Giorno: 21 Marzo 2012

“Quella Ragioneria che sabota il governo”, di Raffaella Cascioli

Stop di Canzio al dl su cui è stata posta la fiducia. Ed è tensione tra Giarda e Fini. Pena la decadenza, il decreto liberalizzazioni dovrà essere convertito in legge entro sabato prossimo. Eppure lungo il percorso, spesso ad ostacoli, del provvedimento che è riuscito a sfuggire alle pressioni delle lobby fuori e dentro il parlamento, è scoppiata un’altra mina. L’ultima, ma non meno pericolosa. Ad accendere il detonatore è stata la Ragioneria generale dello stato che ha sollevato dubbi su alcune coperture relative all’istituto delle compensazioni per il pagamento dei debiti della Pa e delle permute di immobili. Dubbi che non sono bastati a fermare l’iter del provvedimento, non solo voluto fermamente dal premier Monti, ma anche promosso dalla commissione bilancio della camera e sul quale il ministro per i rapporti con il parlamento, Piero Giarda, ha posto in aula la questione di fiducia. La dodicesima dell’esecutivo Monti «sul testo uscito dalle commissioni della camera»; «identico a quello approvato al senato», ha tenuto a precisare Giarda sottolineando indirettamente che i dubbi della Ragioneria sono …

Democrazia paritaria con le parlamentari Sesa Amici ed Emilia De Biasi

Incontro fissato per venerdì 23 marzo e promosso dalla Conferenza delle donne Pd. Venerdì 23 marzo, alle ore 21.00, a Palazzo Europa si parla di “Democrazia paritaria, una buona legge elettorale per una buona politica” con le deputate Sesa Amici e Emilia De Biasi, due delle firmatarie di una proposta di legge per la promozione della rappresentanza di genere nei Consigli regionali e negli enti locali. L’iniziativa, promossa dalla Conferenza delle donne, segna l’avvio dell’impegno politico del Pd per introdurre regole di democrazia paritaria nella legge regionale dell’Emilia-Romagna. Le donne sono in maggioranza nel corpo elettorale, hanno già dimostrato il loro valore nel mondo del lavoro, delle professioni e delle imprese, eppure faticano ancora ad avere una adeguata rappresentanza di genere nelle istituzioni: insomma, a livello locale, ma soprattutto a livello nazionale, ad avere in mano le leve del comando e del potere politico sono ancora gli uomini. In Italia, solo per citare gli esempi più clamorosi, non abbiamo mai avuto un Presidente della Repubblica donna, né un Primo ministro donna. Se guardiamo, poi, a …

"Welfare e donne", di Giuliana Ferraino

Norma contro le dimissioni in bianco e una sperimentazione dei congedi di paternità obbligatori per tre anni, finanziata del ministero del Lavoro. Sono le due novità uscite ieri dall’incontro tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Insieme all’accordo raggiunto sulla data: i nuovi ammortizzatori sociali, uno dei pilastri della riforma, entreranno in vigore, a regime, dal 2017, come avevano chiesto le parti sociali al ministro del Welfare, Elsa Fornero, che invece aveva proposto il 2015 come data d’inizio. E’ un fatto non da poco. Significa che si avrà una fase transitoria, con un’applicazione graduale dei nuovi strumenti di sostegno al reddito in caso di perdita del lavoro. La sperimentazione dei congedi di paternità obbligatori «è un modo per far cambiare la mentalità: la maternità non è un fatto solo di donne. Bisogna conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia», ha spiegato il ministro Fornero. Ma è il capitolo sugli ammortizzatori sociali a rappresentare un cambiamento «rivoluzionario», almeno per il nostro Paese: invece di difendere il posto di lavoro, con …

“Welfare e donne”, di Giuliana Ferraino

Norma contro le dimissioni in bianco e una sperimentazione dei congedi di paternità obbligatori per tre anni, finanziata del ministero del Lavoro. Sono le due novità uscite ieri dall’incontro tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Insieme all’accordo raggiunto sulla data: i nuovi ammortizzatori sociali, uno dei pilastri della riforma, entreranno in vigore, a regime, dal 2017, come avevano chiesto le parti sociali al ministro del Welfare, Elsa Fornero, che invece aveva proposto il 2015 come data d’inizio. E’ un fatto non da poco. Significa che si avrà una fase transitoria, con un’applicazione graduale dei nuovi strumenti di sostegno al reddito in caso di perdita del lavoro. La sperimentazione dei congedi di paternità obbligatori «è un modo per far cambiare la mentalità: la maternità non è un fatto solo di donne. Bisogna conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia», ha spiegato il ministro Fornero. Ma è il capitolo sugli ammortizzatori sociali a rappresentare un cambiamento «rivoluzionario», almeno per il nostro Paese: invece di difendere il posto di lavoro, con …

