“Noi, gli invisibili operai dello spettacolo senza diritti e garanzie”, di Fabio Fila
Non abbiamo un contratto, non abbiamo ruoli e mansioni, né indennità di disoccupazione. Anche la maternità è un lusso. Eppure contribuiamo al Pil e alla cultura di questo Paese. Il mondo dello spettacolo è affascinante. Ma carente del punto di vista normativo e di riconoscimento. Dopo i due incidenti di Trieste e Reggio Calabria occorsi in soli tre mesi durante l’installazione degli spettacoli di Jovanotti e Laura Pausini in cui due ragazzi hanno perso la vita, anche i non addetti ai lavori hanno scoperto questo universo parallelo fatto di lavoratori dello spettacolo. Sono professionisti specializzati che rendono vivo il mondo del divertimento; eppure sono senza riconoscimento e senza tutele. In questo universo, il tempo è denaro e il denaro a volte conta più della sicurezza. Si lavora fino a venti ore di fila, se necessario, ma senza continuità del reddito. Le norme sulla sicurezza sono le stesse dell’edilizia ma i “cantieri” dello spettacolo sono veloci: si monta e si smonta in 24 ore.Non solo: in Italia i musicisti, gli attori, i ballerini, gli artisti professionisti …