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“Art. 18 e la grana degli esuberi”, di Alessandra Ricciardi

Ci sono circa 10 mila professori di ruolo da ricollocare. Patroni Griffi riapre la partita del settore pubblico: flessibilità in uscita al tavolo con i sindacati. Nel balletto di dichiarazioni del governo, Patroni Griffi aveva aperto all’applicazione dell’articolo 18 agli statali, scuola compresa, il ministro del lavoro, Elsa Fornero, aveva smentito, la stessa Fornero ha poi però ammesso che se ne potrebbe parlare. E da ultimo il ministro competente per il settore pubblico, Filippo Patroni Griffi, ha detto che sì, di flessibilità in uscita si parlerà con i sindacati al tavolo aperto a Palazzo Vidoni su contratti e relazioni sindacali.

Un polverone, quello sull’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto modificato nell’ambito della riforma del mercato del lavoro, che non tiene conto che nel settore pubblico i licenziamenti per motivi economici si possono già fare. E non solo perché il decreto legislativo n.165 del 2001 richiama espressamente lo Statuto dei lavoratori, ma perché la legge di stabilità del 2012 disciplina proprio i licenziamenti nel pubblico in caso di esubero di personale. Una norma che finora non è sta mai applicata e che troverebbe proprio nella scuola il suo terreno di più immediato impatto. Nei primi incontri che si sono già svolti tra Funzione pubblica e sindacati, quando ancora il polverone art. 18 non era stato sollevato, si è parlato dei 10 mila docenti in esubero nella scuola e del caso anche dei 4 mila docenti inidonei all’insegnamento e che vanno riconvertiti. L’ultima legge di stabilità di Giulio Tremonti ha modificato l’art. 33 del decreto165/2001 che già definiva la gestione delle eccedenze di personale e mobilità collettiva e ha previsto una mobilità verso altri comparti, anche altre regioni, a caccia di un utilizzo dei dipendenti assunti a tempo indeterminato ma risultanti in più rispetto al profilo di assunzione.

Nel caso di esito negativo, c’è l’atto finale della messa in disponibilità per la durata di 2 anni e una indennità pari all’80% della retribuzione, a cui fa seguito il licenziamento. Le procedure non sono mai state avviate anche perché definire i passaggi da un’amministrazione all’altra non è operazione semplice, dovendosi comparare profili professionali e vacanze in organico.

Nel frattempo il contratto sulle utilizzazioni della scuola ha disposto l’impegno dei prof in soprannumero nelle sostituzioni o nei progetti per il recupero dei ragazzi. Ma si tratta di interventi tampone. Di mobilità dovrà parlarsi di nuovo e in altra sede.

da ItaliaOggi 27.03.12

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“Art. 18 e la grana degli esuberi”, di Alessandra Ricciardi

Ci sono circa 10 mila professori di ruolo da ricollocare. Patroni Griffi riapre la partita del settore pubblico: flessibilità in uscita al tavolo con i sindacati. Nel balletto di dichiarazioni del governo, Patroni Griffi aveva aperto all’applicazione dell’articolo 18 agli statali, scuola compresa, il ministro del lavoro, Elsa Fornero, aveva smentito, la stessa Fornero ha poi però ammesso che se ne potrebbe parlare. E da ultimo il ministro competente per il settore pubblico, Filippo Patroni Griffi, ha detto che sì, di flessibilità in uscita si parlerà con i sindacati al tavolo aperto a Palazzo Vidoni su contratti e relazioni sindacali.

Un polverone, quello sull’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto modificato nell’ambito della riforma del mercato del lavoro, che non tiene conto che nel settore pubblico i licenziamenti per motivi economici si possono già fare. E non solo perché il decreto legislativo n.165 del 2001 richiama espressamente lo Statuto dei lavoratori, ma perché la legge di stabilità del 2012 disciplina proprio i licenziamenti nel pubblico in caso di esubero di personale. Una norma che finora non è sta mai applicata e che troverebbe proprio nella scuola il suo terreno di più immediato impatto. Nei primi incontri che si sono già svolti tra Funzione pubblica e sindacati, quando ancora il polverone art. 18 non era stato sollevato, si è parlato dei 10 mila docenti in esubero nella scuola e del caso anche dei 4 mila docenti inidonei all’insegnamento e che vanno riconvertiti. L’ultima legge di stabilità di Giulio Tremonti ha modificato l’art. 33 del decreto165/2001 che già definiva la gestione delle eccedenze di personale e mobilità collettiva e ha previsto una mobilità verso altri comparti, anche altre regioni, a caccia di un utilizzo dei dipendenti assunti a tempo indeterminato ma risultanti in più rispetto al profilo di assunzione.

Nel caso di esito negativo, c’è l’atto finale della messa in disponibilità per la durata di 2 anni e una indennità pari all’80% della retribuzione, a cui fa seguito il licenziamento. Le procedure non sono mai state avviate anche perché definire i passaggi da un’amministrazione all’altra non è operazione semplice, dovendosi comparare profili professionali e vacanze in organico.

Nel frattempo il contratto sulle utilizzazioni della scuola ha disposto l’impegno dei prof in soprannumero nelle sostituzioni o nei progetti per il recupero dei ragazzi. Ma si tratta di interventi tampone. Di mobilità dovrà parlarsi di nuovo e in altra sede.

da ItaliaOggi 27.03.12

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