Giorno: 15 Marzo 2012

“Le pere le mele del MIUR (e i cavoli a merenda)”, di Osvaldo Roman

Il MIUR ha chiarito (1) che non corrisponde al vero la notizia rilasciata dal Direttore del Dipartimento Istruzione Lucrezia Stellacci in una intervista al Corriere della Sera (2) secondo la quale sarebbero stati 41 mila i dipendenti del istruzione che non stanno a scuola e che percepiscono ugualmente lo stipendio. Le pere e le mele evocate nel comunicato ministeriale per coprire la colossale bufala c’entrano però come i cavoli a merenda. La verità è che sui 10.075 comandati 7.085 svolgono compiti istituzionali e sono a carico del bilancio, gli altri no (3). I loro posti sono conteggiati fra quelli in organico e i docenti che li sostituiscono sono in genere docenti a tempo determinato con incarico fino al termine delle lezioni. E’ dunque pacifico che i 41.043 docenti, risultanti dalla differenza riportata nella tabella (4) fornita dal MIUR tra i posti (723.514) e gli insegnanti in servizio (765.017) nell’anno scolastico in corso non corrispondono a quelli dei cosiddetti comandati Invece di parlare di leggende metropolitane e di mele e di pere il MIUR avrebbe fatto …

“Le pere le mele del MIUR (e i cavoli a merenda)”, di Osvaldo Roman

Il MIUR ha chiarito (1) che non corrisponde al vero la notizia rilasciata dal Direttore del Dipartimento Istruzione Lucrezia Stellacci in una intervista al Corriere della Sera (2) secondo la quale sarebbero stati 41 mila i dipendenti del istruzione che non stanno a scuola e che percepiscono ugualmente lo stipendio. Le pere e le mele evocate nel comunicato ministeriale per coprire la colossale bufala c’entrano però come i cavoli a merenda. La verità è che sui 10.075 comandati 7.085 svolgono compiti istituzionali e sono a carico del bilancio, gli altri no (3). I loro posti sono conteggiati fra quelli in organico e i docenti che li sostituiscono sono in genere docenti a tempo determinato con incarico fino al termine delle lezioni. E’ dunque pacifico che i 41.043 docenti, risultanti dalla differenza riportata nella tabella (4) fornita dal MIUR tra i posti (723.514) e gli insegnanti in servizio (765.017) nell’anno scolastico in corso non corrispondono a quelli dei cosiddetti comandati Invece di parlare di leggende metropolitane e di mele e di pere il MIUR avrebbe fatto …

"Le pere le mele del MIUR (e i cavoli a merenda)", di Osvaldo Roman

Il MIUR ha chiarito (1) che non corrisponde al vero la notizia rilasciata dal Direttore del Dipartimento Istruzione Lucrezia Stellacci in una intervista al Corriere della Sera (2) secondo la quale sarebbero stati 41 mila i dipendenti del istruzione che non stanno a scuola e che percepiscono ugualmente lo stipendio. Le pere e le mele evocate nel comunicato ministeriale per coprire la colossale bufala c’entrano però come i cavoli a merenda. La verità è che sui 10.075 comandati 7.085 svolgono compiti istituzionali e sono a carico del bilancio, gli altri no (3). I loro posti sono conteggiati fra quelli in organico e i docenti che li sostituiscono sono in genere docenti a tempo determinato con incarico fino al termine delle lezioni. E’ dunque pacifico che i 41.043 docenti, risultanti dalla differenza riportata nella tabella (4) fornita dal MIUR tra i posti (723.514) e gli insegnanti in servizio (765.017) nell’anno scolastico in corso non corrispondono a quelli dei cosiddetti comandati Invece di parlare di leggende metropolitane e di mele e di pere il MIUR avrebbe fatto …

