Giorno: 14 Marzo 2012

“Roma capitale. Una bomba a orologeria”, di Luca Del Fra

L’iter di conversione in legge del Decreto su Roma capitale –ufficialmente da scrivere con ‘c’ minuscola–, alla Commissione bicamerale ha aspetti singolari e sta producendo una bomba a orologeria pronta a esplodere sul patrimonio artistico, archeologico, architettonico capitolino. Tanto che l’onorevole La Loggia, presidente della stessa bicamerale, convoca per un’audizione Roberto Cecchi, sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali. Ambiguo in molte sue parti, il provvedimento presenta anche degli evidenti profili di incostituzionalità proprio riguardo ai beni culturali: il più eclatante è l’affidamento della loro tutela al Comune di Roma. Ma la Costituzione e la legge 42 del 2004 prevedono sia lo Stato a occuparsene. È un fatto assai grave, denunciato dai giornali a partire da l’Unità, ribadito in Commissione da Andrea Carandini, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, sottolineato perfino dalla Commissione affari costituzionali del Senato. Eppure, se si scorrono i verbali della Commissione Bicamerale, di fronte a tanta enormità si trova solo la riserva dell’onorevole Marco Causi (Pd), corelatore del disegno di legge, e un’alzata di sopracciglio della Lega. Così il decreto creerà …

“Roma capitale. Una bomba a orologeria”, di Luca Del Fra

L’iter di conversione in legge del Decreto su Roma capitale –ufficialmente da scrivere con ‘c’ minuscola–, alla Commissione bicamerale ha aspetti singolari e sta producendo una bomba a orologeria pronta a esplodere sul patrimonio artistico, archeologico, architettonico capitolino. Tanto che l’onorevole La Loggia, presidente della stessa bicamerale, convoca per un’audizione Roberto Cecchi, sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali. Ambiguo in molte sue parti, il provvedimento presenta anche degli evidenti profili di incostituzionalità proprio riguardo ai beni culturali: il più eclatante è l’affidamento della loro tutela al Comune di Roma. Ma la Costituzione e la legge 42 del 2004 prevedono sia lo Stato a occuparsene. È un fatto assai grave, denunciato dai giornali a partire da l’Unità, ribadito in Commissione da Andrea Carandini, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, sottolineato perfino dalla Commissione affari costituzionali del Senato. Eppure, se si scorrono i verbali della Commissione Bicamerale, di fronte a tanta enormità si trova solo la riserva dell’onorevole Marco Causi (Pd), corelatore del disegno di legge, e un’alzata di sopracciglio della Lega. Così il decreto creerà …

"Roma capitale. Una bomba a orologeria", di Luca Del Fra

L’iter di conversione in legge del Decreto su Roma capitale –ufficialmente da scrivere con ‘c’ minuscola–, alla Commissione bicamerale ha aspetti singolari e sta producendo una bomba a orologeria pronta a esplodere sul patrimonio artistico, archeologico, architettonico capitolino. Tanto che l’onorevole La Loggia, presidente della stessa bicamerale, convoca per un’audizione Roberto Cecchi, sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali. Ambiguo in molte sue parti, il provvedimento presenta anche degli evidenti profili di incostituzionalità proprio riguardo ai beni culturali: il più eclatante è l’affidamento della loro tutela al Comune di Roma. Ma la Costituzione e la legge 42 del 2004 prevedono sia lo Stato a occuparsene. È un fatto assai grave, denunciato dai giornali a partire da l’Unità, ribadito in Commissione da Andrea Carandini, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, sottolineato perfino dalla Commissione affari costituzionali del Senato. Eppure, se si scorrono i verbali della Commissione Bicamerale, di fronte a tanta enormità si trova solo la riserva dell’onorevole Marco Causi (Pd), corelatore del disegno di legge, e un’alzata di sopracciglio della Lega. Così il decreto creerà …

I sindacati: «Ora le nuove regole sul reclutamento», di Claudio Tucci

Il via libera del Tesoro, dopo quello di Palazzo Vidoni, farà partire entro giugno le prove preselettive per formare (probabilmente tra un anno) 20mila nuovi abilitati all’insegnamento a medie e superiori. Tutto questo mentre Viale Trastevere non ha ancora sciolto il nodo del reclutamento (concorso pubblico o chiamata diretta dei professori da parte delle scuole). E non ha ancora fornito il numero esatto dei pensionamenti (a settembre 2012) che – a organici bloccati dalle manovre economiche di quest’estate – dovranno essere rimpiazzati con le nuove assunzioni. In questo quadro, ha sottolineato Domenico Pantaleo, numero uno della Flc Cgil, «l’avvio a tutti i costi dei Tfa rischia solo di aprire le porte a nuovo precariato e a una lotta tra persone per raggiungere il posto fisso, visto che i nuovi abilitandi si andranno necessariamente ad affiancare, come aspirazioni e anche diritti, agli oltre 200mila precari “storici” inseriti nelle graduatorie a esaurimento». Di qui l’urgenza di correre nel definire le nuove regole sul reclutamento «che dovranno necessariamente viaggiare di pari passo con i Tfa», ha aggiunto il …

