"Il taglio dei parlamentari", di Andrea Manzella
Nella “proposta” di revisione costituzionale che ha visto, per ora, concordare i maggiori partiti, le cose giuste sono forse più di quelle sbagliate. Eppure questa rilevanza positiva non basta a farne un buon progetto. Perché? Per due ragioni. La prima è che ogni innovazione positiva contenuta nella bozza, ha come un freno dentro che le impedisce di completarsi. Certo, si capisce che nell´attuale situazione di assideramento parlamentare, certe cose non si possono neppure tentare. Ma la proiezione nel futuro, l´indicazione di una linea evolutiva non potrebbero essere rifiutate neppure dal più conservatore dei deputati o senatori. Nel concreto: va bene la riduzione del numero totale dei membri delle Camere. Ma siamo sicuri che abbia una sua logica un taglio così semplicemente lineare? O questo non sarebbe più comprensibile, se legato ad un´idea di equilibrio istituzionale: già, fin d´ora, connesso ad un progetto di Camera territoriale, eletta con una cifra magari minore (come in Germania e perfino in Usa) ma con un riferimento significativo a forme di rappresentanza politica locale? E ancora su questo punto. Benissimo …