"Caro Saviano, sacri per chi?" di Mila Spicola
I professori sono sacri. Questo commovente pensiero espresso da Roberto Saviano qualche giorno fa all’Auditorium di Roma cade come un sasso muto nel pozzo artesiano di Alfredino Rampi. Perché evoco un ricordo così duro della memoria collettiva di tutti noi proprio adesso? Perché caro Roberto, nonostante le tue nobili intenzioni nel dire e nobili, le nostre, nell’ascoltare, in realtà stiamo imbiancando i sepolcri. Giusto per passare da immagine a immagine. La verità è che noi professori non siamo sacri affatto e per nessuno. La verità è che il sapere, la conoscenza, l’istruzione, non sono sacri per nulla. Non lo sono per i governi, che negli ultimi anni hanno tolto, tagliato, razionalizzato, smantellato, il valore del sapere e della scuola. Altro che “in cima all’agenda”. Ma non lo sono soprattutto per il paese intero e sarebbe l’ora di svelare il velo di una sostanziale ipocrisia che ha riguardato l’argomento per fin troppo tempo. Il velo lo squarciano ogni giorno i miei alunni quando mi dicono: “prof ma a che serve studiare, essere bravi, laurearsi? Tanto non …