Giorno: 18 Marzo 2012

"Alla festa è mancato il futuro", di Massimo Gramellini

Siamo più o meno italiani di un anno fa? Siamo più poveri, più arrabbiati, più disorientati. Ma forse, e con qualche sorpresa, anche più italiani. Non era affatto scontato, il 17 marzo 2011. La ricorrenza dei Centocinquanta planò su un Paese distratto e cinico, ripiegato nel suo «particulare» e poco propenso a farsi sedurre dal fascino retorico della Patria. L’anniversario pareva eccitare solo gli animi dei faziosi, che ne trassero spunto per riaprire vecchie e mai chiuse ferite (in Italia i cerotti della memoria sono di pessima fattura e si staccano al primo venticello bilioso). Cavurriani contro garibaldini, borbonici contro sabaudi, secessionisti padani e autonomisti meridionali uniti nella lotta per sfasciare quel poco di coesione nazionale che in un secolo e mezzo eravamo riusciti a costruire, nonostante una dittatura, una guerra civile, le stragi di Stato, il terrorismo, la mafia e le mani leste dei tangentocrati. Le premesse per un autogol della Storia c’erano tutte e invece, incredibilmente, i cittadini del Paese meno nazionalista del mondo hanno partecipato alla festa. Più al Nord che al …

“Alla festa è mancato il futuro”, di Massimo Gramellini

Siamo più o meno italiani di un anno fa? Siamo più poveri, più arrabbiati, più disorientati. Ma forse, e con qualche sorpresa, anche più italiani. Non era affatto scontato, il 17 marzo 2011. La ricorrenza dei Centocinquanta planò su un Paese distratto e cinico, ripiegato nel suo «particulare» e poco propenso a farsi sedurre dal fascino retorico della Patria. L’anniversario pareva eccitare solo gli animi dei faziosi, che ne trassero spunto per riaprire vecchie e mai chiuse ferite (in Italia i cerotti della memoria sono di pessima fattura e si staccano al primo venticello bilioso). Cavurriani contro garibaldini, borbonici contro sabaudi, secessionisti padani e autonomisti meridionali uniti nella lotta per sfasciare quel poco di coesione nazionale che in un secolo e mezzo eravamo riusciti a costruire, nonostante una dittatura, una guerra civile, le stragi di Stato, il terrorismo, la mafia e le mani leste dei tangentocrati. Le premesse per un autogol della Storia c’erano tutte e invece, incredibilmente, i cittadini del Paese meno nazionalista del mondo hanno partecipato alla festa. Più al Nord che al …

“Alla festa è mancato il futuro”, di Massimo Gramellini

Siamo più o meno italiani di un anno fa? Siamo più poveri, più arrabbiati, più disorientati. Ma forse, e con qualche sorpresa, anche più italiani. Non era affatto scontato, il 17 marzo 2011. La ricorrenza dei Centocinquanta planò su un Paese distratto e cinico, ripiegato nel suo «particulare» e poco propenso a farsi sedurre dal fascino retorico della Patria. L’anniversario pareva eccitare solo gli animi dei faziosi, che ne trassero spunto per riaprire vecchie e mai chiuse ferite (in Italia i cerotti della memoria sono di pessima fattura e si staccano al primo venticello bilioso). Cavurriani contro garibaldini, borbonici contro sabaudi, secessionisti padani e autonomisti meridionali uniti nella lotta per sfasciare quel poco di coesione nazionale che in un secolo e mezzo eravamo riusciti a costruire, nonostante una dittatura, una guerra civile, le stragi di Stato, il terrorismo, la mafia e le mani leste dei tangentocrati. Le premesse per un autogol della Storia c’erano tutte e invece, incredibilmente, i cittadini del Paese meno nazionalista del mondo hanno partecipato alla festa. Più al Nord che al …

