"Precari, i limiti del Piano Fornero", di Franco Scarpelli*
Le regole del mercato del lavoro hanno molte funzioni, più o meno evidenti a seconda dei casi: incidono sulle condizioni di concorrenza tra le imprese, da un lato, comportano conseguenze di maggiore o minore protezione sociale per i lavoratori (occupati o disoccupati), dall’altro. Una cosa però fanno, sempre: determinano gli equilibri di potere sociale e contrattuale tra i soggetti coinvolti, sia nella dimensione individuale (il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro) sia in quella collettiva (le condizioni di radicamento delle organizzazioni sindacali). Da un governo tecnico, sostenuto da una maggioranza trasversale, ci si attenderebbe che questi delicatissimi equilibri siano modificati il meno possibile, puntando soprattutto a interventi di razionalizzazione ed efficienza o che, almeno, le loro modifiche fossero compensate da interventi di riequilibrio su altri aspetti. Sorprende davvero che quasi nessuno abbia notato in questi giorni il grave intervento previsto sui contratti a termine. Si parla molto, e giustamente, della riforma sull’art. 18, che sposta il potere contrattuale a favore dell’impresa indebolendo la sanzione di un licenziamento che risulti privo di una seria giustificazione. …