"Soldi agli amici e spese eccessive addio alla Beni culturali spa", di Corrado Zunino

Il governo ha deciso: Arcus deve chiudere. Dai fondi per la sorella di Ghedini allo scambio di favori tra Lunardi e Propaganda fide. Secondo Passera la società ha perso credibilità con una serie di operazioni poco chiare. Il governo ha deciso: Arcus spa va chiuso. Il ministro Corrado Passera è pronto a portare la questione al prossimo Consiglio dei ministri. L´esperienza di una società per azioni in seno ai Beni culturali finanziata dal ministero delle Infrastrutture è da considerare conclusa. I motivi sono tre. Per ragioni di risparmio e razionalizzazione, gli uffici di Passera hanno stilato un elenco di società pubbliche o a controllo pubblico da cancellare: hanno mostrato problemi strutturali di bilancio oppure hanno esaurito la loro missione. Arcus rientra in questa seconda casella. Il problema è che la società per lo sviluppo dell´arte, la cultura e lo spettacolo, che pure ha recentemente sostenuto campagne culturali altrimenti dimenticate (il restauro della Galleria sabauda di Torino, per esempio, la riapertura al pubblico della Galleria nazionale di arte moderna di Roma e il completamento del museo …

“Soldi agli amici e spese eccessive addio alla Beni culturali spa”, di Corrado Zunino

Il governo ha deciso: Arcus deve chiudere. Dai fondi per la sorella di Ghedini allo scambio di favori tra Lunardi e Propaganda fide. Secondo Passera la società ha perso credibilità con una serie di operazioni poco chiare. Il governo ha deciso: Arcus spa va chiuso. Il ministro Corrado Passera è pronto a portare la questione al prossimo Consiglio dei ministri. L´esperienza di una società per azioni in seno ai Beni culturali finanziata dal ministero delle Infrastrutture è da considerare conclusa. I motivi sono tre. Per ragioni di risparmio e razionalizzazione, gli uffici di Passera hanno stilato un elenco di società pubbliche o a controllo pubblico da cancellare: hanno mostrato problemi strutturali di bilancio oppure hanno esaurito la loro missione. Arcus rientra in questa seconda casella. Il problema è che la società per lo sviluppo dell´arte, la cultura e lo spettacolo, che pure ha recentemente sostenuto campagne culturali altrimenti dimenticate (il restauro della Galleria sabauda di Torino, per esempio, la riapertura al pubblico della Galleria nazionale di arte moderna di Roma e il completamento del museo …

“Desperados del Pdl e il nodo della giustizia”, di Franco Cordero

Stride d´impulsi rivoltosi la lettera 8 marzo, dove 46 senatori Pdl chiedono una mozione di sfiducia nel ministro colpevole d´avere detto, conversando privatamente, che una certa politica gl´ispira schifo (alludeva al vertice dei partiti, impedito dal segretario berlusconiano perché l´ex premier considera: tabù giustizia e Rai): piccola guerra intestina; i miracolati d´una lunga campagna piratesca rimpiangono la baldoria, sapendosi esclusi dal quadro politico appena normale, perciò insorgono contro l´establishment interno, compromesso nel sostegno al governo cosiddetto tecnico; e spiegano al vento bandiera nera, disgustati del padrone abulico. In chiave d´opera buffa ricordano desperados fascisti nell´incipiente primavera 1945, quando i cautelosi cercavano vie d´uscita, con qualche importante differenza: Alessandro Pavolini, devoto alla «bella morte», aveva titoli intellettuali, inclusa un´opera narrativa quasi sperimentale, Scomparsa d´Angela, lodata dalla critica (inverno 1940). L´incidente è meno futile di quanto lascino intendere i gerarchi sicuri della sopravvivenza, male che vada. I due punti in questione toccano nervi scoperti: l´asta delle frequenze televisive non è materia ignorabile dal governo, impegnato a rompere i privilegi parassitari; e il Senato voterà sul canagliesco ddl …