C’era stata una sollevazione popolare. E ora la ferita politica e sindacale è stata sanata: «l’Unità» è tornata nella bacheca della Magneti Marelli a Crevalcore. Il giorno dopo la sentenza del giudice sulle Rsu. Dai cancelli principali della Magneti Marelli rientrano a testa alta i delegati della Fiom-Cgil. E insieme a loro, le pagine de L’Unità. Nel “day after” della sentenza bolognese, con cui mercoledì un giudice ha imposto al gruppo Fiat di riconoscere i Responsabili sindacali d’azienda della Cgil nelle fabbriche del gruppo a Bologna e Crevalcore, nelle bacheche sindacali è comparso il primo volantino dei metalmeccanici Fiom.
E insieme a questo, sono state affisse di nuovo nella vetrina pubblica anche le pagine del nostro quotidiano, con il titolo di prima “Ritorno in fabbrica” e la foto dello stabilimento di via del Timavo a Bologna. «Abbiamo avuto dalla direzione le chiavi per affiggere un nostro comunicato e le prime tre pagine de L’Unità racconta Francesco Di Napoli, ex rsu Fiom di Crevalcore, a una quarantina di Km da Bologna -. Per noi era importante, dopo tre mesi di silenzio e censura, far vedere ai lavoratori che eravamo tornati». Poi sono arrivate le congratulazioni degli operai alle ex Rsu della sigla di categoria Cgil, che nello stabilimento del Bolognese rappresenta il 70 per cento su 350 tute blu, e a Bologna la maggioranza assoluta fra i 665 lavoratori. Ma se è vero che, per il rientro a tutti gli effetti dei delegati negli stabilimenti, secondo il segretario provinciale della Fiom-Cgil Bruno Papignani serviranno almeno alcuni giorni («Non prima di lunedì», pronostica Papignani), già ieri gli ex rsu hanno chiesto ai responsabili del personale di poter rientrare al più presto in possesso della saletta sindacale da cui erano stati sfrattati all’inizio dell’anno.
E pure delle bacheche “specifiche” per i giornali, dove almeno dagli anni Settanta ogni mattina i lavoratori Fiom affiggevano (spesso dopo aver fatto collette di autofinanziamento) il quotidiano fondato da Gramsci. «C’è un gran bel clima dice Massimo Monesi, delegato Fiom in via del Timavo a Bologna -: siamo contenti. E una volta chiariti definitivamente modalità e tempi tecnici del nostro rientro, torneremo alla carica per saletta e bacheca».
Nei giorni scorsi, nei due stabilimenti Marelli del Bolognese Fim-Cisl e Uilm-Uil avevano già avviato le procedure per le elezioni delle Rsa, che con il nuovo contratto del gruppo Fiat da dicembre hanno sostituito le vecchie rsu. Proprio per effetto del nuovo accordo aziendale, siglato tre mesi fa dalle sole Cisl e Uil, Fiom era stata di fatto cacciata dalle fabbriche del gruppo. E con lei, dall’inizio del mese, anche le bacheche con L’Unità erano sparite. «Sembrava volessero dirci “o pensi o lavori” riflette Daria Marrucci, con Monesi fra i sette ex delegati Fiom della ex Weber di Bologna oggi finalmente possiamo festeggiare». La delegata fa anche parte del coordinamento nazionale delle lavoratrici Fiat. E con loro, all’inizio di marzo aveva incontrato a Roma senatori e senatrici Pd per sottoporre loro uno dei tanti aspetti del nuovo contratto aziendale del Lingotto: quello che pone il veto sul premio di produttività (600 euro) per chi manca dal lavoro per oltre nove giorni nei primi sei mesi dell’anno. Ergo, soprattutto per le donne assenti per maternità (compresa quella obbligatoria), allattamento, cura di un famigliare o malattia di un figlio. «Abbiamo scritto anche al ministro Elsa Fornero ricorda Marrucci e ci aveva promesso che ci avrebbe incontrate. Per noi si tratta di una discriminazione chiarissima». Insieme agli altri delegati, e a molti lavoratori della Marelli, anche Daria lunedì prossimo sarà alla grande festa per L’Unità organizzata al bolognese teatro Duse. Intanto, il tam tam sulla vittoria in tribunale della Fiom cittadina passa attraverso il social network Facebook. «Ecco finalmente la libera bacheca sindacale di un tempo!!! esultavano ieri sulla pagina della Fiom-Marelli -. Con noi è rientrata in fabbrica anche L’Unità».
L’Unità 29.03.12