“La privacy non è uno scudo”, di Lorenzo Mondo

Almeno si mettessero d’accordo. Dai vertici delle massime istituzioni di controllo dello Stato sono arrivati giudizi di segno diverso se non opposto. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, dopo avere denunciato il peso spropositato delle tasse che gravano sui contribuenti onesti, ha chiesto interventi anche più severi di quelli in atto contro chi non paga il giusto e rappresenta una concausa nella durezza del Fisco. Il garante della «privacy», Francesco Pizzetti, sostiene invece che le indagini sull’evasione fiscale sono troppo invasive, comportano gravi strappi nel tessuto dello Stato di diritto. Afferma che bisogna uscire alla svelta dalla situazione di emergenza, smetterla di considerare i cittadini come «sudditi», come potenziali «mariuoli». Attilio Befera, il direttore di Equitalia, non ha battuto ciglio, dichiarando di muoversi sulla base di leggi varate dal governo e approvate dal Parlamento. Ad essere stupefatti sono milioni di italiani, titolari di reddito fisso, che del governo Monti finora hanno apprezzato soprattutto la lotta contro inadempienze che, per la loro entità, non hanno riscontro nei Paesi civili. Sono cittadini che, di questi …

“La privacy non è uno scudo”, di Lorenzo Mondo

Almeno si mettessero d’accordo. Dai vertici delle massime istituzioni di controllo dello Stato sono arrivati giudizi di segno diverso se non opposto. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, dopo avere denunciato il peso spropositato delle tasse che gravano sui contribuenti onesti, ha chiesto interventi anche più severi di quelli in atto contro chi non paga il giusto e rappresenta una concausa nella durezza del Fisco. Il garante della «privacy», Francesco Pizzetti, sostiene invece che le indagini sull’evasione fiscale sono troppo invasive, comportano gravi strappi nel tessuto dello Stato di diritto. Afferma che bisogna uscire alla svelta dalla situazione di emergenza, smetterla di considerare i cittadini come «sudditi», come potenziali «mariuoli». Attilio Befera, il direttore di Equitalia, non ha battuto ciglio, dichiarando di muoversi sulla base di leggi varate dal governo e approvate dal Parlamento. Ad essere stupefatti sono milioni di italiani, titolari di reddito fisso, che del governo Monti finora hanno apprezzato soprattutto la lotta contro inadempienze che, per la loro entità, non hanno riscontro nei Paesi civili. Sono cittadini che, di questi …

"La privacy non è uno scudo", di Lorenzo Mondo

Almeno si mettessero d’accordo. Dai vertici delle massime istituzioni di controllo dello Stato sono arrivati giudizi di segno diverso se non opposto. Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, dopo avere denunciato il peso spropositato delle tasse che gravano sui contribuenti onesti, ha chiesto interventi anche più severi di quelli in atto contro chi non paga il giusto e rappresenta una concausa nella durezza del Fisco. Il garante della «privacy», Francesco Pizzetti, sostiene invece che le indagini sull’evasione fiscale sono troppo invasive, comportano gravi strappi nel tessuto dello Stato di diritto. Afferma che bisogna uscire alla svelta dalla situazione di emergenza, smetterla di considerare i cittadini come «sudditi», come potenziali «mariuoli». Attilio Befera, il direttore di Equitalia, non ha battuto ciglio, dichiarando di muoversi sulla base di leggi varate dal governo e approvate dal Parlamento. Ad essere stupefatti sono milioni di italiani, titolari di reddito fisso, che del governo Monti finora hanno apprezzato soprattutto la lotta contro inadempienze che, per la loro entità, non hanno riscontro nei Paesi civili. Sono cittadini che, di questi …

“Il calderone del malaffare”, di Carlo Galli

Che il presidente della Repubblica Napolitano esorti i partiti a rinnovarsi e a prendere atto dell´indifferibilità della questione morale proprio nel giorno in cui si chiudono le celebrazioni del 150° anniversario dell´Unità d´Italia, ha un significato tristemente simbolico. Un significato che rinvia a una questione che il Paese si porta dietro da quando è nato – già nell´Italietta post-unitaria era ben nota, col nome di “faccenderia”, quella che oggi chiamiamo corruzione – ; una questione che ciclicamente si pone, e che costantemente rinvia. Che il premier Monti lo stesso giorno affermi che il primo problema sollevato dai leader stranieri non è più la messa in sicurezza dei conti pubblici ma la nostra riluttanza a varare una nuova ed efficace legge anticorruzione, e che anche da questo nostro ritardo sono frenati gli investimenti esteri in Italia, significa che tutto il mondo ci sta mandando il messaggio che la corruzione è ormai oltre il livello di guardia. E mentre il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio lanciano messaggi che si echeggiano l´uno con l´altro, le …