"L’illusione della flessibilità", di Chiara Saraceno

Sembra superata la brutta scivolata di ieri della ministra Fornero con l’infelice frase sulla “paccata di miliardi”. “Paccata di miliardi” che sarebbe disponibile solo se le parti sociali accettano preventivamente il pacchetto di riforme proposto dal governo. Per lo meno non ha fermato quel pezzo simbolicamente importante di negoziato che riguarda l´articolo 18. La voglia di arrivare ad un accordo sostenibile per tutti prevale, per fortuna, sulle irritazioni e i passi falsi. Anche se sarà bene che Elsa Fornero, come tutto il governo di cui fa parte, ricordino che l´ottica del bene comune non solo va verificata con i soggetti interessati, ma deve valere sempre, verso tutti i soggetti e interessi. Il negoziato con sindacati e Confindustria sta avvenendo in modo pubblico e trasparente, anche se con qualche insofferenza di troppo. Non così è andata sulle liberalizzazioni, dove più che di un negoziato sul bene comune si è avuta l’impressione di un cedimento agli interessi di lobby ristrette ma potenti, al riparo dagli sguardi dei cittadini che ne hanno visto solo gli esiti non sempre …

“L´illusione della flessibilità”, di Chiara Saraceno

Sembra superata la brutta scivolata di ieri della ministra Fornero con l´infelice frase sulla “paccata di miliardi”. “Paccata di miliardi” che sarebbe disponibile solo se le parti sociali accettano preventivamente il pacchetto di riforme proposto dal governo. Per lo meno non ha fermato quel pezzo simbolicamente importante di negoziato che riguarda l´articolo 18. La voglia di arrivare ad un accordo sostenibile per tutti prevale, per fortuna, sulle irritazioni e i passi falsi. Anche se sarà bene che Elsa Fornero, come tutto il governo di cui fa parte, ricordino che l´ottica del bene comune non solo va verificata con i soggetti interessati, ma deve valere sempre, verso tutti i soggetti e interessi. Il negoziato con sindacati e Confindustria sta avvenendo in modo pubblico e trasparente, anche se con qualche insofferenza di troppo. Non così è andata sulle liberalizzazioni, dove più che di un negoziato sul bene comune si è avuta l´impressione di un cedimento agli interessi di lobby ristrette ma potenti, al riparo dagli sguardi dei cittadini che ne hanno visto solo gli esiti non sempre …

“L´illusione della flessibilità”, di Chiara Saraceno

Sembra superata la brutta scivolata di ieri della ministra Fornero con l´infelice frase sulla “paccata di miliardi”. “Paccata di miliardi” che sarebbe disponibile solo se le parti sociali accettano preventivamente il pacchetto di riforme proposto dal governo. Per lo meno non ha fermato quel pezzo simbolicamente importante di negoziato che riguarda l´articolo 18. La voglia di arrivare ad un accordo sostenibile per tutti prevale, per fortuna, sulle irritazioni e i passi falsi. Anche se sarà bene che Elsa Fornero, come tutto il governo di cui fa parte, ricordino che l´ottica del bene comune non solo va verificata con i soggetti interessati, ma deve valere sempre, verso tutti i soggetti e interessi. Il negoziato con sindacati e Confindustria sta avvenendo in modo pubblico e trasparente, anche se con qualche insofferenza di troppo. Non così è andata sulle liberalizzazioni, dove più che di un negoziato sul bene comune si è avuta l´impressione di un cedimento agli interessi di lobby ristrette ma potenti, al riparo dagli sguardi dei cittadini che ne hanno visto solo gli esiti non sempre …

"Il dolore che non si può sopportare", di Ferdinando Camon

Non ci sono gradazioni alla disperazione, perché la disperazione è lo stadio estremo del dolore. Ma se ci fosse una gradazione, questo sarebbe il vertice: un’ecatombe di bambini sui 12 anni, vitali e festosi, che rientrano a casa dopo una settimana bianca, in pullman, e vengono falciati in un incidente assurdo. Ventidue muoiono sul colpo, altri vanno in coma, altri ancora sono feriti gravi. È una di quelle scene che non hanno risposte sulla Terra, e ti fanno alzare gli occhi al cielo. L’uomo non è fatto per sopravvivere alla morte di un figlio, la morte di un figlio è un capovolgimento della natura. E qui è avvenuto un capovolgimento innaturale della vita di decine di famiglie, e delle famiglie a loro collegate. Non è umanamente possibile reggere questa piena di dolore. Nessuna delle esistenze toccate da questa tragedia potrà continuare come prima. Tutte le vite subiranno una deviazione, una stortura. Compiendosi in un attimo, la tragedia avrà conseguenze per sempre. Quando si dice «figlio» non si dice tutto, perché un figlio cambia di significato …