Giorno: 28 Marzo 2012

“Il messaggio sbagliato”, di Francesco Cundari

Da qualche giorno sui più autorevoli quotidiani finanziari del mondo la riforma del mercato del lavoro viene descritta come il terreno di scontro decisivo tra governo e sindacati, tra Mario Monti il modernizzatore e i recalcitranti rappresentanti della vecchia sinistra, tra le riforme necessarie a salvare il Paese e il baratro della bancarotta. Molti, proseguendo così un’antichissima tradizione nazionale, portano questi lugubri responsi a sostegno e giustificazione della linea dura scelta da Palazzo Chigi. La voce tonante dei quotidiani della City e di Wall Street confermerebbe il fatto che prima di ogni altra considerazione, se vogliamo evitare il fallimento, viene l’esigenza di mandare un «messaggio ai mercati». È un argomento che può però essere facilmente rovesciato. Perché il punto è proprio questo: quale messaggio il governo ha scelto di mandare ai mercati, quando ha deciso di far saltare l’accordo sul modello tedesco, per ingaggiare un’insensata prova di forza con il maggiore sindacato e con buona parte della sua stessa maggioranza parlamentare. Poteva ottenere una riforma storica, che sui licenziamenti prendeva a modello la regolazione adottata …

“Il messaggio sbagliato”, di Francesco Cundari

Da qualche giorno sui più autorevoli quotidiani finanziari del mondo la riforma del mercato del lavoro viene descritta come il terreno di scontro decisivo tra governo e sindacati, tra Mario Monti il modernizzatore e i recalcitranti rappresentanti della vecchia sinistra, tra le riforme necessarie a salvare il Paese e il baratro della bancarotta. Molti, proseguendo così un’antichissima tradizione nazionale, portano questi lugubri responsi a sostegno e giustificazione della linea dura scelta da Palazzo Chigi. La voce tonante dei quotidiani della City e di Wall Street confermerebbe il fatto che prima di ogni altra considerazione, se vogliamo evitare il fallimento, viene l’esigenza di mandare un «messaggio ai mercati». È un argomento che può però essere facilmente rovesciato. Perché il punto è proprio questo: quale messaggio il governo ha scelto di mandare ai mercati, quando ha deciso di far saltare l’accordo sul modello tedesco, per ingaggiare un’insensata prova di forza con il maggiore sindacato e con buona parte della sua stessa maggioranza parlamentare. Poteva ottenere una riforma storica, che sui licenziamenti prendeva a modello la regolazione adottata …

"Il messaggio sbagliato", di Francesco Cundari

Da qualche giorno sui più autorevoli quotidiani finanziari del mondo la riforma del mercato del lavoro viene descritta come il terreno di scontro decisivo tra governo e sindacati, tra Mario Monti il modernizzatore e i recalcitranti rappresentanti della vecchia sinistra, tra le riforme necessarie a salvare il Paese e il baratro della bancarotta. Molti, proseguendo così un’antichissima tradizione nazionale, portano questi lugubri responsi a sostegno e giustificazione della linea dura scelta da Palazzo Chigi. La voce tonante dei quotidiani della City e di Wall Street confermerebbe il fatto che prima di ogni altra considerazione, se vogliamo evitare il fallimento, viene l’esigenza di mandare un «messaggio ai mercati». È un argomento che può però essere facilmente rovesciato. Perché il punto è proprio questo: quale messaggio il governo ha scelto di mandare ai mercati, quando ha deciso di far saltare l’accordo sul modello tedesco, per ingaggiare un’insensata prova di forza con il maggiore sindacato e con buona parte della sua stessa maggioranza parlamentare. Poteva ottenere una riforma storica, che sui licenziamenti prendeva a modello la regolazione adottata …