“Rai, una partita per la democrazia”, di Giorgio Merlo
Sulla Rai è giunto il momento di mettere le carte in tavola. Il curioso balletto attorno alla partecipazione, o meno, di Berlusconi alla trasmissione di Porta a Porta da un lato e la cancellazione di un incontro con Monti dei segretari che appoggiano il governo dall’altro denotano che attorno al tema Rai continua a circolare troppa superficialità ed approssimazione. Ora, per evitare la consueta ipocrisia ormai collaudata – e cioè tutti predicano il passo indietro dei partiti dalla gestione concreta e quotidiana di viale Mazzini e quasi tutti, con altrettanta ipocrisia, pretendono e rivendicano spazi, ruoli e presenze nel servizio pubblico – è indispensabile fissare alcuni paletti fermi. Tanto per essere chiari e senza giocare più parti in commedia. Innanzitutto la Rai non va commissariata e non va privatizzata. Una tentazione, questa, presente in quasi tutti i partiti e che punta, neanche tanto nascostamente, a liquidare definitivamente il servizio pubblico per poi appaltarlo a qualche cordata “amica”. Un disegno vecchio ma che potrebbe trovare qualche chance in più proprio oggi con un governo tecnico poco …