“Il suo obiettivo era favorire buona flessibilità”, di Tiziano Treu
A dieci anni dall’uccisione di Marco Biagi il suo ricordo è sempre vivo, specie per chi, come me, gli è stato vicino nel lavoro e negli ideali. In questi anni non tutti i ricordi hanno reso giustizia alla sua opera e alle sue intenzioni. Non gli ha reso giustizia chi ha usato il nome di Marco per avvalorare le proprie idee; ma neppure chi al contrario ha attribuito alle proposte di Biagi i mali della precarietà del lavoro. In realtà il progetto di Marco si ispirava all’idea della cosiddetta «flexicurity» e al metodo della partecipazione, che sono entrambi centrali nel modello sociale europeo. La partecipazione, se bene intesa, è essenziale per la coesione sociale e anche per la qualità del lavoro. La «flexicurity» migliora il mercato del lavoro se la flessibilità è regolata, oggi si direbbe se è buona, e se è bilanciata da una rete di ammortizzatori attivi, capaci di dare sicurezza ai lavoratori. Marco Biagi voleva questo. Il suo disegno era equilibrato; ma è stato attuato in modo parziale, perché la flessibilità non …