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"La Cassazione: alle coppie gay gli stessi diritti delle famiglie", di Natalia Aspesi

La Corte di Cassazione con una sua sentenza che qualche analfabeta di ritorno definirà shock, e che invece è solo finalmente giusta, ha stabilito una cosa ovvia. Ci ha detto che se in questo Paese, dove avvengono le massime trasgressioni ladrone non sempre perseguite, due persone che si amano ma appartengono allo stesso genere (detto anche sesso) non possono (per ora) sposarsi, hanno però i diritti di tutte le coppie diciamo tradizionali, che in chiesa e municipio hanno potuto sposarsi per il solo fatto di essere un uomo o una donna; il diritto di vivere liberamente la loro condizione di coppia, il diritto di condurre una vita familiare come gli garba, il diritto di pretendere «un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata».
Era ora! Visto che nella famosa Europa dove tutti i cittadini di tutti i paesi dovrebbero godere più o meno delle stesse leggi, noi siamo (o eravamo?) i soli fuori posto, fuori tempo, fuori realtà, fuori civiltà, fuori giustizia e anche fuori legge e fuori morale umana, per quel che riguarda la vita privata delle persone. Perché per il resto, se non si tratta di Giovanardi che ieri ha perso la testa, del povero Alfano che qualche giorno fa parlava a vanvera di nozze gay come della fine della civiltà, pochi altri peccatori incattiviti, più qualche scemo razzista, la maggior parte degli italiani non ne può più di tutti questi tremebondi legislatori e di questi monotoni prelati senza fede, e di anni e anni di su e giù sulle stesse posizioni polverose, mentre il mondo va avanti e il nostro paese arretra anche su altri temi più fondamentali del letto coniugale e di chi ha il diritto, legale, di occuparlo. Ormai il nostro paese, come il mondo, è pieno di coppie cosiddette di fatto, e c´è da dire che le più invidiate sono quelle gay, perché sono sempre meno litigiose di tante etero e non potendo, per ora, far l´errore di sposarsi, non gli viene neppure in mente di divorziare. Ogni volta che in Italia si è tentato di formulare una legge (vade retro matrimonio!) che consentisse come in Francia (e Svizzera e Germania) i cosiddetti Patti Civili di Solidarietà (anche Saint Laurent lo aveva sottoscritto con il compagno Pierre Bergè), ne sono successe di ogni colore, a destra come a sinistra, per non parlare dei pulpiti.
Insomma ogni tentativo di instaurare una legge simile a quella dell´Europa più timida (le coppie omo si sposano persino in Spagna e Portogallo, in Inghilterra adottano bambini), da noi è sempre caduta in un frastuono generale. Neanche i più convinti sostenitori dei diritti omosessuali, per intelligenza e prudenza, hanno mai affrontato discussioni sull´eventualità del matrimonio gay: ma la ridicola e violenta ipocrisia della destra peggiore e della sinistra bigotta ha sempre chiamato «matrimonio» ogni proposta di una legge di rispetto dei diritti civili delle omocoppie, satanizzandola. Ancora più vergognosa, per falsità, è la predica, di nuovo da ieri in circolazione, con probabili vaneggiamenti del segretario del Pdl, che se due giovanotti cucinano insieme e dormono nella stessa camera e vanno a trovare la mamma dell´uno e dell´altro, tutte e due contentissime per quei cari affettuosi ragazzi che si vogliono così bene, le famiglie “vere” si sfasciano. E non importa se queste unioni benedette da parroci e sindaci, e anche da vescovi, sono composte da un marito che cornifica la moglie anche con giovanotti, da una moglie che perde la casa giocando d´azzardo, e da figli presi regolarmente a ceffoni o spinti a partecipare tutti dipinti a gare canore tivu.
La famiglia è la famiglia, si sa, anche le coltellate alla moglie (o al marito) fanno parte del vero matrimonio. Fantastica la reazione del rustico Giovanardi, che se incazzato, straparlando manda scintille: per lui infatti, e qui ci si chiede come possa rappresentare politicamente anche solo un paio di sfortunati etero, la sentenza della Cassazione è solo il parere ovviamente sbagliato, di un qualsiasi cittadino. Certo, la Cassazione non fa leggi, però è intervenuta con tutta la sua autorità nel vuoto codardo della nostra politica: il suo parere conta moltissimo non solo nella giurisprudenza, ma anche nella vita di tutti. E´ un gran bel giorno non solo per i gay, ma per chiunque creda che anche l´Italia non sia esclusa dalla civiltà europea.

La Repubblica 16.03.12