Versati 300 mila euro in contanti. Per la Procura sono mazzette. I versamenti sono cominciati nel 2006 e sono tutti in contanti. Oltre 300 mila euro che Marco Milanese, il parlamentare del Pdl braccio destro di Giulio Tremonti al ministero dell’Economia, ha portato all’estero e depositato sul suo conto aperto presso l’agenzia di Draguignan del Crédit Agricole. Era stato il perito contabile nominato dai pubblici ministeri di Napoli a sollecitare l’esame della documentazione bancaria per verificare la correttezza dei bonifici ordinati dall’Italia.
La risposta arrivata qualche giorno fa dalla Francia aggiunge un nuovo tassello per l’accusa, perché accredita il sospetto che proprio all’estero il deputato abbia depositato i soldi che — questa è l’imputazione — sono il frutto della corruzione. Ai versamenti non risulta infatti corrispondere alcun prelevamento dai propri conti, oppure operazioni finanziarie. Dunque le valigette non risultano avere — almeno al momento — una causale lecita.
L’indagine è ormai entrata nella fase finale. A Milanese viene contestato di aver preteso da un imprenditore suo amico soldi, gioielli, favori e vacanze in cambio di notizie riservate sulle inchieste gestite proprio dalla magistratura napoletana. La scorsa estate la Camera aveva negato l’autorizzazione all’arresto del parlamentare ordinata dal giudice. Uno stop che non aveva fermato le verifiche. Dopo la denuncia dell’imprenditore Paolo Viscione si era infatti scoperto che Milanese, ex ufficiale della Guardia di Finanza, aveva avuto un improvviso cambio nel proprio tenore di vita dopo essere entrato in Parlamento diventando l’uomo più fidato di Tremonti. Aveva ottenuto incarichi e consulenze, ma l’esame dei suoi conti aveva rivelato anche la movimentazione di molto contante. In particolare i controlli avevano rivelato come tra il 2006 e il 2010 avesse spostato 125 mila euro «liquidi» con due operazioni «sospette»: un versamento «cash» di 59.659 avvenuto nel 2007 e un altro di 12.633 nel 2010. Dei contanti aveva parlato a lungo anche il commercialista Guido Marchese — pure lui indagato — che con lui aveva condotto alcune operazioni immobiliari in Costa Azzurra e aveva raccontato di aver ricevuto 250 mila euro in contanti a garanzia di un debito da 650 mila euro che il deputato si era impegnato a onorare.
Si era così scoperto che proprio in Francia, a Draguignan, Milanese aveva aperto un conto e nella sua relazione il consulente della Procura aveva scritto: «Sarebbe necessario acquisirne la relativa documentazione essendovi transitati moltissimi bonifici disposti sia dal conto acceso presso il Banco di Napoli, sia dal conto presso il Credito Artigiano. Un ulteriore approfondimento meriterebbe il rapporto di debito intercorso con American Express sul conto presso il Banco di Napoli. Nei 57 mesi esaminati la somma è ammontata a 448.637 euro con una media mensile di circa 8.000 euro e una punta di spesa di circa 23.000 euro in un solo mese!».
Il pubblico ministero aveva chiesto collaborazione ai colleghi francesi e adesso è arrivata la risposta che potrebbe celare clamorosi retroscena. Dal 2006 il parlamentare ha infatti effettuato diversi depositi di cifre tra i 20 e i 30 mila euro. L’esperto ha messo a confronto le movimentazioni e ha verificato che a ridosso dei versamenti non risultano prelevamenti in Italia o altrove. Dunque da dove provengono quei soldi? I magistrati sono convinti si tratti di mazzette e per questo stanno controllando se i depositi siano avvenuti a ridosso delle date di consegna dei soldi indicate da Viscione. Ma stanno facendo riscontri pure sui rapporti di Milanese con altri imprenditori. Il suo legale Bruno Larosa si mostra tranquillo: «L’onorevole possedeva case in Francia ed è obbligatorio aprire un deposito. Quando vedremo i documenti chiariremo ogni circostanza».
Il Corriere della Sera 08.03.12