Giorno: 19 Marzo 2012

“Un presidente senza partiti”, di Ilvo Diamanti

SULLA scena politica italiana del nostro tempo si confrontano partiti senza leader (autorevoli) e un leader senza partiti. Quest´immagine è emersa nei primi quattro mesi del governo guidato da Mario Monti. Ha fiducia nel governo il 62 per cento, il dato più alto dopo la fase di avvio a novembre. Una lista del Professore convincerebbe un terzo dei cittadini ancora incerti. E appare largamente confermata – e precisata – dal sondaggio dell´Atlante Politico di Demos, realizzato nei giorni scorsi. 1. La fiducia nel governo Monti, anzitutto. Espressa (con un voto pari o superiore al 6) da quasi il 62% del campione della popolazione. Il dato più alto dopo la fase di avvio, in novembre. Insieme all´auspicio, condiviso da circa 7 italiani su 10, che la sua attenzione non si limiti ai temi strettamente economici ma si allarghi a tutte le questioni importanti del Paese. Riforma elettorale, giustizia e sistema radiotelevisivo compresi. Il 27% degli intervistati, inoltre, vorrebbe che Monti, dopo le prossime elezioni, succedesse a se stesso. Indipendentemente dal risultato. 2. Ancora più elevato è …

"Un presidente senza partiti", di Ilvo Diamanti

SULLA scena politica italiana del nostro tempo si confrontano partiti senza leader (autorevoli) e un leader senza partiti. Quest´immagine è emersa nei primi quattro mesi del governo guidato da Mario Monti. Ha fiducia nel governo il 62 per cento, il dato più alto dopo la fase di avvio a novembre. Una lista del Professore convincerebbe un terzo dei cittadini ancora incerti. E appare largamente confermata – e precisata – dal sondaggio dell´Atlante Politico di Demos, realizzato nei giorni scorsi. 1. La fiducia nel governo Monti, anzitutto. Espressa (con un voto pari o superiore al 6) da quasi il 62% del campione della popolazione. Il dato più alto dopo la fase di avvio, in novembre. Insieme all´auspicio, condiviso da circa 7 italiani su 10, che la sua attenzione non si limiti ai temi strettamente economici ma si allarghi a tutte le questioni importanti del Paese. Riforma elettorale, giustizia e sistema radiotelevisivo compresi. Il 27% degli intervistati, inoltre, vorrebbe che Monti, dopo le prossime elezioni, succedesse a se stesso. Indipendentemente dal risultato. 2. Ancora più elevato è …

“Roma Capitale, è braccio di ferro sui Beni culturali”, di Luca Del Fra

Il ministro Ornaghi ha chiesto di correggere il decreto che assegnava al Comune maggiori competenze: «La tutela spetta allo Stato». Oggi la discussione in Parlamento. E’ ancora infuocato il percorso di conversione in legge del decreto su Roma Capitale: il Ministero dei Beni e delle attività culturali (Mibac) negli ultimi giorni ha deciso, finalmente e tardivamente, di prendere posizione contro gli evidenti profili incostituzionali riguardo il patrimonio capitolino. Questa settimana il provvedimento completerà il suo iter in commissione bicamerale per poi approdare in aula, ma l’esito non è affatto scontato. Al centro dello scontro ci sono ora i beni culturali della Capitale: il decreto nella sua versione iniziale assegnava al Comune di Roma funzioni di tutela e valorizzazione, sottraendole al Mibac. Nel primo caso il provvedimento era patentemente anticostituzionale, essendo la tutela assegnata allo Stato dall’articolo 117 della Carta, cosa ribadita nel Codice dei beni culturali del 2004. Per la valorizzazione invece la decisione è assai discutibile: le amministrazioni locali infatti ben di rado hanno svolto appropriatamente questi compiti. A conferma, basterà rammentare alcune luminose …

“Leggi ad personam, il Pd: la polemica Idv per fare propaganda”, di Virginia Lori

