrispondere e guidare lo spirito dei tempi, in una società traumatizzata dalla crisi del suo modello di sviluppo. O se invece si riveli anch´essa retaggio di un´epoca travolta da una sequenza di avvenimenti nefasti che non aveva previsto e che ha contribuito a provocare. Per prima cosa Monti insiste a comunicarci la sua provvisorietà, e non c´è motivo di dubitare che sia sincero. Che sia per modestia o al contrario per supponenza, poco importa, egli si compiace di descriversi quale commissario straordinario a termine: «Sarà fantastico, per …