"Se i cinesi ammirano l'università italiana", di Maria Chiara Carozza*

L’intervistatrice di un giornale cinese nella megalopoli di Chongqing, dove mi trovavo,mi ha posto pochi giorni questa domanda: perché molti giovani cinesi vengono volentieri a studiare a Pisa, nonostante la grave crisi economica che ha colpito Italia ed Europa? A questa domanda ho risposto con quella che mi sembra un’elementare verità: l’istruzione universitaria italiana, checché se ne obbietti da destra e da sinistra, ha un rapporto fra costo e qualità ancora assai buono. Si può diventare medico o ingegnere in una Università pubblica, e sottolineo pubblica, con una preparazione competitiva a livello internazionale, senza sostenere costi elevati come in altri Paesi, che hanno di fatto scelto la strada della sostenibilità attraverso l’innalzamento incontrollato delle tasse universitarie. Questa è la sostanziale differenza fra un’impostazione che punta all’equità e alle pari opportunità piuttosto che al prevalente interesse di singoli individui o di particolari élites. Certo, la nostra Università ha bisogno di una vera modernizzazione, ma partendo da queste basi, non distruggendole. Intanto, si pone il problema dei costi. È necessario alzare le tasse? Ma gli studenti universitari …

“Se i cinesi ammirano l’università italiana”, di Maria Chiara Carozza*

L’intervistatrice di un giornale cinese nella megalopoli di Chongqing, dove mi trovavo,mi ha posto pochi giorni questa domanda: perché molti giovani cinesi vengono volentieri a studiare a Pisa, nonostante la grave crisi economica che ha colpito Italia ed Europa? A questa domanda ho risposto con quella che mi sembra un’elementare verità: l’istruzione universitaria italiana, checché se ne obbietti da destra e da sinistra, ha un rapporto fra costo e qualità ancora assai buono. Si può diventare medico o ingegnere in una Università pubblica, e sottolineo pubblica, con una preparazione competitiva a livello internazionale, senza sostenere costi elevati come in altri Paesi, che hanno di fatto scelto la strada della sostenibilità attraverso l’innalzamento incontrollato delle tasse universitarie. Questa è la sostanziale differenza fra un’impostazione che punta all’equità e alle pari opportunità piuttosto che al prevalente interesse di singoli individui o di particolari élites. Certo, la nostra Università ha bisogno di una vera modernizzazione, ma partendo da queste basi, non distruggendole. Intanto, si pone il problema dei costi. È necessario alzare le tasse? Ma gli studenti universitari …

“Se i cinesi ammirano l’università italiana”, di Maria Chiara Carozza*

L’intervistatrice di un giornale cinese nella megalopoli di Chongqing, dove mi trovavo,mi ha posto pochi giorni questa domanda: perché molti giovani cinesi vengono volentieri a studiare a Pisa, nonostante la grave crisi economica che ha colpito Italia ed Europa? A questa domanda ho risposto con quella che mi sembra un’elementare verità: l’istruzione universitaria italiana, checché se ne obbietti da destra e da sinistra, ha un rapporto fra costo e qualità ancora assai buono. Si può diventare medico o ingegnere in una Università pubblica, e sottolineo pubblica, con una preparazione competitiva a livello internazionale, senza sostenere costi elevati come in altri Paesi, che hanno di fatto scelto la strada della sostenibilità attraverso l’innalzamento incontrollato delle tasse universitarie. Questa è la sostanziale differenza fra un’impostazione che punta all’equità e alle pari opportunità piuttosto che al prevalente interesse di singoli individui o di particolari élites. Certo, la nostra Università ha bisogno di una vera modernizzazione, ma partendo da queste basi, non distruggendole. Intanto, si pone il problema dei costi. È necessario alzare le tasse? Ma gli studenti universitari …