«Fior di giuristi, l’Ocse e magistrati, compresi quelli del pool di Mani pulite che Di Pietro ben conosce, consigliano da anni di riscrivere il reato di concussione, reato che consente in molti casi al corruttore di restare sostanzialmente impunito». A metà di domenica pomeriggio, è il presidente del forum giustizia del Pd, Andrea Orlando, a cercare di mettere un punto alle polemiche che si inseguono sulle agenzie di stampa, con un Di Pietro scatenato contro quello che lui chiama «un mercanteggio» sulla corruzione. Mentre il Pdl punta a cancellare il reato di concussione, l’Idv infatti soffia sul fuoco puntando il dito anche contro il Pd ed evocando lo spettro delle leggi “ad personam” sulle norme anti-corruzione, nonostante i Democratici puntino in ogni modo a sminare il terreno, chiarendo la direzione verso cui guidare la riscrittura delle norme su quel reato che oggi risulta così difficilmente individuabile e punibile. Proprio per questo, il Pd aveva presentato sia al Senato che alla Camera una norma per cancellarlo e far ricadere i casi da esso attualmente coperti in …

"Corruzione, leggi efficaci e lo sguardo un po' lungo" di Michele Ainis

Ma non è un singolo giudizio il fardello che da troppo tempo ci portiamo sul groppone. È l’illegalità diffusa, è la corruzione che dissangua l’economia italiana (60 miliardi l’anno, secondo la Corte dei conti) e indebolisce l’etica pubblica (l’ultima classifica di Transparency International ci situa al 69º posto, peggio di Portorico e del Ruanda). Dunque è con questi occhiali che dobbiamo guardare la riforma. E d’altra parte non è che se un provvedimento (la soppressione della concussione) va bene all’imputato Berlusconi, allora deve per forza andar male a tutti gli altri. Così come un provvedimento sbagliato del governo Berlusconi (il disegno di legge sulle intercettazioni) non diventa di colpo sacrosanto se lo benedice Monti. Altrimenti seguiteremo a comportarci da tifosi, senza cavare mai un ragno dal buco. Quanto alla concussione, non è affatto vero che abolendo l’articolo 317 del Codice penale andremmo al «tana libera tutti». Da 12 anni ce lo chiede l’Ocse, ma per la ragione opposta: perché fin qui il concusso (di regola, un imprenditore) la faceva franca, apparendo al cospetto della legge …

“Corruzione, leggi efficaci e lo sguardo un po’ lungo” di Michele Ainis

Ma non è un singolo giudizio il fardello che da troppo tempo ci portiamo sul groppone. È l’illegalità diffusa, è la corruzione che dissangua l’economia italiana (60 miliardi l’anno, secondo la Corte dei conti) e indebolisce l’etica pubblica (l’ultima classifica di Transparency International ci situa al 69º posto, peggio di Portorico e del Ruanda). Dunque è con questi occhiali che dobbiamo guardare la riforma. E d’altra parte non è che se un provvedimento (la soppressione della concussione) va bene all’imputato Berlusconi, allora deve per forza andar male a tutti gli altri. Così come un provvedimento sbagliato del governo Berlusconi (il disegno di legge sulle intercettazioni) non diventa di colpo sacrosanto se lo benedice Monti. Altrimenti seguiteremo a comportarci da tifosi, senza cavare mai un ragno dal buco. Quanto alla concussione, non è affatto vero che abolendo l’articolo 317 del Codice penale andremmo al «tana libera tutti». Da 12 anni ce lo chiede l’Ocse, ma per la ragione opposta: perché fin qui il concusso (di regola, un imprenditore) la faceva franca, apparendo al cospetto della legge …

“Corruzione, leggi efficaci e lo sguardo un po’ lungo” di Michele Ainis

Ma non è un singolo giudizio il fardello che da troppo tempo ci portiamo sul groppone. È l’illegalità diffusa, è la corruzione che dissangua l’economia italiana (60 miliardi l’anno, secondo la Corte dei conti) e indebolisce l’etica pubblica (l’ultima classifica di Transparency International ci situa al 69º posto, peggio di Portorico e del Ruanda). Dunque è con questi occhiali che dobbiamo guardare la riforma. E d’altra parte non è che se un provvedimento (la soppressione della concussione) va bene all’imputato Berlusconi, allora deve per forza andar male a tutti gli altri. Così come un provvedimento sbagliato del governo Berlusconi (il disegno di legge sulle intercettazioni) non diventa di colpo sacrosanto se lo benedice Monti. Altrimenti seguiteremo a comportarci da tifosi, senza cavare mai un ragno dal buco. Quanto alla concussione, non è affatto vero che abolendo l’articolo 317 del Codice penale andremmo al «tana libera tutti». Da 12 anni ce lo chiede l’Ocse, ma per la ragione opposta: perché fin qui il concusso (di regola, un imprenditore) la faceva franca, apparendo al cospetto della legge …